Calco: il climatologo Mercalli ospite alle scuole e del CAI

Due grandi appuntamenti a Calco nella giornata di mercoledì 17 aprile con l’illustre climatologo torinese Luca Mercalli. Il professore, presidente della Società Meteorologica Italiana, ha incontrato nel pomeriggio gli studenti delle classi seconde e terze della scuola media “L. Da Vinci” del paese parlando loro del cambiamento climatico che è in atto.
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Alla sera invece, nell’ambito della rassegna organizzata dalla sezione del CAI per celebrare 60 anni dalla fondazione, l’ospite è stato accolto in area San Vigilio davanti a un foltissimo pubblico. Molte persone sono giunte anche da lontano per seguire l’evento.
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Il presidente del CAI Matteo Fumagalli, il professor Luca Mercalli e il sindaco Stefano Motta al microfono 
A fare gli onori di casa sono stati il sindaco Stefano Motta e il presidente CAI Matteo Fumagalli, che hanno ringraziato il professor Mercalli per la sua preziosa presenza. Il climatologo nel corso della relazione ha parlato in modo chiaro, ponendo il pubblico di fronte a una questione che, seppur sotto gli occhi di tutti, si tende a ignorare: il clima è cambiato e altrettanto sta facendo il nostro pianeta. 
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Il professor Luca Mercalli
Prima di entrare nel vivo della questione, il professore ha svelato la sua decisione di trasferirsi in alta Val di Susa visto l’innalzamento della temperatura media annuale, in un posto “dove è possibile stare senza condizionatore”. Di questa scelta il professore ne ha recentemente scritto in un libro edito da Einaudi intitolato “Salire in montagna. Prendere quota per sfuggire al riscaldamento globale” e pubblicato nel 2020. 
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“Siamo  reduci inverno più caldo degli ultimi tempi” ha quindi esordito con dati alla mano proiettati sullo schermo. Sulle cause dell’innalzamento delle temperature il professore non ha dubbi, la colpa è dell’uomo e a parlare sono ancora i dati. “Fino alla rivoluzione industriale la Co2 non è mai salita sopra i 300 ppm. Oggi siamo a 423 ppm (parti per milione ndr)” ha detto, mostrando che l’incremento è avvenuto da quando l’uomo ha iniziato a usare massivamente carbone, petrolio e gas. Ciò ha portato all’aumento di 1,2 gradi in più nell’ultimo secolo della temperatura della Terra. “Sembra poco, ma con un grado in più per noi è come avere la febbre” ha proseguito, ricordato che che il 2023 è stato l’anno più caldo di sempre.
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Tutto ciò rappresenta un rischio per tutti e tornare indietro non è semplice. Secondo il professore in Italia è come se si fosse spostata la latitudine: “Torino ha le temperature di Firenze, Firenze di Roma, Roma di Napoli, Napoli di Palermo e Palermo di Tangeri”. Ciò comporta anche il diffondersi di nuovi parassiti, ma soprattutto il verificarsi di sempre più forti fenomeni atmosferici. Un esempio è l’alluvione avvenuta in Romagna lo scorso anno. 
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Guardando al futuro, il climatologo ha spiegato che ci sono due ipotetici scenari. Se l’uomo continuerà a ignorare questo problema, alla fine di questo secolo si avranno 5 gradi in più e gli eventi estremi saranno sempre più frequenti. Non solo. Il professore ha spiegato che l’innalzamento di temperature in stati dove già sono elevate potrebbe comportare inevitabilmente dei grandi flussi migratori. Oltre a questo si continuerebbe a verificare lo scioglimento dei ghiacciai e il conseguente alzamento del livello dei mari. Per queste ragioni è importante avere a cuore il problema e agire. “Quella ambientale è la vera priorità, ma agiremo troppo poco e troppo tardi” ha detto Mercalli, lanciando però uno spunto. Secondo il climatologo infatti sarebbe importante attuare una migrazione “verticale” e preventiva. Ovvero ripopolare le montagne, un po’ come ha fatto lui sistemando la baita che ora è la sua casa in Val di Susa. 
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Il pubblico è rimasto colpito dall’esposizione dell’esperto e alla fine non sono mancate numerose domande. A chiudere la serata è stato il presidente CAI Matteo Fumgalli, che ha ricordato  i prossimi appuntamenti. 
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E.Ma.

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