Verderio: ritirato l'odg sul referendum. Falsetto esce

Un esposto dell'ultima ora ha fatto optare la maggioranza di Verderio al ritiro del punto all'ordine del giorno, con la contrarietà dell'assessore Francesco Falsetto che dopo avere letto la sua posizione, in netto disaccordo sia con il gruppo che con il Prefetto, ha preferito abbandonare l'aula.
E' successo nell'ultimo consiglio comunale a Villa Gallavresi dove in coda al consiglio si sarebbe dovuto discutere un ordine del giorno "per la promozione della partecipazione al voto in occasione dei Referendum dell'8 e 9 giugno 2025".
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Un testo, ha spiegato il sindaco in chiusura di assise, che avrebbe voluto auspicare il confronto tra le parti garantendo la massima diffusione delle informazioni relative alle modalità di voto e al coontenuto dei quesiti referendari e favorendo la partecipazione democratica, attraverso iniziative di comunicazione, da qualsiasi soggettto promosse, collaborando per favorire la partecipazione consapevole al voto, nel rispetto dei principi di imparzialità e corretteza.
Un documento che, tuttavia, è stato sottoposto alla lente di ingradimento del Prefetto a seguito di un esposto. Il "ricorrente", infatti, ha ritenuto che tale testo inserito come ordine del giorno in un consiglio comunale potesse violare le regole che vietano a qualsiasi amministrazione di fare pubblicità al referendum influenzando così l'opinione pubblica. Non dunque un atto volto a favorire l'informazione e dunque a consentire una scelta consapevole, qualsiasi essa sia, quanto uno strumento che avrebbe anche permesso ai consiglieri di esprimere pareri nel merito.
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Un esposto con conseguente risposta del Prefetto che ha portato la maggioranza, per non alimentare un clima di contrasto e polemica, inquinando il tempo rimasto prima della data del voto, a ritirare il punto all'ordine del giorno e a leggerlo una volta chiusa la seduta. Una scelta che non è stata condivisa dall'assessore Falsetto che, all'aula ignara della sua presa di posizione, ha letto un testo motivandone l'abbandono.
“Signor Sindaco, colleghi e colleghe consiglieri, cittadini
avrei voluto oggi leggere un Ordine del Giorno che non prendeva posizione politica, non sosteneva una parte contro l’altra, ma chiedeva semplicemente di fare ciò che ogni istituzione democratica dovrebbe considerare un dovere: promuovere la partecipazione al voto e garantire il diritto dei cittadini a essere informati.
In vista dei referendum dell’8 e 9 giugno, ci siamo limitati a proporre un testo condiviso, redatto con l’aiuto di esperti, equilibrato nei toni, rispettoso delle istituzioni e dei ruoli. Un testo che ribadiva l’impegno del Comune di Verderio a fare la propria parte nel favorire consapevolezza, confronto e trasparenza.
Ma un esposto dell’ultim’ora ha insinuato sospetti che non trovano alcun fondamento nel merito. E il Prefetto ha risposto con il solito linguaggio, a mio avviso, formale e ambiguo, che non entra nel merito e, nei fatti, dice tutto e nulla. Così facendo, si alimenta un clima di sospetto e si rafforza una cultura del silenzio che è il vero nemico della democrazia.
Quello che accade attorno a questi referendum è preoccupante: si moltiplicano le zone d’ombra, l’informazione scarseggia, e le istituzioni centrali – governo, regione, provincia – sembrano più impegnate a rimuovere il tema dal dibattito pubblico che a stimolare la partecipazione.
Noi abbiamo cercato di fare il contrario: di dare voce, strumenti, contesto. E oggi, anche questo minimo atto di responsabilità viene messo in discussione.
I miei colleghi, preoccupati dalle conseguenze, hanno deciso di fare un passo indietro. Li comprendo non possiamo sprecare il nostro tempo dietro l’atteggiamento emulativo e distraente della minoranza, dobbiamo dedicare il massimo dei nostri sforzi ai cittadini. Io scelgo invece di fare un passo di lato. Non leggerò l’Ordine del Giorno. Ma voglio che sia chiaro che non rinuncio alla sua verità e alla sua necessità. La protesta che esprimo oggi è rivolta a chi, da dentro e da fuori quest’aula, preferisce ostacolare invece che confrontarsi.
Per questo, in segno di dissenso verso questa forma di censura preventiva, e per ribadire la mia fiducia nei cittadini più che nei tatticismi, lascio ora questa seduta.
Grazie.”
S.V.
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