Madonna del Bosco: la città di Merate in pellegrinaggio
Diversi fedeli nella serata di venerdì 30 maggio hanno preso parte alla santa messa celebrata da don Mauro Malighetti presso il Santuario della Madonna del Bosco, durante la quale le famiglie sono state affidate a Maria.


Ad anticipare l’eucarestia è stato un pellegrinaggio, iniziato dalla chiesa di Sartirana, che ha visto come punto d’arrivo naturalmente il Santuario divenuto quest’anno una delle Chiese Giubilari del Lecchese.
La cerimonia, semplice ma molto sentita, è stata arricchita dalle voci del coro, accompagnate da tastiera e clarinetto, che hanno riempito gli attimi di silenzio con canti liturgici.


Durante l’omelia, don Mauro, accostandosi al concetto di “speranza” che è la parola chiave del Giubileo 2025, ha voluto condividere un messaggio ben preciso ai fedeli: la parola “impossibile” deve scomparire dal vocabolario di chi crede e intende affidarsi al Signore.


Il parroco di Merate ha ricordato Elisabetta, donna avanti negli anni, divenuta comunque madre grazie alla manifestazione di Dio in lei. “Ciò che sembra impossibile, per Dio è possibile” ha proseguito, riprendendo quanto scritto da San Paolo ai romani mettendo in evidenza proprio questo messaggio. “Ciò che sembra impossibile all’uomo diventa l’agire di Dio. Mi pare proprio che la parola «impossibile» non debba appartenerci, non fa parte del nostro ‘dna’ di discepoli. E l’impossibile non ci apre alla speranza”.


Un modo attraverso il quale sarà possibile, in questo anno giubilare, essere “pellegrini di speranza” sarà quello di abbandonare questa espressione. “Per Dio è stato possibile che un adolescente sedicenne, il beato Carlo Acutis, in un breve cammino di vita abbia fatto quello che ha fatto. È possibile che un giovane, Pier Giorgio Frassati, viva la sua vita in pienezza. È possibile che per una coppia di sposi, che tentavano un altra strada, Dio abbia pensato al matrimonio, e che il Signore dia nove figli e ne chiami a sè subito quattro. Potremmo andare avanti a raccontare le meraviglie che Dio fa nella storia – anche quella di oggi – se trova un uomo o una donna disponibile”.
Per don Mauro è questa la “chiave” verso la possibilità di tutto: “Un discepolo che apre il cuore e dice: senza di te non posso fare nulla, con te posso fare tutto, perché per te nulla è impossibile”. Il sacerdote ha poi invitato a riflettere sui conflitti e le guerre che continuano senza sosta. “Perché non cessano? Perché l’uomo non è disponibile a Dio. Non ci sono accordi diplomatici se non c’è questa apertura alla possibilità di Dio. L’uomo pensa di poter salvare se stesso e il mondo e poter disporre tutto come vuole, ma la cosa che è possibile all’uomo è solo quella di mettersi in relazione con Dio”.


L’invito finale è stato quindi quello di rivolgersi alla Vergine Santa e chiederle, in questa sosta giubilare, di rendere tutti capaci di fidarsi di Dio, anche se fa passare dentro prove o sofferenze. “Che ci permetta di fidarci di Dio perché per lui nulla è impossibile. Il beato Carlo Acutis ce l’ha detto: la bellezza è lo sguardo rivolto verso se stessi. La felicità è lo sguardo rivolto verso Dio. Se Dio possiede il nostro cuore allora anche noi possederemo l’infinito. Se lui possiede il nostro cuore, per noi nulla impossibile, perché noi siamo strumenti nelle sue mani. Ecco la speranza certa, ecco il dono grande di questo Giubileo”.

Don Eugenio, don Mauro, don Biagio

Ad anticipare l’eucarestia è stato un pellegrinaggio, iniziato dalla chiesa di Sartirana, che ha visto come punto d’arrivo naturalmente il Santuario divenuto quest’anno una delle Chiese Giubilari del Lecchese.
La cerimonia, semplice ma molto sentita, è stata arricchita dalle voci del coro, accompagnate da tastiera e clarinetto, che hanno riempito gli attimi di silenzio con canti liturgici.


Il diacono Davide Canepa
Durante l’omelia, don Mauro, accostandosi al concetto di “speranza” che è la parola chiave del Giubileo 2025, ha voluto condividere un messaggio ben preciso ai fedeli: la parola “impossibile” deve scomparire dal vocabolario di chi crede e intende affidarsi al Signore.


Il parroco di Merate ha ricordato Elisabetta, donna avanti negli anni, divenuta comunque madre grazie alla manifestazione di Dio in lei. “Ciò che sembra impossibile, per Dio è possibile” ha proseguito, riprendendo quanto scritto da San Paolo ai romani mettendo in evidenza proprio questo messaggio. “Ciò che sembra impossibile all’uomo diventa l’agire di Dio. Mi pare proprio che la parola «impossibile» non debba appartenerci, non fa parte del nostro ‘dna’ di discepoli. E l’impossibile non ci apre alla speranza”.


Un modo attraverso il quale sarà possibile, in questo anno giubilare, essere “pellegrini di speranza” sarà quello di abbandonare questa espressione. “Per Dio è stato possibile che un adolescente sedicenne, il beato Carlo Acutis, in un breve cammino di vita abbia fatto quello che ha fatto. È possibile che un giovane, Pier Giorgio Frassati, viva la sua vita in pienezza. È possibile che per una coppia di sposi, che tentavano un altra strada, Dio abbia pensato al matrimonio, e che il Signore dia nove figli e ne chiami a sè subito quattro. Potremmo andare avanti a raccontare le meraviglie che Dio fa nella storia – anche quella di oggi – se trova un uomo o una donna disponibile”.
Per don Mauro è questa la “chiave” verso la possibilità di tutto: “Un discepolo che apre il cuore e dice: senza di te non posso fare nulla, con te posso fare tutto, perché per te nulla è impossibile”. Il sacerdote ha poi invitato a riflettere sui conflitti e le guerre che continuano senza sosta. “Perché non cessano? Perché l’uomo non è disponibile a Dio. Non ci sono accordi diplomatici se non c’è questa apertura alla possibilità di Dio. L’uomo pensa di poter salvare se stesso e il mondo e poter disporre tutto come vuole, ma la cosa che è possibile all’uomo è solo quella di mettersi in relazione con Dio”.


L’invito finale è stato quindi quello di rivolgersi alla Vergine Santa e chiederle, in questa sosta giubilare, di rendere tutti capaci di fidarsi di Dio, anche se fa passare dentro prove o sofferenze. “Che ci permetta di fidarci di Dio perché per lui nulla è impossibile. Il beato Carlo Acutis ce l’ha detto: la bellezza è lo sguardo rivolto verso se stessi. La felicità è lo sguardo rivolto verso Dio. Se Dio possiede il nostro cuore allora anche noi possederemo l’infinito. Se lui possiede il nostro cuore, per noi nulla impossibile, perché noi siamo strumenti nelle sue mani. Ecco la speranza certa, ecco il dono grande di questo Giubileo”.
E.Ma.