La Valletta: la prof. Fumagalli si rivolge in video al ministro Azzolina e ai suoi studenti

Il 21 febbraio scorso, quando gli insegnanti hanno salutato i propri alunni normalmente, dando loro appuntamento al lunedì successivo, non si aspettavano certo che quello sarebbe stato l'ultimo giorno di scuola fino a settembre. Eppure, nonostante quel giorno sembri ormai un lontano ricordo, la realtà scolastica ha continuato ad andare avanti, e con lei docenti, alunni e genitori hanno stretto i denti, cercando di adattarsi per portare avanti il programma con la cosiddetta didattica a distanza.

Claudia Fumagalli
Parte proprio con il racconto di quel giorno di febbraio ormai lontano il lungo sfogo pubblicato in rete da Claudia Fumagalli, insegnante di lettere, storia e geografia alla secondaria di primo grado Don Piero Pointinger di La Valletta Brianza, che, così come molti altri colleghi, si è rimboccata le maniche, reinventando e modificando i suoi metodi di insegnamento e di gestione della classe.

"Una rivoluzione copernicana", è così che la prof definisce l'esperienza di questi mesi, nel video - caricato sul suo ormai celebre canale YouTube - rivolto direttamente al Ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina. La situazione ha colto tutti impreparati, e ha fatto emergere dei problemi che prima erano solo marginali, soprattutto di ordinetecnologico, come racconta l'insegnante. Il secondo punto dello sfogo della prof Fumagalli è dedicato alla privacy; con la didattica a distanza, infatti, sono venute meno tutte quelle accortezze volte a proteggere gli alunni, in particolare quelli con DSA, i Disturbi Specifici dell'Apprendimento. Bambini e ragazzi con queste difficoltà, non solo non vengono più tutelati, ma anzi vengono  inevitabilmente esposti al giudizio dei compagni.

 

Dopo aver presentato una situazione tutt'altro che facile ed ottimistica, dunque, la professoressa Fumagalli arriva dritta al punto del suo sfogo: ciò che è mancato in questi mesi, sono state delle indicazioni ministeriali, delle direttive provenienti dall'alto e dunque inequivocabili. "Non ci sono stati dati orari precisi da seguire" ha spiegato la docente, amareggiata, spiegando come insegnanti e famiglie siano stati abbandonati a se stessi.
"Quanto tempo devo stare collegata? Quanto tempo i ragazzi devono - e possono - trascorrere davanti al pc senza che ne vengano danneggiati? Quanti compiti è giusto dare loro in questa situazione?". Questi sono solo alcuni degli interrogativi che rimarranno presumibilmente senza risposta, e la colpa è da attribuire prevalentemente alla comunicazione del Ministero dell'Istruzione, confusa, contraddittoria e spesso incoerente.  Ciò che più preoccupa la professoressa Fumagalli - e molti altri insegnanti, lasciati in un limbo di incertezza - è il futuro della scuola, in particolare per quanto riguarda gli esami.

Maturità ed esame di terza media, a quanto pare, saranno sostituiti dalla presentazione di un elaborato, un metodo che, tra l'altro, non è mai stato affrontato in classe e che richiede del tempo, diventando così per alunni ed insegnanti un ulteriore fardello. Come se non bastasse, a queste incognite si aggiunge anche quella del rientro a scuola a settembre.
La scuola, a detta della prof Fumagalli, si fa in classe, ed è impensabile immaginare di continuare con la didattica a distanza per un intero anno scolastico. È necessario pensare ai bambini,  agli insegnanti,  alle famiglie ed al loro futuro, senza lasciare che l'istruzione sia l'ultimo fanalino di coda delle realtà italiane.  Il lungo video, dopo l'amarezza iniziale, si conclude con un accorato ed affettuoso appello rivolto ai suoi alunni, ma che potrebbe esserlo a tutti gli studenti di Italia: "Ragazzi, ce la farete comunque. Sarà difficile, però supereremo anche questo momento. L'anno prossimo affronterete una nuova avventura, spero migliore di come è  terminata questa". Il video sta ricevendo numerosi apprezzamenti da parte di insegnanti, genitori, e persone che semplicemente si rendono conto della gravità della situazione ed intendono unirsi al coro di coloro che chiedono maggiore tutela e maggiore chiarezza per il futuro della scuola.
G.Co.
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