Bernareggio, effetti latenti del Covid: il caso della Cooperativa Millemani
È uno degli effetti collaterali dell'emergenza coronavirus meno visibili nella nostra società, ma dall'impatto potenzialmente molto rilevante, in senso negativo, sull'equilibrio dei soggetti interessati. Parliamo dello stop forzato delle attività della Cooperativa Sociale Millemani di Bernareggio. Da 30 anni il centro di via Donizetti rappresenta un angolo in cui poter creare, attraverso il sostegno di una bella comunità di volontari animati dallo spirito solidale, le condizioni per un maggiore benessere psicologico delle persone disabili, attraverso il loro coinvolgimento attivo in varie mansioni. Un modo utile naturalmente anche per contenere il rischio di isolamento sociale. La cooperativa, che di fatto funziona con le stesse credenziali di un'azienda, è attualmente chiusa dopo le disposizioni del governo che al momento ha concesso la possibilità di prestare servizio alle sole attività connesse alla produzione e al commercio di beni di prima necessità. Un'esclusione che rischia di portare con sè ripercussioni psicologiche importanti per le persone con disabilità seguite dalla cooperativa. Specie poi se questo periodo di chiusura forzata dovesse protrarsi molto a lungo. Qualche novità positiva è però forse attesa a breve.

"Dalla prossima settimana c'è la possibilità di far riprendere parzialmente l’attività ai dipendenti col criterio della rotazione, fa presente Elio Bianchi, vicepresidente della Cooperativa Millemani - il motivo sono le commesse legate alla filiere ammesse dal DPCM che abbiamo. I nostri ragazzi producono alcuni componenti che rientrano in queste filiere e quindi le loro competenze sono spendibili seguendo le attuali disposizioni. Purtroppo c'è una cospicua parte di ragazzi che per le disposizioni governative vigenti non possiamo comunque far rientrare, ed è quella relativa ai tirocinanti, che sono una ventina". La questione non è secondaria se si pensa che a questo gruppo appartengono coloro per cui la cooperativa funge da seconda casa, dal momento che vi trascorrono molto del loro tempo, impegnati in varie attività. Un servizio che consente ai familiari di gestire meglio le proprie giornate, e per i ragazzi di socializzare. Un sostegno che quest'emergenza praticamente ha tolto loro da un giorno all'altro. Senza poter immaginare quando potrà essere ripristinato. Per loro si dovrà attendere la cosiddetta Fase 2 dell'emergenza, che darà le linee per capire se e quando potranno tornare a frequentare la cooperativa. Nessuna possibilità di tornare ad operare da settimana prossima anche per i volontari, per motivi di rischio assembramenti.
M.L.