Verderio: nel libro "Il custode" mamma Michela racconta la storia d'Amore e di Fede per il figlio Michele morto a pochi mesi di vita

Nella serata di venerdì 17, un oratorio gremito ha accolto la compaesana Michela Sala, tornata nella sua città natale, dopo tanti anni passati con la famiglia nel Monferrato, per raccontare la storia del figlio Michele attraverso il suo libro pubblicato a gennaio “Il custode. Il vantaggio di essere molto piccoli”.
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Un libro che potrebbe suscitare paure e timori nel lettore per il tema trattato, ovvero la storia di malattia e morte di un bimbo, l’autrice ha però spiegato di averlo scritto con gioia, con l’obiettivo di trasmettere una sensazione finale di sollievo, di sofferenza lenita anche grazie alle fede. Una stesura nata da un’urgenza di comunicare la sua esperienza a un mese di distanza dalla prematura scomparsa del figlio, avvenuta il 17 dicembre 2022, per esternare un lutto e una perdita condivisa da tante persone.
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Michela Sala
Un testo che mostra gli strumenti messi in atto dalla madre e psichiatra e dalla sua famiglia, composta dal marito Walter, la figlia maggiore Margherita e i più piccoli Giovanni e Domenico, per affrontare insieme il difficile percorso del piccolo Michele, affetto da sindrome di Down, da una malformazione cardiaca e da una malattia gastrointestinale. Una gravidanza sin da subito complicata, che ha trovato aiuto in incontri con persone, tre particolarmente importanti. Il primo con lo scrittore Guido Marangoni, che con il suo libro “Anna sorride sotto la pioggia” ha fornito alla psichiatra e alla figlia Margherita tante risposte sulla vita con un bambino con disabilità, oltre che portare alla fioritura di un’amicizia duratura tra le due famiglie. Il secondo incontro ha avuto luogo proprio all’ospedale Regina Margherita di Torino, nel momento in cui la donna è stata ricoverata d’urgenza nel periodo di Pasqua, alla trentaquattresima settimana di gravidanza, per indurre un parto anticipato, necessario per favorire le condizioni di salute del piccolo. In questo momento di sconforto la verderese è stata approcciata da suor Fè, che ha fatto pregare la mamma, aiutandola a superare un momento di crisi che la scrittrice ha paragonato a quello avuto da Giobbe nella disputa tra Dio e Satana. Infine, la compagna di stanza di ospedale Elisa, anche lei incinta con bambino con cardiopatia, le ha regalato il libro di Chiara Corbella, una giovane donna che ha portato a termine due gravidanze pur sapendo che i figli sarebbero sopravvissuti per pochissimo tempo, a causa di gravi malformazioni. Una decisione nata dalla convinzione che la nascita di un bambino sia già l’accesso alla vita eterna, un pensiero adottato dall’autrice, che come Chiara Corbella, ha fatto battezzare il figlio subito dopo il parto.
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Questi momenti di confronto e relazione con altri hanno permesso all'autrice di lasciare la razionalità e concretezza, peculiarità della sua professione, per abbracciare ancora di più la sfera spirituale, che già caratterizzava la sua vita e così vedere Michele sotto una nuova luce e capire che la lunghezza dell’esistenza non ne determina la qualità: il figlio stava già facendo tutto quello che poteva, affidandosi alle cure di altri. Un’opera che apre a riflessioni sulla necessità della comunicazione nella relazione tra le persone, del ruolo della meraviglia e resilienza nel superamento di situazioni tragiche, il legame tra scienza e religione, tenendo però al primo posto la storia di una famiglia. Il titolo del libro fa riferimento al passo della Genesi in cui Caino, in risposta alla domanda di Dio su dove sia il fratello Abele, da lui poco prima ucciso, risponde di non esserne il suo custode. Un ruolo al contrario ritenuto la base, secondo la psichiatra, di un rapporto per poter funzionare bene.
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Anna Arlati, Michela Sala e Veronica Origo

In tanti si sono fermati alla fine dell’incontro per confrontarsi con l’autrice e le moderatrici Veronica Origo e Anna Arlati, che hanno ringraziato la Comunità Pastorale per l’organizzazione dell’evento.
I.Bi.
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