La visita all'osservatorio astronomico
Luca e Francesco Cavalli Sforza in visita all'Osservatorio Astronomico di Brera-Merate. Tra le istituzioni pubbliche che in Brianza si occupano di scienza e ricerca, l'Osservatorio Astronomico costruito nel 1923 sulla collina di San Rocco è certamente la più prestigiosa e conosciuta nel mondo scientifico, in particolare per gli studi sui raggi x. Accoglie tuttora decine di ricercatori. A Merate vengono ospitati ogni anno anche una dozzina di laureandi e altrettanti dottorandi. Questi ultimi in una foresteria.
Inevitabile allora che per Luca e Francesco Cavalli Sforza, ospiti dell'associazione culturale "La Semina" e del "Liceo Agnesi" di Merate, per l'incontro "sulle origini della vita" l'istituto di via Emilio Bianchi fosse meta che meritava una visita.
Impegnato a Milano il direttore, Giovanni Pareschi, ad accogliere gli ospiti (Luca genetista di fama mondiale e il figlio Francesco antropologo, entrambi docenti all'università San Raffaele di Milano) è stato Gabriele Ghisellini, astronomo. Illustrando le ricerche di cui ci si occupa l'istituto aperto nel 1923 dall'allora direttore Emilio Bianchi, Ghisellini ha illustrato gli studi sulla cosmologia, le stelle pulsanti, i lampi extrasolari, l'energia oscura e i buchi neri, sottolineando poi come "l'Osservatorio di Brera-Merate sia conosciuto nel mondo per gli studi sui raggi x". In collaborazione con altri Osservatori, Brera-Merate sta lavorando alla realizzazione di grandi telescopi. "In particolare - ha sottolineato - abbiamo realizzato gli specchi per il Magic, un telescopio da 17 metri installato alle Canarie, in Australia e in altre parti del mondo".
Con i raggi x - ha continuato - è necessario lavorare con grande precisione. La tecnologia che realizziamo qui e in collaborazione con un'azienda del Lario, è precisa, curata, economica. Costruiamo anche gli specchi per la misura di raggi x installati sui satelliti". Molto interessanti gli studi sulla dark energy (energia oscura) di cui si sta occupando in particolare Gigi Guzzo, astronomo molto conosciuto in città. In estrema sintesi, gli studi sulla dark energy vorrebbero dimostrare come dopo il Big Ben, la grande esplosione cosmica che aveva dato origine alla vita, l'Universo avrebbe continuato ad espandersi. Una sorta di "grande strappo" come è stato poi definito. Ipotesi che Eistein aveva intuito nel 1916, ma che il più grande scienziato del Novecento non aveva approfondito. Quando, un decennio più tardi, era stata "riscoperta", lo stesso Eistein aveva pronunciato una frase rimasta famosa. "Questa è stata la mia grande cantonata".
Concluso l'incontro in sala conferenze, i due studiosi sono stati accompagnati a visitare le cupole dalle quali gli astronomi lavorano tuttora alle osservazioni notturne. La prima, col telescopio Zeiss da 102 centimetri (diametro dello specchio ndr) installata nel 1926 dai tedeschi come risarcimento danni causati con la Grande Guerra del 1915-18. Dal 2003 è inserito in un programma permanente di studio sulle stelle doppie. La seconda, che ospita il Ruths da 137 centimetri, ed era sta costruita nel 1935. Il Mertz da 50 centimetri è stato ora trasferito nel museo milanese di Brera.
Sergio Perego