P. S. Mandic: in struttura due soli medici, l’ASST cerca Coop. e privati, e offre 101 euro l’ora, 1.215 per un turno di 12 ore

L'allarme sul progressivo scivolamento della sanità pubblica verso una gestione sostanzialmente privata, almeno dal punto di vista esecutivo non sembra far breccia nell'alta politica né a livello nazionale né a livello regionale. Così anno dopo anno, mese dopo mese, alla penuria di personale medico da inserire in modo strutturato in corsia si sopperisce con medici inviati da società private o cooperative. A conferma del fatto che non sono i medici a mancare ma quelli disposti a lavorare in maniera fissa per un'azienda ospedaliera, mentre sono sempre più numerosi coloro che optano per società esterne e cooperative che garantiscono stipendi molto più alti e estrema flessibilità.


Il primario dottor Giovanni Buonocore

 

E' così al Pronto soccorso di Merate dove tuttora dove dal 1° marzo e fino al prossimo 28 febbraio operano medici della società Med Right Srl.

Il 16 maggio scorso il direttore della struttura complessa di Pronto soccorso dr. Giovanni Buonocore comunicava alla direzione strategica e alla direzione medica di presidio che a far data da settembre 2022 la situazione di criticità sarebbe ulteriormente aggravata a causa dell'uscita di due dirigenti medici, la quale avrebbe portato l'organico medico di struttura a 1,7 unità operative in grado di dare copertura solamente per una quota inferiore al 20% dei turni mensili complessivi. Tradotto oltre al Primario resta un medico, più un secondo entrato in servizio a metà ottobre a tempo pieno ma per i soli turni diurni.

Dato che il quadro generale non migliorerà certo nel medio periodo ed anzi la penuria di personale si protrarrà anche sul lungo termine, la direzione risorse umane e la direzione gestione acquisti con delibera 901 dell'1 dicembre ha bandito una nuova procedura di gara aperta per l'affidamento del servizio di supporto al pronto soccorso del Mandic.

E qui si arriva al punto. Il bando prevede un compenso medico orario a base d'asta di 87 euro l'ora (iva esente) più un compenso organizzativo sempre a base d'asta di 14,32 euro per un costo orario totale di 101,32 euro. Per un turno di 12 ore l'Azienda pubblica lecchese pone a base d'asta la bellezza di 1.215,84 euro. E siccome i turni richiesti sono 1.860 il costo complessivo ammonta a 2.261.462,40 euro per un periodo di 24 mesi rinnovabile per altri 24.

Uno per l'altro con dieci turni da 12 ore l'uno per un totale di 120 ore mensili il "supporto" incassa all'incirca diecimila euro. Si tratta di un calcolo dozzinale che tuttavia rende l'idea del perché cooperative e società si siano moltiplicate mettendo a disposizione dei presidi ospedalieri pubblici anestesisti-rianimatori, internisti, ortopedici, medici di medicina d'urgenza.

Figure professionali che, evidentemente gli ospedali del servizio sanitario nazionale non trovano.

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