Merate, via Verdi: mettiamo la parola fine e vediamo se e come migliorare il lavoro

L’intervento di due grandi esperti come l’ing. Debernardi, estensore di numerosi piani urbani del traffico (tra cui quello di Merate tuttora vigente) e l’arch. Jappelli, il cui progetto di riqualificazione di viale Verdi ha ottenuto il 1° premio, pone fine – o dovrebbe porre fine – all’inutile confronto tra coloro che vedono nell’opera l’apoteosi della consigliatura Panzeri e chi, più sobriamente, pur apprezzando l’intervento in sé non nega l’evidenza di un lavoro ben lontano dall’obiettivo iniziale.

Porta bandiera degli oltranzisti è sicuramente Giuseppe Papaleo, già presidente del Comitato, da più parti definito “affettuosamente” il sindaco del Municipio 2 per il piglio con cui affronta automobilisti un poco disattenti.

Noi apparteniamo alla seconda categoria e da sempre sosteniamo che con quasi 4 milioni di euro si sarebbe potuto fare assai di più e assai meglio.

Due rotatorie che da un lato hanno fluidificato il traffico ma dall’altro lo hanno intensificato paurosamente, due lunghi marciapiedi e un’asfaltatura. Non c’è traccia di aree di convivialità. Gli attraversamenti pedonali che avrebbero dovuto essere “protetti” sono semplici “zebre”, non c’è la ciclabile né l’alberatura che conferisce il titolo di viale a uno stradone.

Quei quattro milioni, o poco meno, l’amministrazione di Massimo Panzeri avrebbe potuto spenderli meglio su quest’opera, oppure, alla luce del ridotto progetto e di conseguenza del modesto risultato, dirottarne una parte altrove. Per esempio sul recupero di villa Confalonieri.

Comunque sia, stante i curriculum dei due professionisti, ci permettiamo una volta per tutte suggerire al signor Papaleo, che spesso ci gratifica dei suoi pensierini della sera, di rientrare tra i residenti comuni di viale Verdi non avendo alcun titolo per ergersi a “sentinella” del quartiere.

Ammettere con umiltà che le critiche erano e sono fondate e che il risultato è nettamente sotto le aspettative a fronte di una spesa molto elevata è il minimo che ci si possa aspettare dopo mesi e mesi di squilli di tromba e bordate di tromboni. A meno che il sindaco Panzeri o il suo sedicente omologo di quartiere abbiano un curriculum altrettanto ponderoso.

Ma ne dubitiamo.

 CLICCA QUI per il curriculum dell'ing. Debernardi
 CLICCA QUI per il curriculum dell'arch. Jappelli
 
Claudio Brambilla
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.