Merate: don Amilkar Naranjo consacrato sacerdote in Duomo

E' giunto il tanto atteso giorno e questa mattina in Duomo a Milano, l'arcivescovo Mario Delpini ha deposto le mani sul capo di don Amillar Naranjo, 33 anni, consacrandolo sacerdote diocesano.
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La parrocchia di Merate dove il giovane, originario dell'Ecuador, risiede con la famiglia dal 2006, da diversi giorni si sta preparando a questo momento gioioso con serate di riflessione e preghiera, focalizzate sull'ordinazione sacra con le riflessioni proposte da don Mauro, don Sergio, don Davide, don Riccardo.

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Quest'oggi don Amilkar ha fatto rietro a casa dopo la solenne celebrazione nella cattedrale milanese e ha partecipato nel pomeriggio a un momento di adorazione eucaristica in parrocchia sant'Ambrogio.
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Questa sera in oratorio lo attende un momento di festa mentre domani, 8 giugno, alle 10.30 celebrerà la prima Messa circondato dalla sua famiglia e dagli amici che in questi anni gli sono stati vicino e lo hanno sostenuto. Alle 13 pranzo tutti assieme sempre in oratorio e alle 16 un altro momento di festa. La giornata si concluderà con la processione con partenza alle 20.30 dall'ospedale e arrivo in prepositurale. Lunedì infine alle ore 20.30 sarà celebrata una santa Messa per tutti i preti defunti
LA PRESENTAZIONE DI  DON AMILKAR NARANJO
Ho 32 anni e sono originario dell’Ecuador. Vivo a Merate dal 2006, dove la parrocchia di Sant’Ambrogio è diventata per me, e la mia famiglia, luogo che possiamo chiamare casa. 
Il mio percorso non è stato lineare. Dopo tre anni di studi presso il “Graziella Fumagalli” di Casatenovo, ho sentito il bisogno di prendermi una pausa dallo studio. Ho iniziato così a lavorare come operaio in diversi ambiti, dove ho toccato con mano la fatica e la bellezza del mondo del lavoro. Successivamente, ho deciso di riprendere in mano i libri e, grazie all’Irfeyal, con sede al “Leone XIII” di Milano, ho ottenuto il diploma come tecnico informatico.
È stato però durante un ritiro spirituale che ha avuto inizio una profonda e sconvolgente riscoperta della fede, che da tempo avevo messo da parte. In quell’incontro con il Signore è iniziata la mia conversione, la stessa che mi ha condotto alla parrocchia Santo Stefano dei Migranti a Milano. Le parole del Vangelo nelle celebrazioni in spagnolo mi hanno toccato nel profondo e hanno fatto nascere in me una scelta radicale, seguendo quel «rinnega te stesso, prendi la tua croce e seguimi». Con il sostegno e la guida di don Alberto Vitali, parroco di Santo Stefano, ho intrapreso un cammino di discernimento che, con il tempo, mi ha condotto a bussare alle porte del Seminario.
Qui ho scoperto una Chiesa che accoglie, sostiene e cammina con te: una vera “Chiesa dalle genti”. In quest’ultimo anno, come diacono, ho svolto il mio ministero nella Comunità pastorale “Santa Caterina” di Besana in Brianza, un’esperienza ricca di volti, incontri e gratitudine. 
Sebbene non sia nato in terra ambrosiana, oggi mi sento pienamente parte di questa Chiesa: figlio di un popolo che si prende cura «perché nulla vada perduto» e che ora mi accompagna nel dire con gioia il mio «sì».
S.V.
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