Verderio, Falsetto: censura odg referendum, proposta lecita, il mio chiarimento

DOVEROSI CHIARIMENTI IN MERITO ALLA VICENDA DELL’ODG SUL REFERENDUM INGIUSTAMENTE CENSURATO NEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 28/05/2025.

L'art. 48 della Costituzione della Repubblica Italiana definisce l'esercizio del voto quale dovere civico.
La legge 25 maggio 1970, n. 352, "Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa
legislativa del popolo", detta le modalità di attuazione della procedura referendaria. In particolare,
l'articolo 6 stabilisce che i Comuni sono responsabili della diffusione delle informazioni necessarie
per permettere ai cittadini di votare.
La Corte Costituzionale ha precisato ulteriori aspetti della responsabilità dei Comuni in merito all'informazione sui referendum. In particolare, ha sottolineato che i Comuni devono:
Diffondere le informazioni sui referendum anche attraverso strumenti moderni di comunicazione:
(come internet, social media, ecc.).
Avere cura di garantire che le informazioni siano accessibili a tutti i cittadini, comprese le persone
con disabilità.
Fornire informazioni chiare e complete, evitando interpretazioni ambigue o fuorvianti.
In sintesi, i Comuni hanno il compito di garantire che i cittadini siano adeguatamente informati sul referendum e che possano esercitare il diritto di voto in modo consapevole. Questo compito è fondamentale per la salvaguardia del principio democratico, che prevede che il popolo sia chiamato a decidere sui temi più importanti.
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Ciò nonostante, riguardo ai prossimi referendum, vi è un anomalo silenzio, in particolare di quelle istituzioni che dovrebbero invece promuoverne la partecipazione consapevole. In quanto amministratore eletto sento il dovere di promuovere la consapevolezza, e la partecipazione democratica alla cosa pubblica; fattori essenziali al mantenimento della democrazia ed alla sua difesa. Non possiamo quindi che ritenere indispensabile proporre in Consiglio comunale un ODG, che non entri nel merito dei quesiti, non indichi alcun orientamento di voto, ma impegni l’amministrazione ad assolvere agli obblighi di legge sopra citati, ricordando gli strumenti ufficiali dove informarsi e prendere coscienza di qualunque scelta si ritenga consona (non si esclude quindi a priori neanche l’astensionismo), facendolo col massimo dell’impegno, con tutti gli strumenti consentiti dalla legge, e fornendo garanzie su  imparzialità e correttezza.
Secondo un recente sondaggio effettuato da Demopolis: solo il 46% degli intervistati dichiara di essere a conoscenza dei referendum. Da ciò deriva l’urgenza e l’indispensabilità di potenziare lecitamente gli strumenti di informazione a disposizione dei cittadini.
Ai sensi dell’art. 9, comma 1, della legge 22 febbraio 2000, n. 28, dalla data di convocazione dei comizi  referendari e fino alla chiusura delle operazioni di voto, «è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione, ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni».
La legge del 7 giugno 2000, n. 150 disciplina le attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni; definisce tutte le modalità e i mezzi di “comunicazione istituzionale”, tra questi in nessun modo annovera interventi, provvedimenti, deliberazione del Consiglio comunale.
Il TUEL (Testo Unico degli Enti Locali, D.lgs 18 agosto 2000, n 267), all’art. 42 attribuisce al Consiglio comunale ogni facoltà di indirizzo politico-amministrativo, all’art. 43 viene dato ampio spazio al diritto di iniziativa dei Consiglieri comunali.
Inoltre il Regolamento del Consiglio comunale di Verderio (deliberazione del Consiglio comunale n.78 del 2.12.2017) in conformità con il TUEL, all’articolo 48 - comma 1, cita: “… nella discussione degli argomenti, i Consiglieri comunali hanno il più ampio diritto di esprimere apprezzamenti, critiche, rilievi, etc.”.
Equiparare la “parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica” con la trattazione di un argomento “super partes”, di esatta competenza dell’Amministrazione comunale, mi sembra una forzatura fuori luogo: tanto più che il regolamento del Consiglio comunale di Verderio prevede, come è ovvio, un’equa ripartizione degli spazi di intervento a garanzia della pluralità a prescindere dal periodo elettorale o meno.
La facoltà di trattazione di argomenti di ordine politico, anche di orientamento, è tra quelle attribuite
ai Consiglieri, proprio in virtù del fatto che tutti questi abbiano equi spazi di dibattimento ed espressione esattamente normati.
L’ODG non è in nessun caso uno strumento di comunicazione istituzionale, essendo altresì - chiaramente – un provvedimento che esprime la legittima posizione del Consiglio comunale su temi di interesse pubblico, e impegna le istituzioni a intervenire in merito. Tantomeno l’Albo Pretorio dove l’ODG viene obbligatoriamente pubblicato, può essere considerato, ai sensi della legge del 7 giugno 2000, n. 150, un mero strumento di comunicazione istituzionale.
Appare incomprensibile, come un esposto “fantasioso”, emulativo e fuori luogo, come quello inviato
dalla minoranza, non sia stato cestinato; ed è sorprendente come a questo abbia fatto seguito una tempestiva comunicazione della Prefettura, che ha dato peso e dignità al banale e infimo tentativo della minoranza di ostacolare e infangare l’azione amministrativa. Il senso della comunicazione, privo di esplicitazioni univoche, ribadiva la citazione dell’esposto (qui appurata come non pertinente) e invitava il Sindaco a dare tempestivamente riscontro su cosa decidesse di fare in merito al ritirare o meno l’ODG.
Non può esistere una “censura preventiva”, né compete alla Prefettura - per sua stessa ammissione -
esprimere indicazioni o giudizi di merito riguardo ai contenuti politici dei dibattimenti e dei provvedimenti del Consiglio comunale, in quanto ha il compito di assicurare il corretto svolgimento del procedimento elettorale e di curare le procedure di scioglimento e sospensione dei consigli comunali, oltreché svolgere attività di supervisione e controllo della rispondenza normativa degli atti amministrativi da questo emanati.
Diversamente altri Consigli comunali non avrebbero potuto dibattere, come hanno fatto in tanti in questi giorni, anche nel merito degli indirizzi di voto, con Consiglieri che si sono espressi a favore o contro (in realtà per l’astensionismo) i 5 quesiti referendari; in particolare, solo 2 giorni prima della data in cui avremmo dovuto discutere l’ODG in oggetto, nel Consiglio comunale di Lecco (nostro capolougo) vi è stato un dibattimento nel merito dei referendum, con interventi che invitavano ed esprimere 5 Si ed altri che sostenevano posizioni differenti. Sempre nello stesso giorno il Sindaco di Casatenovo, non avrebbe potuto, come invece è stato, sollecitare tutti al voto dando importanza a ogni appuntamento elettorale, in apertura del Consiglio comunale.
La vicenda, come era prevedibile, è stata ampiamente strumentalizzata a mezzo stampa e non solo, insinuando dubbi impropri sulla liceità del nostro agire politico, sulla nostra trasparenza e sulla nostra
imparzialità; esattamente ciò che era nelle intenzioni della minoranza.
Quello che manca, palesemente, è un dibattito serio e circostanziato sui temi – fondamentali – che questi referendum pongono alla cittadinanza: argomenti cruciali, come la stabilità lavorativa, la lotta alla precarietà, la sicurezza sul lavoro, il diritto alla cittadinanza. Temi su cui il Governo ha preferito tacere, trincerandosi dietro l’indicazione di uno sterile astensionismo; temi su cui i media hanno fatto calare il silenzio, dedicandogli pochissimi spazi. Durante questa campagna referendaria vi sono stati Comuni che, nonostante le richieste e il conseguente obbligo di legge, non hanno pubblicato ubicazione e numerazione degli spazi di affissione, né ne hanno dato indicazione ai comitati e partiti impegnati nella campagna elettorale.
Se ogni posizione è lecita, è dovere delle istituzioni provvedere affinché la scelta dei cittadini sia consapevole, informata e partecipata; i dati dicono che non è così, quindi le istituzioni non stanno facendo il proprio dovere. Chi come noi invece onora il proprio mandato, viene ostacolato con questi miseri mezzi, che purtroppo sono lo strumento prevalente di una parte politica sterile, impreparata, disposta a tutto, in perenne campagna elettorale e disperatamente bisognosa di visibilità per compensare il vuoto della propria azione.
Il 7 e l’8 Giugno votate 5 Si per iniziare a cambiare questo Paese!
Francesco Falsetto
Assessore e Consigliere comunale di Verderio.
O.D.G. PER LA PROMOZIONE DELLA PARTECIPAZIONE AL VOTO IN OCCASIONE DEI
REFERENDUM DELL’8 e 9 GIUGNO 2025
IL CONSIGLIO COMUNALE DI VERDERIO
Premesso che:
● Nel corso del 2025 si andrà al voto su 5 quesiti referendari, 4 attinenti al lavoro ed uno attinente al tema della cittadinanza.
● Nel 2024 sono state raccolte oltre 5 milioni di firme a sostegno dei quesiti referendari.
● È stata pubblicata il 7 febbraio la sentenza con cui la Corte costituzionale, lo scorso 21 gennaio, si è
espressa sull'ammissibilità dei referendum che si voteranno nel 2025.

Considerato che:
● La partecipazione democratica e il diritto di voto rappresentano principi fondamentali della nostra Costituzione.
● È dovere delle istituzioni garantire un'informazione corretta, imparziale e completa sui temi referendari, favorendo un dibattito democratico e consapevole.
● Nell'ordinamento italiano, i Comuni rappresentano per i cittadini gli enti di maggior prossimità tra le autonomie locali di rilievo costituzionale.
● L'Amministrazione comunale ha un ruolo centrale nel promuovere la partecipazione attiva della cittadinanza e nell'assicurare l'accesso alle informazioni sulle modalità di voto.

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA COMUNALE A:

1. Garantire la massima diffusione delle informazioni relative alla data del voto, alle modalità di
voto e al contenuto dei quesiti referendari attraverso i seguenti canali istituzionali:
● sito web istituzionale del Comune;
● bacheche informative istituzionali;
● app comunale VerderioSmart;
● spazi informativi di affissione pubblica;
● ulteriori canali/strumenti di comunicazione istituzionale a disposizione dell'Ente;

2. Favorire la partecipazione democratica assicurando la disponibilità gratuita di spazi istituzionali e piazze pubbliche per iniziative di informazione daqualsiasi soggetto promosse, garantendo il pluralismo e il rispetto della normativa vigente;
3. Collaborare con le associazioni, le istituzioni educative e i media locali per sensibilizzare la cittadinanza sull'importanza della partecipazione al voto, promuovendo incontri informativi edibattiti pubblici;
4. Assicurare che tali iniziative di informazione siano condotte nel rispetto dei principi di imparzialità e correttezza, garantendo un'informazione chiara e accessibile a tutti i cittadini e le cittadine.
Francesco Falsetto - Consigliere Comunale gruppo SiAmo Verderio
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