Buon segno il voto unanime di Casatenovo al documento titolato ''Salviamo l’ospedale''

I casatesi si possono ritenere doppiamente fortunati (e oculati): hanno una coesa maggioranza di centrosinistra e una minoranza intelligente di centrodestra e Movimento 5 Stelle. Dall’incrocio di queste forze politiche è scaturita l’unanimità attorno al famoso documento “Salviamo l’ospedale”. Il dottor Filippo Galbiati, peraltro, è primario di Medicina d’urgenza del più grande ospedale di Milano. Sa di che cosa si sta parlando. A differenza di molti altri che forse il documento nemmeno lo hanno letto.

L’approvazione unanime ci dà l’occasione di tornare sul documento. E’ stato scritto da una ventina di volontari le cui intenzioni erano note a tutti e chiunque avesse a cuore l’ospedale avrebbe potuto partecipare. Senza attendere l’invito in carta bollata. Si tratta di un testo approfondito la cui valenza è stata colta da qualche esponente lecchese noto per il nomadismo tra partiti che ha visto di malocchio l’iniziativa. E ha scatenato le sue truppe.

L’attenzione si è quindi spostata non già sul contenuto del documento ma sullo sgarbo per non essere stati invitati ufficialmente. Abbiamo letto le rimostranze di Massimo Panzeri e Giuseppe Procopio per non aver ricevuto un alfiere con l’invito. Dell’ospedale se ne occupano soltanto in campagna elettorale poi se ne dimenticano, forse in attesa disposizioni dall’alto.

Eppure il documento porta anche la firma di ben tre ex sindaci della città – simpaticamente appellati – che militano nel centrodestra, Andrea Robbiani, Andrea Massironi e Dario Perego. E ha avuto l’approvazione degli altri due ex sindaci meratesi di centrosinistra, Mario Gallina e Giovanni Battista Albani.

Per dire che il testo è mirato al solo scopo che porta nel titolo “Salviamo l’ospedale”. Va oltre i partiti. Perché il futuro dell’ospedale dipende dalla politica ma la politica in ordine al futuro dell’ospedale dipende dalla forza delle istituzioni locali.

Perciò il Consiglio comunale di Casatenovo ha approvato all’unanimità il documento. Perciò cinque ex sindaci di Merate lo hanno sottoscritto.

Invece il trombettiere l’ha buttata in caciara politica. Che è alla portata di tutti, a differenza dello studio analitico della situazione interna al presidio e della verifica dell’applicazione puntuale del Poas.

Speriamo che lo strappo si possa ricucire, è troppo prezioso il nostro vecchio Mandic per finire stritolato da inutili lotte da fazione.
Claudio Brambilla
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