L'on. Bologna lascia il Movimento 5 stelle. Valori venuti meno ma sosterrò il Governo

Fabiola Bologna
Lo aveva annunciato, questa volta, ed è stata di parola. L’onorevole Fabiola Bologna, 49 anni, residente nell’Isola bergamasca, deputata eletta per il Movimento 5 Stelle nella Circoscrizione 2 della Lombardia, che comprende comuni della provincia di Como, Lecco, Sondrio, Varese e 35 comuni della provincia di Bergamo al confine con quella di lecco, ha affidato alla rete le motivazioni che l’hanno portata, due anni dopo il suo ingresso a Montecitorio, a “tradire” il Movimento per passare al Gruppo Misto.
Una decisione che nei giorni scorsi ha comunicato al presidente della Camera e che si è abbattuta come un fulmine a ciel sereno tra i sostenitori del Movimento del territorio, suscitando le inevitabili polemiche.
La deputata annuncia però che continuerà a sostenere il Governo e che la scelta di abbandonare il movimento è maturata all’interno di un travaglio personale e politico che è inevitabilmente culminato con un bilancio di questi due anni di intenso lavoro e la “sofferta” decisione di lasciare i Pentastellati.
Di seguito la lettera dell’onorevole Bologna, scritta ai suoi elettori, dove manifesta il suo disagio di fronte al clima politico venutosi a creare, soprattutto all’interno del Movimento.

“Care amiche ed amici, miei simpatizzanti ed elettori, grazie al vostro consenso sono entrata in Parlamento, nel 2018, perché volevo fare la differenza secondo convinzioni condivise e senza compromessi.
Ho lavorato duramente, ma convintamente, per questi due anni, in Commissione Affari sociali e Sanità alla Camera dei Deputati.
Ho cercato di contribuire costruttivamente alle discussioni per far sì che il gruppo M5S adottasse un approccio sempre più razionale, scientifico e concreto nell’affrontare i temi sanitari e sociali a cui mi sono dedicata, favorendo un comportamento istituzionale responsabile e spingendo per una organizzazione metodica ed efficiente.
Dopo due anni, mi sono ritrovata a fare un bilancio personale e politico di tutto l'impegno profuso e dei risultati ottenuti, alla luce di ciò che mi stava intorno.
A fronte di una emergenza in cui abbiamo riscoperto altrove le nostre fragilità insieme al valore del nostro essere sociale e della solidarietà, mi sono ritrovata in solitudine a riflettere in merito ad un ambiente di lavoro che diventava, giornalmente, solamente scontro dialettico e improduttivo.
Da qui è via via maturata una scelta, quella di abbandonare il gruppo parlamentare del M5S molto sofferta, difficile sul piano umano e politico, ma inevitabile e coerente con gli stessi principi che mi avevano, due anni fa, spinta a scendere in campo abbandonando, momentaneamente, una attività professionale di grande soddisfazione con l’orgoglio e la speranza di poter dare direttamente un contributo per la crescita e il cambiamento del Paese sulle tematiche che mi erano più proprie e vicine. Una scelta di cambiamento allora ben rappresentata dal M5S nelle cui fila mi ero schierata. Questa mia scelta, ora, non ha, pertanto, motivazioni banali e venali, non nasconde smaniose ambizioni od oscuri progetti, ma attiene al mio ruolo e allo svolgimento della mia attività parlamentare. Preciso subito che sosterrò il Governo al quale confermo la mia fiducia parlamentare attenzionando l’azione politica ed istituzionale nell’interesse del Paese.
 Confermo il lavoro sin qui svolto da me all’interno del gruppo, anche trasversalmente con persone di diverso orientamento e schieramento.
Continuerò a portare avanti i temi della Sanità con le mie proposte anche in considerazione della terribile emergenza che stiamo vivendo e che ha messo in luce le falle e le criticità di questo sistema.
Dovremo imboccare nuove strade, in questo contesto, per dare al Paese un programma sanitario finanziariamente adeguatamente sostenuto che miri a trovare la soluzione di problemi complessi che riguardano:
• la medicina del territorio
• la governance e la dirigenza
• il personale sanitario
• la geriatria
• l’informatizzazione dei flussi e la tempestiva condivisione dei dati
• l’introduzione e lo sviluppo delle più moderne tecnologie.
Si tratta di un lavoro enorme, fondamentale, al quale vorrei riservare tutto il mio impegno e la mia dedizione in questo triennio di mandato che mi separano dal fine legislatura per dare un senso compiuto a questa mia esperienza.
Non mi risparmierò dal continuare a dare il mio supporto a questo meraviglioso territorio che mi ha eletta, le cui problematiche continueranno ad essere le mie e la cui ricerca di soluzioni mi troverà ancora più presente ed impegnata per sostenere tutti i suoi cittadini e le sue imprese.
Il cambiamento é anche la ricerca di una meta soprattutto per coloro che cercano di costruire una società più solidale, giusta e meritocratica oltre la definizione e oltre l'apparenza.
Sapere Aude!”.

Una scelta quella dell’onorevole Bologna che ha raccolto la solidarietà della collega dei Cinque stelle, la senatrice Mariolina Castellone, che ha rimarcato come “l’uscita di Fabiola dal gruppo è una sconfitta per tutti noi. Per me in particolare vorrà dire aver preso un aiuto prezioso…”. Il riferimento è all’impegno dell’onorevole Bologna nella XII Commissione (Affari sociali), dopo la deputata bergamasca di adozioni ha lavorato intensamente, mettendo a disposizione le sue conoscenze di medico neurologo.
Anche la deputata pentastellata, Leda Volpi, neurologa come la Bologna, si è detta rammaricata di questa scelta: “E’ una sconfitta per tutto il Movimento quando una persona valida e competente come Fabiola getta la spugna sotto il peso delle becere slealtà di alcuni che dovrebbero stare dalla stessa parte e che invece sgomitano e attaccano per interessi personali. Questo è proprio il modo di fare politica che noi combattiamo”.
Una dichiarazione che lascia intendere chiaramente che l’onorevole Bologna sia in qualche modo rimasta “vittima” del fuoco amico, anche se l’interessata non si sbilancia.
Ma all’onorevole è giunta un’altra importante testimonianza di stima nientemeno che dal professor Guido Silvestri, della prestigiosa Emory Unviersity di Atlanta, definito dal noto professor Roberto Burioni “il Ronaldo della virologia”. Il professore, oltre ad esprimere la sua stima personale nei confronti della dottoressa Bologna, compie un’analisi sulle sorti del Movimento.
“Fabiola non è il solito "politico di professione" alla sempiterna ricerca di poltrone e visibilità personale, ma è una bravissima collega, medico neurologo, dirigente ospedaliero al “Papa Giovanni XXIII” di Bergamo, professionista impeccabile e grande attivista pro-scienza (oltre che carissima amica). Persona tutta di un pezzo, Fabiola è scesa in campo per portare avanti i valori in cui crede, senza nessun tornaconto personale - come mi diceva scherzando ieri al telefono, lei è una delle poche persone in parlamento che a far politica ci ha rimesso economicamente.
Come un’altra persona a me molto vicina, la senatrice e ricercatrice dottoressa Elena Fattori, anche lei nel gruppo misto ed ora in prima linea nello studio delle strategie per la “riapertura” del dopo-COVID-19, Fabiola ha deciso di uscire dal M5S in seguito ad una serie di delusioni politiche e personali su cui non sta a me giudicare, ma che sono collegate in modo chiarissimo alla deriva cinico-trasformista del movimento iniziata a partire dal trionfo delle elezioni del marzo 2018. Fabiola ha deciso di andarsene in silenzio e senza fare polemiche pubbliche, ma la sua amarezza è profondissima.  Per come la vedo io, questo è un brutto giorno per il M5S, e per tutti quelli che, come anche il sottoscritto - pur nella sua assoluta indipendenza - hanno creduto che quel messaggio di novità, onestà e pacifico cambiamento democratico dal “basso” che era nato dai sogni di un comico tanto matto quanto geniale potesse davvero far crescere moralmente la politica e la società italiane. Con Fabiola (come con Elena lo scorso anno) il M5S perde una di quelle persone serie, oneste e competenti che dovrebbero essere l’orgoglio di un qualunque partito”.
A livello locale la decisione ha suscitato notevole risentimento, per usare un eufemismo, tra gli attivisti lecchesi, ma soprattutto tra quelli bergamaschi. Tutti gridano al tradimento e chiedono ovviamente un gesto di coerenza: le dimissioni.
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