Calco: presentato il progetto del nuovo bar-cucina a San Vigilio: “Un’opera sociale, funzionale, identitaria”

È stata molto più di una presentazione tecnica quella che si è svolta giovedì 3 luglio nella sala consiliare del municipio di Calco. Il progetto del nuovo bar-cucina in area San Vigilio è stato illustrato nei suoi dettagli architettonici e nel suo profondo valore civico dal sindaco Stefano Motta e dal progettista Alessandro Mauri (progettista Alessandro Mauri (studio Progetto 06 di Merate), di fronte a un pubblico attento e partecipe. 
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Il sindaco Stefano Motta e il progettista architetto Alessandro Mauri

Al centro della serata, non solo le caratteristiche dell’intervento, ma anche il lungo e complesso percorso che ha portato alla sua definizione, i vincoli imposti dalla Soprintendenza, le scelte operate per rispettare il contesto paesaggistico e soprattutto il ruolo sociale che l’opera è chiamata a svolgere.
Nell’introduzione, il Sindaco ha ricostruito il contesto da cui nasce l’intervento. "L’area di San Vigilio ha conosciuto negli ultimi anni una trasformazione profonda: da spazio periferico è divenuta il cuore pulsante delle attività ricreative e associative del paese, grazie a investimenti mirati che hanno portato alla realizzazione del Parcobaleno, della pista di atletica, del campo da beach volley e di nuove aree parcheggio". Secondo Motta, mancava un elemento fondamentale: una struttura stabile, capace di ospitare le iniziative delle realtà locali senza la necessità di ricorrere ogni volta a cucine mobili e tensostrutture temporanee.
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La decisione di procedere con il progetto del bar-cucina risponde a questa esigenza. "Non si tratta - ha tenuto a precisare il Sindaco - di un esercizio commerciale destinato a generare profitto, ma di un’infrastruttura a servizio del territorio, pensata per potenziare l’uso dell’area nei mesi più attivi, da marzo a ottobre". La gestione sarà orientata verso un modello partecipato: il Comune auspica che a prenderla in carico siano proprio le associazioni del territorio, come Pro Loco, Virtus Calco, CAI o Alpini, sfruttando le possibilità normative che permettono bandi riservati al terzo settore. Un eventuale affidamento a soggetti privati resta sullo sfondo, come opzione residuale.
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La struttura sarà composta da due unità autonome – bar e cucina – progettate per poter anche essere gestite separatamente. L’intervento, secondo quanto illustrato, darà una risposta definitiva a un’esigenza espressa da anni dalla comunità locale: poter disporre di un punto di riferimento stabile e funzionale per feste, eventi sportivi e momenti di aggregazione.
A pesare sul progetto, però, sono stati fin dall’inizio i vincoli imposti dalla Soprintendenza, che ha rallentato l’iter autorizzativo per oltre un anno. Il nodo principale era la vicinanza al complesso monumentale della chiesa parrocchiale e la possibilità che la nuova costruzione ne alterasse il “cono visuale”. Solo con il cambio del funzionario si è riusciti a trovare un punto d’equilibrio, accettando una serie di prescrizioni progettuali che hanno inevitabilmente aumentato i costi dell’opera. Le alternative proposte, come lo spostamento del fabbricato su altri lati del parco, erano risultate impraticabili, perché avrebbero compromesso la pista o coinvolto zone soggette ad altri vincoli (come la fascia cimiteriale). Il Sindaco ha spiegato che l’attuale collocazione è l’unica che ha permesso di mantenere intatta la funzionalità dell’intero spazio ricreativo.
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Anche il progetto architettonico ne ha risentito: l’idea iniziale di un dehor semplice e agile è stata progressivamente superata da una soluzione più articolata, concepita per integrarsi armonicamente con il paesaggio e soddisfare gli standard imposti. L’intervento, che inizialmente era stato ipotizzato in un ordine di spesa di circa 160mila euro, ha subito una revisione verso l’alto: un semplice dehor avrebbe superato comunque i 300mila euro, a causa dei requisiti legati alla normativa pubblica, alla sicurezza, all’accessibilità e alle dotazioni post-pandemia. Alla fine, il progetto approvato ha un costo complessivo di 566mila euro, finanziato per 416mila tramite mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti, mentre la quota rimanente è coperta dagli oneri di urbanizzazione della Growermetal S.p.A.
La durata stimata dei lavori è tra i 10 e i 15 mesi, con l’avvio dell’appalto previsto già entro l’autunno. I disagi inevitabili per l’area durante la fase di cantiere sono stati messi in conto, ma l’Amministrazione – ha specificato Motta – "è determinata a procedere, anche se i tempi completi di esecuzione potrebbero andare oltre la fine del mandato amministrativo".
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Un’ulteriore preoccupazione riguarda il rischio di vandalismo. La zona di San Vigilio, pur non essendo interessata da gravi fenomeni di criminalità, è stata in passato oggetto di numerosi danneggiamenti alle strutture pubbliche, in particolare ai bagni, più volte ristrutturati. Per questo motivo, la nuova struttura sarà dotata di servizi igienici fruibili solo durante gli orari di apertura del bar-cucina, mentre i bagni pubblici adiacenti alla chiesa rimarranno sempre accessibili.
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La parte tecnica del progetto è stata presentata dall’architetto Alessandro Mauri, che ha descritto nel dettaglio le caratteristiche architettoniche e funzionali dell’edificio. Il disegno si articola attorno a un perno centrale – una chiostrina verde – da cui si sviluppano quattro volumi destinati a usi distinti: il bar, vetrato e affacciato sul parco; la cucina, arretrata e più bassa per ridurre l’impatto visivo; i servizi igienici, inclusivi di spazi per disabili e personale; e una zona deposito con celle e locali tecnici. Tutti gli spazi sono stati pensati per un uso razionale e professionale, con particolare attenzione alla sicurezza, alla praticità e alla sostenibilità.
La cucina è stata progettata per essere una vera struttura definitiva, conforme agli standard delle cucine professionali moderne: dotata di un’isola centrale con piani cottura a induzione e cappa aspirante, banchi di lavoro, zona lavaggio separata, corridoi ampliati per agevolare lo stoccaggio e un sistema di percorsi pulito-sporco ben delineato. Gli impianti sono tutti predisposti: scarichi, acqua potabile, energia elettrica con presa trifase esterna da 63A, e un sistema di riscaldamento/raffrescamento completamente elettrico. L’intero fabbricato è progettato come edificio a consumo energetico quasi nullo (NZEB), privo di combustibili fossili e alimentato da pompe di calore, con sistemi di ventilazione meccanica controllata e impianti fotovoltaici.
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Anche l’integrazione paesaggistica ha avuto un ruolo centrale nella progettazione. La struttura sarà in parte incassata nella collina retrostante, in modo che il prato si trovi al livello della copertura. Dal lato posteriore, l’impatto visivo sarà quasi nullo. L’area esterna sarà inoltre arricchita con nuove alberature, che creeranno ombra naturale soprattutto nella zona destinata al patio.
Durante il dibattito, alcuni cittadini hanno manifestato dubbi sulla frequenza di utilizzo e sul rischio che la struttura vanga "abbandonata" nei periodi di minore attività. Il Sindaco ha risposto sottolineando come la presenza stessa dell’opera e il suo inserimento all’interno di una rete viva di associazioni siano già di per sé un elemento di garanzia. In altri comuni, strutture simili hanno saputo diventare punti di riferimento per la comunità, anche senza un’apertura continuativa. Il successo dipenderà, ha detto in sostanza, dalla capacità collettiva di riconoscere e valorizzare questa opportunità.
Quello che emerge è il profilo di un intervento maturo, frutto di scelte complesse e non prive di ostacoli, ma portato avanti con coerenza e determinazione. Non una semplice costruzione, ma un investimento strutturale nella vita associativa e nel capitale sociale di Calco. Un progetto che nasce dalla volontà di creare uno spazio stabile, sicuro, funzionale e riconoscibile per chi, quotidianamente, fa vivere il territorio.
E.Ma.
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