L’ideazione bipolare che identifica la cultura e la scienza in sinistra/destra è una concezione schizoparanoidea della politica che genera solo conflitti sociali

Come le onde, le informazioni quotidiane rimbalzano da un network all'altro e scompaiono velocemente per dare spazio nevroticamente a quelle nuove. Ogni giorno politici locali, regionali e nazionali piazzano sul mercato informazioni con opere da fare nel breve periodo. Sparano con piacere salve di cannone, fuochi d'artificio, poi, uno si guarda attorno e si ritrova con infrastrutture mai terminate o iniziate, ritardi decennali, richieste incomprensibili. Tutto è fermo, è rallentato, immobile.

La cosa più simpatica è la comunicazione schizofrenica, sdoppiata. Il politico al posto di discutere, dissentire, proporre all'interno del contesto in cui opera - Consiglio comunale, Regionale, Camera, Senato- usa la stampa, i networks per dire a nuora, perché suocera intenda.

Il mezzo di comunicazione è lo strumento perverso e collaterale di una politica del non fare, dell'annunciare, del manipolare. Lo strumento comunicazionale è utile per costruire storie, racconti, favole da offrire ai cittadini (utenti) per il consenso. Anche se il mercato dell'informazione è ampio, articolato, e apparentemente democratico, è sempre soggetto al controllo di qualche interesse economico o politico; anche internet è soggetto a controlli, interessi economici e non solo.

Lo strumento svolge sempre un meta controllo, segue delle finalità specifiche e particolari. Ecco perché è strategico impossessarsi della televisione pubblica (RAI), che è ancora il network più gettonato dai cittadini. L'attuale maggioranza della popolazione è nata molto prima dell'arrivo del digitale, di internet. Inoltre, i giornali cartacei sono sempre meno letti, si sono trasferiti in internet; le edicole sono scomparse.

E' dentro questo contesto mediatico che l'attuale classe dirigente al Governo sostiene che bisogna introdurre, portare al centro della comunicazione di massa personaggi, artisti, operatori del settore che sappiano promuovere e rimuovere, quella che loro chiamano la cultura di sinistra che da anni domina la scena.

E' a dir poco una concezione paranoidea quella che identifica lo scrittore, lo sceneggiatore, il conduttore in un comunicante di sinistra che modella e manipola l'ascoltatore. E' per questo motivo che, per garantire una comunicazione identitaria del pensiero dominate dell'attuale classe dirigente, il Governo vuole mettere dei personaggi di destra.

L'ideazione bipolare che identifica la cultura e la scienza in sinistra/destra è una concezione schizoparanoidea della politica che genera solo conflitti sociali. Questa modalità si è riscontrata nel periodo della pandemia con la contrapposizione e il conflitto tra vax e no vax. I no vax si identificavano con la destra. La stessa cosa si è assistita al Salone della Fiera del libro a Torino.

Questo desiderio famelico, orgiastico di pensare di gestire la comunicazione poco centra con la cultura, con l'estetica. Benedetto Croce, nel suo saggio "Poesia e non Poesia" ripugna Leopardi, non sopporta Giuseppe Ungaretti perché non rientrano nei canoni della sua concezione idealistica, classica, eppure, paradossalmente, per spiegare la sua concezione estetica, è costretto a confrontarsi con le loro opere e studiarle.

Con questa concezione paranoidea chi sta a sinistra, sull'atra sponda del fiume, non dovrebbe leggere Nietzsche, Célin, Pirandello, D'Annunzio; non ascoltare Wagner e dovrebbe dividere la libreria in autori, poeti, musicisti, scienziati, teatranti di destra e di sinistra. E' una sublime paranoia che fa male all'estetica, allo sviluppo cognitivo e sociale della gente.

 

Dr. Enrico Magni Psicologo
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