Merate: Retesalute ancora al centro con la stucchevole polemica dell’ex sindaco

Retesalute non smette di stupire, anche adesso che chiude con un bilancio in utile di oltre 115 mila euro al netto della posta straordinaria di 124mila euro come risarcimento stabilito dalla Corte dei Conti. Più di un’ora e mezza per ripercorrere le tappe di un passato che, nell’interesse di quanti c’erano allora, andrebbe archiviato in tutta fretta. Purtroppo chi non capiva allora non sa tacere oggi. Ammesso che oggi abbia davvero compreso ciò che accadde allora.
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Ma andiamo con ordine e cominciamo dal question time con cui si è aperto lunedì 16 giugno alle 21 il Consiglio comunale di Merate.
La domanda a risposta diretta è stata posta da Massimo Panzeri capogruppo di Prospettive per Merate. In sostanza l’ex sindaco leghista ha chiesto se all’interno della chat aperta per organizzare i gruppi di cammino promossi dall’Agenzia di Tutela della Salute, si faccia propaganda politica. Convinto di mettere a segno un colpo da maestro l’ex sindaco prima ha chiesto conferma che a amministrare la chat fossero proprio l’assessore Gianpiero Airoldi, con la delega allo sport e il consigliere Franco Tortorella che si occupa di sanità all’interno della maggioranza. Ottenuta la conferma ha estratto due volantini diffusi durante la campagna referendaria per il sì recuperati all’interno della chat. Dove si trovano almeno 900 messaggi scambiati tra i 59 iscritti protagonisti di altrettante passeggiate della salute tra i 110 partecipanti complessivi a questi gruppi di cammino. Sventolando i due volantini, con fare truce bene inquadrato dalla telecamera, Panzeri si è dichiarato totalmente insoddisfatto. Nessuno ha dato seguito alla polemica.
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E veniamo a Retesalute dove protagonista assoluto è stato ancora Massimo Panzeri. Il dr. Luca Rigamonti, direttore di Retesalute ha mostrato l’andamento dell’azienda speciale sotto l’aspetto sia contabile sia operativo attraverso una ventina di slide molto chiare.
MerateCcQT7.jpg (136 KB)Il risultato è migliorato, l’azienda può ritenersi fuori dal guado in cui era stata infilata nel 2021 con la delibera di scioglimento datata 29 aprile da parte dell’assemblea dei soci presieduta proprio da Massimo Panzeri. Contro questa delibera, in Consiglio si era battuto all’epoca il centrosinistra guidato dal dr. Aldo Castelli che riteneva, a ragione, la messa in liquidazione volontaria dell’azienda una decisione del tutto ingiustificata. Erano emersi disavanzi prima del 2015 e tra il 2015 e il 2019 nell’ordine dei 3.9 milioni di euro e durante una delle tante infuocate assemblee a gettare benzina sul fuoco era proprio Panzeri che si spingeva addirittura a lasciare intendere oscure partite di giro tra conti aziendali e conti privati. Alcune pesanti affermazioni hanno indotto l’allora addetta alla contabilità a querelare Panzeri per diffamazione. L’ex sindaco è ora chiamato in giudizio, con prima udienza a settembre.
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Mattia Salvioni con slide ben strutturate e comprensibili ha presentato una sintesi della vicenda partendo appunto dal 29 aprile 2021 con la delibera di scioglimento fino a giungere a ottobre dello stesso anno con l’approvazione del piano di risanamento. Merate avrebbe dovuto pagare 516mila euro ma ne versò soltanto 431mila considerando errato il metodo di calcolo. E’ rimasto così un debito fuori bilancio che si è trascinato sino a oggi. Con il riconoscimento di questo debito quindi versando a Retesalute i restanti 85mila euro la partita sul piano contabile si chiude.
Resta l’inutile polemica politica. La stessa Franca Maggioni all’epoca dei fatti assessora al Welfare ma esclusa dalla vicenda Retesalute, che Panzeri aveva avocato a sé, ha chiesto perché non sia stata fatta l’operazione di riconoscimento nei mesi scorsi. Per non alimentare ulteriori polemiche nessuno le ha domandato perché non avesse provveduto a farlo negli anni scorsi la Giunta, di cui anche lei faceva parte.
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Ma il Massimo l’ha offerto ancora una volta Augusto Panzeri che in tutti i modi ha cercato di accusare le due ex responsabili dell’azienda, Simona Milani e Anna Ronchi richiamando e sottolineando ripetutamente il passaggio della sentenza della Corte dei Conti che parla di anomalie nella gestione contabile con “confusione” tra i conti dell’azienda strumentale e quelli dell’ambito. Rilievi legittimi ma minimali rispetto alla responsabilità dell’assemblea dei soci tra sindaci, segretari comunali, responsabili di servizio finanziario dei comuni soci nessuno dei quali ha mai analizzato i bilanci per rilevare le anomalie. Panzeri, come sempre ha preferito vivisezionare la formica senza accorgersi dell’elefante. Ma nessuno in Consiglio ha dato seguito alla polemica, forse per pura carità cristiana, e meno ancora il capogruppo di maggioranza Ernesto Sellitto: “Ci possono essere valutazione diverse dell’accaduto – ha detto ironicamente – ma lasciamo perdere ormai e guardiamo avanti”.
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Del resto la Corte dei Conti è stata chiarissima dei 3.933.000 euro di disavanzo cumulativo ben 3.485.370 sono stati traslati sui soci utenti, cioè sui comuni mentre il danno prodotto dalla decisione di sciogliere l’azienda tra parcelle di consulenze e collegio dei liquidatori ammonta a 457.187 euro. E perché la cifra grossa è stata traslata sugli utenti soci? E’ ancora la Corte dei Conti a rispondere e sempre molto chiaramente: per l’inadeguatezza delle tariffe pagate per i servizi e l’insufficienza dei contributi comunali. E quindi, aggiungono i giudici contabili, i Comuni pagano ORA per ALLORA il giusto compenso all’azienda Retesalute. E affermano che “Non emergono episodi di mala gestione” (modestamente la tesi che noi abbiamo sostenuto dall’inizio). Dovrebbe essere tutto chiaro. Ma per Massimo Augusto Panzeri bisogna ancora cercare responsabilità negli ex dipendenti. Quando sarebbe stato tutto sommato accettabile se avesse detto: sì sapevamo di acquistare servizi sotto costo ma c’era il patto di stabilità che ci strangolava quindi nessuno di noi sindaci ha sollevato il problema. Fino a quando il nodo disavanzo non è venuto a galla.
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Invece in sede di votazione per riconoscere il debito fuori bilancio Panzeri ha fatto astenere il gruppo mentre Franca Maggioni ha votato sì con la maggioranza. Passi per Paola Panzeri che delle vicende di Merate crediamo le importi assai poco, impegnata com’è nei grandi Consigli di Amministrazione, dall’ospedale San Matteo di Pavia alla Snam, ma Alfredo Casaletto che convenienza ha nel continuare a seguire il suo “capo”?
C.B.
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