Mandic: l'eccellenza la fanno le persone. Grazie a tutti coloro che si sono presi cura di me.

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L’ospedale Mandic di Merate è al punto che conosciamo tutti. Un lento e inesorabile decadimento, un futuro segnato.

Ma martedì scorso ho avuto bisogno del pronto soccorso e sento il bisogno di dire che tutto ha funzionato perfettamente, grazie all’eccellenza di tutti gli operatori; non sarei qui a raccontarlo altrimenti…

Martedì pomeriggio ho avuto un shock anafilattico a causa di una antibiotico; ho chiamato subito i soccorsi e in pochi minuti ho cominciato a faticare a respirare e ad avere sempre meno forze, oltre agli altri sintomi. L’auto infermieristica e l’ambulanza sono arrivate in 5 minuti, sono stato trattato sul posto e portato subito in Pronto Soccorso a Merate; in ambulanza ho perso i sensi, non ho ricordi chiari fino alle 21:00 di sera, quando ho cominciato ad uscire dalla fase critica, di li a poco mi hanno sospeso l’adrenalina e la ventilazione forzata, durante la notte sono andato via via stabilizzandomi, ho anche riposato. La mattina potevo riderci sopra.

Era una questione di tempo, era una questione di fare subito la cosa giusta al momento giusto. Sono stato fortunato perché mi sono imbattuto in persone straordinarie che hanno fatto la differenza. 

Giovanni, il primario, che mi ha trattato subito e che non ha lasciato il pronto soccorso finché non ero del tutto stabile, per tornare di mattina presto a verificare come avessi passato la notte; Giulio, infermiere, mio angelo custode nella fase critica; Denis, infermiera, che si è presa cura di me tutta la notte senza perdermi mai di vista; i miei soccorritori: Lorenzo, infermiere, che mi ha soccorso in casa, insieme a Mario, Mirko e agli altri dell’ambulanza. Sono stati tanto rapidi ed efficienti da riuscire a non farmi perdere i sensi davanti ai miei familiari, già terrorizzati. Poi Mariagrazia, Maddalena, Mariarosaria, il rianimatore, Anna, Marco, Raffaella, Cristina, Pippi, Valentina e tanti altri che non ricordo.

A Loro tutti un GRAZIE sentito, perché non si sono risparmiati, perché amano il loro lavoro, perché il disagio di turnistiche pesanti, di condizioni lavorative incerte, lo lasciano fuori dall’ospedale; dovremmo valorizzare questo patrimonio umano al servizio di una sanità pubblica resa sempre più fragile dalle assurde politiche regionali e nazionali.

Quando andrete in pronto soccorso per un mal di schiena, pazientate se vi faranno aspettare, queste persone sono in grado di fare la differenza quando ce n’è realmente bisogno!

Grazie di Cuore
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Francesco Falsetto
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