Merate: prevenzione e cure nella donna. Dal tumore alla mammella sino all'oblio oncologico. Parola a 3 dottoresse

La migliore prevenzione passa attraverso corretti e sani di stili di vita ma soprattutto da una conoscenza di se stessi, degli strumenti che la medicina mette a disposizione e delle risorse che il territorio offre alla popolazione, in termini di ambulatori, screening, esami.

Lo hanno ben spiegato le tre relatrici che lo scorso sabato mattina, presso il centro anziani di piazza don Minzoni, si sono rivolte a una platea numerosa e attenta, che ha raccolto l'invito dell'Altra metà del cielo e di Soroptimist, per approfondire il tema della prevenzione.
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Al tavolo dei relatori, con uno stile semplice, fluido e comprensibile si sono sedute due oncologhe e una senologa che, illustrando una serie di slides e poi parlando a braccio, hanno spiegato prima ancora del percorso di presa in carico nel momento della cura, tutto ciò che si può fare per non arrivare tardi nella diagnosi,.

Introdotto da Amalia Bonfanti, presidente dell'associazione che si occupa di prestare aiuto e sostegno alle donne, e dall'avvocato Maria Grazia Corti per Soroptimist, il convegno è stato aperto dalla dottoressa Vittoria Oletti, oncologa clinica di Torino.
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La dottoressa Vittoria Oletti

Il medico ha spiegato come i tumori possano colpire persone di ogni età e come siano tanti i fattori che vnnno a influire sulla sua comparsa, dallo stile di vita, all'alimentazione, all'area geografica di residenza.

Tre sono i tipi di prevenzione che possono essere messi in atto: primaria (è la persona a “regolarsi”), secondaria (c'è una offerta da parte del territorio), terziaria (interviene quando la malattia è già presente).

Mentre sul DNA non si può lavorare perchè si tratta di un elemento ereditario non mutabile, ci sono fattori di rischio su cui invece si può intervenire (alimentazione, inattività, …). La dottoressa ha così ribadito l'importanza di una dieta sana a base di frutta e verdura, con vitamine, antiossidanti, proteine a contrasto delle malattie cardiovascolari e come prevenzione del tumore. L'acqua è un elemento di cui bisognerebbe fare un uso “importante”, in quanto depura il corpo, lo idrata, ne favorisce lo sviluppo muscolare.

Assolutamente da evitare è l'alcool e il fumo, quest'ultimo tra i principali fattori di rischio e che crea dipendenza.
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Fondamentale per stare bene è la pratica dell'attività sportiva attraverso la quale il corpo libera endorfine, che sono gli ormoni della felicità, e porta la persona a mangiare bene e dormire meglio, riducendo i problemi di osteoporosi.

Andando su tema attuale, in prossimità della stagione estiva, la dottoressa Oletti ha fornito alcuni consigli e pratiche da evitare nell'esposizione al sole, da cui possono derivare tumori della pelle e invecchiamento della stessa.
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La dottoressa Carla Magni

A prendere la parola è stata poi la dottoressa Carla Magni, senologa e direttrice della Breast Unit di Asst Lecco, che è partita fornendo una serie di numeri per inquadrare la patologia del tumore al seno.

Ogni giorno in Italia 150 donne ricevono notizia di un cancro alla mammella. Quando lo si intercetta al primo stadio, si ha una sopravvivenza pari al 99%. In Lombardia ogni anno si registrano 10mila nuovi casi, 350 in provincia di Lecco.

La Lombardia oltre ad avere la sopravvivenza più alta d'Europa vanta anche la percentuale più alta di adesione allo screening che viene proposto da una certa età in avanti e Lecco risulta essere la provincia più virtuosa.

Quando si parla di tumore alla mammella si devono considerare la famigliarità (con più di un caso di tumore) e l'ereditarietà (il DNA presenta una alterazione che dà un rischio molto alto di sviluppo del tumore).
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Esistono criteri precisi sia per donne sane che malate per sottoporsi ai test genetici ma tale indicazione deve arrivare da uno specialista. Oggi tali esami consentono di individuare tali mutazioni e altre a “significato incerto”. Sono necessari un supporto clinico e psicologico, per chi scopre di avere un rischio elevato di sviluppo del tumore

La dottoressa Magni ha spiegato che si può fare una sorveglianza attiva o intervenire tramite chirurgia profilattica (che abbassa il rischio ma non lo azzera).

E' entrata poi nel dettaglio di come si scopre un tumore.

Ci sono l'autopalpazione, la visita senologica per la valutazione dell'eventuale presenza di un nodulo, la diagnostica radiologica (mammografia, che riduce la mortalità al 40$), la tomosintesi (consente di avere più mammografie), l'ecografia, la mammografia con mezzo di contrasto.

Fare uno screening significa passare la popolazione al setaccio: il sistema sanitario investe in fase preventiva nell'ottica di evitare ricoveri e interventi che sono ben più onerosi economicamente e sono fisicamente e psicologicamente più sopportati dalla persona.

La tipologia di esami a cui sottoporsi varia in base all'età della persona e alla sua situazione personale (famigliarità, stato di salute, …)

Dopo i 40 anni è consigliabile abbinare mammografia ed ecografia, ogni anno, dallo stesso specialista. Dai 50 ai 74 anni, lo screening porta a un richiamo ogni biennio mentre dopo i 74 anni ogni 12/18 mesi.
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L'esame istologico rappresenta la carta di identità del tumore e consente di capire la scelta del farmaco da abbinare. Oggi ci sono test genomici (quelli genetici sono relativi all'ereditarietà) che si eseguono solo sul tessuto malato e sono necessari per comprendere se la chemioterapia darà i risultati sperati. Altrimenti non si sottopone il paziente a tale “stress”.

In Asst Lecco nel 2023 ci sono stati 350 casi di tumore alla mammella: solo per 31 si è eseguito il test genomico e solo per 6 si è optato per la chemioterapia.

Si tratta di un esame che costa all'ospedale poco meno di 2mila euro ma consente un risparmio successivo tra cure, test, controlli.

In Asst esiste la “Breast unit” dove un pool di specialisti offre un approccio a 360° sulla persona e la sua patologia. Dove c'è tale struttura aumenta la sopravvivenza delle donne del 18% perchè si offrono una migliore diagnostica, assistenza e competenza.
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La dottoressa Silvia Villa

A chiudere il convegno è stata la dottoressa Silvia Villa, oncologa e presidente della Lega Tumori di Lecco, che ha voluto mettere a conoscenza la popolazione dei 10 diritti dei pazienti che sono:
accesso equo
informazione
qualità, esperienza e risultati
terapia specializzata e multidisciplinare
decisioni condivise
ricerca e innovazione
qualità della vita
integrazione di cure audivanti
sopravvivenza e riabilitazione
reintegro

La prospettiva di vita della donna, ha spiegato la dottoressa Villa, è quadruplicata negli ultimi anni anche per chi è a uno stadio avanzato della malattia.

Dopo un breve cenno alle terapie (immunoterapia, chemioterapia,...), si è parlato di oblio oncologico introdotto in forma di legge nel dicembre 2023. In Italia riguarda all'incirca un milione di persone e legifera il diritto a non fare menzione di una malattia oncologica una volta guariti a 10 anni dal termine delle cure.
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Da sinistra Silvia Villa, Maria Grazia Corti, Carla Magni, Franca Maggioni (ancora per qualche ora assessore ai servizi sociali e welfare), Amalia Bonfanti e Vittoria Oletti

Lo scopo è quello di tutelare la dignità e i diritti delle persone che hanno avuto tumori e che sono guarite nonché evitare discriminazioni (aumento dei costi assicurativi e trattamenti discriminatori in caso di stipula di mutui).

“Ho visto l'oncologia medica da quando è nata” ha concluso la dottoressa Villa “e ha fatto davvero passi da gigante, diversamente da altri campi. La salute non è un fatto privato e ora dobbiamo lavorare affinchè una buona legge come quella sull'oblio oncologico sia anche applicata”.
S.V.

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