Merate: regolamenti da aggiornare, ecco contenuti e sanzioni di quello della P. U.

Una pubblica Amministrazione, fortemente orientata al diritto del cittadino dovrebbe, tra i tanti altri doveri, mantenere aggiornati i regolamenti che assicurano la tutela legale e la civile convivenza. Ma spesso non è così. La cronaca di Merate di questi giorni che rimbalza sul quotidiano locale con lodevole frequenza ci narra di continue proteste da parte di gruppi di cittadini per i disagi dovuti a comportamenti incivili e irrispettosi. A ciò si dovrebbe opporre il regolamento di Polizia urbana con l'applicazione di quelle sanzioni con cui il Sindaco di Merate ha minacciato i ragazzi che pernottano in piazza Libertà.



Ma il regolamento di Polizia urbana risale al 17 maggio 2006 e risente, naturalmente, dei valori e della sensibilità dell'epoca.

L'art. 33 di detto regolamento, ad esempio, si concentra sul divieto di giuochi sul suolo pubblico e sui comportamenti molesti. La fattispecie denunciata da Massimo Panzeri, cui ha dichiarato formalmente guerra.

Ebbene, i divieti regolati dai commi da 1 a 7 dell'art.33 sono sanzionati da un minimo di 25 a un massimo di 77 euro. Nulla che possa davvero fare paura. Va ancora meglio ai gestori di locali con spazi aperti che imbrattano il suolo pubblico: per loro la sanzione oscilla tra 15 e 46 euro.

Immergersi nelle fontane o lavare cose o animali oppure prelevare l'acqua comporta la modica sanzione di cui sopra. Stessa multa per coloro che si sdraiano per terra, bivaccano e dormono sonno androni e porticati.

Poco incisive anche le norme contenute nel capitolo V "Quiete pubblica". Interessante però l'art.58 comma 2 che di fatto risuona l'invito fatto da queste colonne ai vigili urbani di dotarsi di applicazione per la rilevazione del suono. Il comma infatti recita: "La Polizia Locale nonché i tecnici dell'A.R.P.A, su reclamo dei cittadini o d'ufficio, potranno accertare la natura e l'entità dei rumori, ai sensi del D.P.C.M. 01.03.1991, del regolamento d'igiene e del piano di zonizzazione acustica, e potranno promuovere i necessari provvedimenti affinché i responsabili delle attività in questione eliminino i rumori stessi o li riportino a tollerabilità".

 

Ma anche in caso di contravvenzione ai divieti espressi dall'art.58 le sanzioni non spaventano, vanno da 154 a 516 euro salvo che si ravvisi l'ipotesi prevista dall'art.659 del Codice Penale.

 

Gli artt.60 e 61 riguardano i rumori domestici. Dalle 22 alle 8 sono vietati strumenti e apparecchiature, TV compresa, che possano arrecare disturbo. In caso di violazione la multa è compresa tra 25 e 77 euro.

 

L'art.62 riguarda invece i pubblici esercizi, dove si verificano le criticità più rilevanti. Recitano così i commi 1-3: "Nel rispetto delle fasce orarie di apertura, stabilite dalle leggi e dalle ordinanze sindacali, è

vietato nei pubblici esercizi l'uso di apparecchi sonori a volume tale da recare disturbo al

vicinato.

62.2 Nei pubblici esercizi e sulle aree di pertinenza è altresì vietato produrre o lasciar produrre

rumori o emissioni sonore o vocali che possano disturbare il vicinato.

62.3 I contravventori alle norme del presente articolo sono soggetti alla sanzione amministrativa

da € 51,00 a € 154,00, fatta salva l'applicabilità dell'art. 659 Codice Penale

 

E' chiaro che il nocciolo della questione sta in chi deve fare rispettare queste norme, peraltro bisognose di un rapido aggiornamento. Quindi il tema si sposta dal regolamento - ripetiamo pure da rivedere e adeguare - al sistema repressivo. Che a Merate non fa certo notizia.

 

CLICCA SULL'IMMAGINE PER LEGGERE IL CODICE ETICO


Eppure c'è stata una consigliatura efficace in questo senso, tra il 2009 e il 2014, guidata dal leghista Andrea Ambrogio Robbiani. Oltre a provvedimenti mirati, Robbiani d'intesa con l'assessore al commercio Giuseppe Procopio aveva fatto sottoscrivere a diversi esercenti un "Codice etico". Era il 18 dicembre 2009, in Giunta sedeva come assessore ai lavori pubblici l'attuale sindaco Massimo Panzeri. Alcuni nomi sono cambiati, nuovi operatori hanno aperto le attività ma i contenuti del Codice sono di assoluta attualità. Peccato che siano totalmente ignorati. Sia da alcuni firmatari sia, soprattutto da coloro che dovrebbero farlo rispettare. A partire proprio dall'assessore Procopio, dato che il sindaco non è più Robbiani, relegato anzi all'ultimo banco.

 

Sono tanti i regolamenti dati, si pensi ad esempio quello che regola l'uso dell'impianto sportivo risalente al 1986 o all'utilizzo del Parco delle Piramidi del 1989 oppure, infine al testo per l'esercizio dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande del 2011.

 

Una Commissione consiliare o una consulta potrebbe essere nominata allo scopo proprio di rivedere e aggiornare i regolamenti.

 

CLICCA QUI per il regolamento di polizia locale

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