Antiche Moto Brianza con 20 soci alla "Milano-Taranto"
Sotto l’egida di Antiche Moto Brianza Motoclub, presieduto da Angelo Pelleggatta, che ha sede presso l’antico Chiostro di Perego, sono partiti venti concorrenti per la Milano- Taranto 2025, rievocazione storica della classica corsa che si tenne dal 1937 sino al 1957, riportata in vita nel 1987 come rievocazione storica dal signor Sabatini di Perugia e ora gestita dalle figlie Sabatini in ricordo del padre scomparso da qualche anno.



La partenza è stata col botto a Novegro, dove si tengono tutte le fasi preliminarie della corsa, è venuta una tempesta violentissima. La prima tappa si fa di notte, con partenza da Milano a mezzanotte e da Crema a Fiorenzuola D’Arda abbiamo preso il diluvio universale, fulmini e saette che illuminavano il cielo, come ad indicarci la strada, per più di due ore. Poi, a Brescello, Don Camillo e Peppone hanno fatto il miracolo ed è spuntato il sole. La gara di regolarità prevede 4 soste per ogni tappa, alla prima sosta a Crema, alle due di notte, abbiamo mangiato dei buonissimi tortelli cremaschi e lungo la penisola specialità di ogni tipo, al sud ogni sosta era occasione di festosa accoglienza.



Sei le tappe, da Milano a Bologna, Perugia- Fiuggi-Paestum-Matera-Taranto.
Siamo stati, per 1800 chilometri, in compagnia degli amici di Antiche Moto Brianza Motoclub, fra tutti la signora Silvana Visentin, 93 anni di pura energia, alla sua ottava partecipazione, che viaggia sul sidecar Moto Guzzi V7 special 750 del 1971 guidato dal figlio Fulvio Cavazzini . Altro socio di Amb Studder Graeme su Guzzi Falcone Turismo del 1954, arrivato dall’Australia per l’occasione. L’avvocato belga Yves De Cocker, ormai di casa in Brianza, su Guzzi Falcone Sport 500 del 1954, il mitico Arcangelo Betti, 86 anni di prorompente energia su Gilera Sei giorni 125 del 1967 accompagnato nell’avventura dal nipote Davide, 25 anni, su Mondial Sport 175 del 1958 e da un amico del nipote Matteo Conte su Gilera Sport 175 del 1956.
La famiglia Cereda, Giorgio, il padre su Gilera Sport 175 del 1957, il figlio Daniele su Gilera Sport 175 del 1956 e il nipote sedicenne Riccardo su Gilera Sport 125 del 1952. Cito anche gli altri nostri soci, in ordine sparso, scusandomi se dovessi dimenticare qualcuno. Giorgio Storti su Gilera Saturno 500 del 1952, Paolo Sala su Piaggio Vespa Rally 200 del 1974, Claudio Milani su Piaggio Vespa 150 del 1961, Brambilla Lino su Lambretta D 150 del 1956, Gianluigi Ajello detto Chicco su BMW R69 S 590 del 1963. Una bella compagnia di pazzi, perché la Milano-Taranto è una corsa per grandi appassioni di due ruote e un po’ folli, perché non è una passeggiata, ma una vera e propria avventura. I concorrenti in gara erano 190, il 40% arrivati dall’estero, Svizzera, Inghilterra e Germania in testa e da tutto il mondo per questa manifestazione. Evento che non è proprio una passeggiata, solo strade secondarie, su e giù per montagne e colline, tornanti a tutta manetta ma paesaggi stupendi, orizzonti infiniti, persone meravigliose e ricordi indelebili. L’arrivo sul lungomare di Taranto, dopo 1800 chilometri, è un grande happening, con una multitudine di gente che applaude e incoraggia i partecipanti.



La Milano Taranto ha alle spalle una grande organizzazione, non è cosa semplice spostare dal nord al sud quasi 200 moto, la maggior parte molto datade e tenere le redini di tutto.
Chi scrive era passeggero su BMW R1150 del 2002 del marito Giovanni Pizzagalli, insieme ad altri 3, Roberto Turri su Yamaha Tracer 900 GT del 2020, Roberto Madaro su Guzzi Nevada 750 del 1999 e Giuseppe Sebastiano De Francisci su Guzzi California 1100 KD VAR C del 2002, eravamo la categoria assaggiatori, coloro che dovevano assaggiare le specialità che ogni paese, punto di sosta, preparava e dare un punteggio allo stesso.



Impossibile citare tutte le specialità che abbiamo assaggiato, occorrerebbe scrivere un libro, ma ogni paese, con le pro-loco, con le associazioni, con la Coldiretti hanno veramente messo il cuore e l’anima per accoglierci e farci sentire a casa, con vere e proprie feste di paese e persone calorose ad accoglierci.
Per tirare le redini, una grande e bella avventura che ci ha permesso di scoprire tanti piccoli e bellissimi paesi di cui l’Italia è ricca, che, a volte, sono fuori dalle rotte turistiche più blasonate.



La partenza è stata col botto a Novegro, dove si tengono tutte le fasi preliminarie della corsa, è venuta una tempesta violentissima. La prima tappa si fa di notte, con partenza da Milano a mezzanotte e da Crema a Fiorenzuola D’Arda abbiamo preso il diluvio universale, fulmini e saette che illuminavano il cielo, come ad indicarci la strada, per più di due ore. Poi, a Brescello, Don Camillo e Peppone hanno fatto il miracolo ed è spuntato il sole. La gara di regolarità prevede 4 soste per ogni tappa, alla prima sosta a Crema, alle due di notte, abbiamo mangiato dei buonissimi tortelli cremaschi e lungo la penisola specialità di ogni tipo, al sud ogni sosta era occasione di festosa accoglienza.



Sei le tappe, da Milano a Bologna, Perugia- Fiuggi-Paestum-Matera-Taranto.
Siamo stati, per 1800 chilometri, in compagnia degli amici di Antiche Moto Brianza Motoclub, fra tutti la signora Silvana Visentin, 93 anni di pura energia, alla sua ottava partecipazione, che viaggia sul sidecar Moto Guzzi V7 special 750 del 1971 guidato dal figlio Fulvio Cavazzini . Altro socio di Amb Studder Graeme su Guzzi Falcone Turismo del 1954, arrivato dall’Australia per l’occasione. L’avvocato belga Yves De Cocker, ormai di casa in Brianza, su Guzzi Falcone Sport 500 del 1954, il mitico Arcangelo Betti, 86 anni di prorompente energia su Gilera Sei giorni 125 del 1967 accompagnato nell’avventura dal nipote Davide, 25 anni, su Mondial Sport 175 del 1958 e da un amico del nipote Matteo Conte su Gilera Sport 175 del 1956.
La famiglia Cereda, Giorgio, il padre su Gilera Sport 175 del 1957, il figlio Daniele su Gilera Sport 175 del 1956 e il nipote sedicenne Riccardo su Gilera Sport 125 del 1952. Cito anche gli altri nostri soci, in ordine sparso, scusandomi se dovessi dimenticare qualcuno. Giorgio Storti su Gilera Saturno 500 del 1952, Paolo Sala su Piaggio Vespa Rally 200 del 1974, Claudio Milani su Piaggio Vespa 150 del 1961, Brambilla Lino su Lambretta D 150 del 1956, Gianluigi Ajello detto Chicco su BMW R69 S 590 del 1963. Una bella compagnia di pazzi, perché la Milano-Taranto è una corsa per grandi appassioni di due ruote e un po’ folli, perché non è una passeggiata, ma una vera e propria avventura. I concorrenti in gara erano 190, il 40% arrivati dall’estero, Svizzera, Inghilterra e Germania in testa e da tutto il mondo per questa manifestazione. Evento che non è proprio una passeggiata, solo strade secondarie, su e giù per montagne e colline, tornanti a tutta manetta ma paesaggi stupendi, orizzonti infiniti, persone meravigliose e ricordi indelebili. L’arrivo sul lungomare di Taranto, dopo 1800 chilometri, è un grande happening, con una multitudine di gente che applaude e incoraggia i partecipanti.



La Milano Taranto ha alle spalle una grande organizzazione, non è cosa semplice spostare dal nord al sud quasi 200 moto, la maggior parte molto datade e tenere le redini di tutto.
Chi scrive era passeggero su BMW R1150 del 2002 del marito Giovanni Pizzagalli, insieme ad altri 3, Roberto Turri su Yamaha Tracer 900 GT del 2020, Roberto Madaro su Guzzi Nevada 750 del 1999 e Giuseppe Sebastiano De Francisci su Guzzi California 1100 KD VAR C del 2002, eravamo la categoria assaggiatori, coloro che dovevano assaggiare le specialità che ogni paese, punto di sosta, preparava e dare un punteggio allo stesso.



Impossibile citare tutte le specialità che abbiamo assaggiato, occorrerebbe scrivere un libro, ma ogni paese, con le pro-loco, con le associazioni, con la Coldiretti hanno veramente messo il cuore e l’anima per accoglierci e farci sentire a casa, con vere e proprie feste di paese e persone calorose ad accoglierci.
Per tirare le redini, una grande e bella avventura che ci ha permesso di scoprire tanti piccoli e bellissimi paesi di cui l’Italia è ricca, che, a volte, sono fuori dalle rotte turistiche più blasonate.
Graziella Rocca