Paderno: da 10 anni nel club azzurro, Gilberto Colombo si è piazzato al 1° posto a Terni nella 'pesca alla trota in torrente'

Gilberto Colombo
E' questa la passione portata avanti da decenni dal Gilberto Colombo, campione di Pesca alla Trota residente a Paderno d'Adda e titolare delle Officine meccaniche Colombo.
Da oltre 10 anni Gilberto risulta inserito nel Club Azzurro, la categoria che riunisce al suo interno l'elite della pesca sportiva nazionale insieme ai potenziali componenti della Squadra Nazionale deputati a contendersi il titolo mondiale.
Nelle giornate del 3 e 4 luglio Colombo ha ottenuto in provincia di Terni tre primi posti nella sessione di gare indette dal Club, consentendogli per la prima volta di piazzarsi al vertice della classifica di questa prestigiosa categoria raggiungendo così il secondo posto nel campionato nazionale e la possibilità di disputare le semifinali di selezione al prossimo Mondiale.
Una passione, quella di Gilberto, nata attorno ai 10 anni e trasmessagli dal padre, grande amante della pesca. Poi i primi passi nell'ambiente agonistico, mossi con la società SPS Rivierasca di Calusco con le prime gare, i campionati provinciali e le qualificazioni per il campionato italiano. "Papà mi accompagnava al fiume, sull'Adda Vecchio, dove i responsabili provinciali mi videro per la prima volta - ricorda il pescatore padernese - da allora mi spinsero a continuare, con le gare. Presto le prime vittorie provinciali a Bergamo e Milano. Negli anni ho vinto diversi titoli provinciali, sia individuali che a squadre. Tutte le domeniche alle 3.30 - 4 del mattino mi alzo e parto alla volta di un fiume. E' un hobby al quale mi dedico soltanto per tre ore la domenica, non un'attività lavorativa".

L'attività praticata da Gilberto Colombo si colloca sotto il nome di "Pesca alla trota in torrente con esche naturali al tocco", un nome tanto complicato per un'attività assolutamente semplice ed essenziale: l'attrezzatura si limita infatti alla canna e alla lenza, senza l'ausilio di galleggianti e prodotti artificiali. Nessun impedimento tra l'esca e il pescatore, che attraverso il solo movimento della canna riconosce l'abboccata del pesce procedendone al recupero.

"Nelle gare del Club Azzurro vige il regolamento mondiale - ci ha spiegato Colombo di ritorno dalle gare di Terni - tutto il pescato viene rigettato nel torrente subito dopo aver reciso il filo che lo lega alla canna da pesca. Per tali ragioni gli ami usati in questo tipo di pesca non recano "arpioni" in grado di incastrarli nella bocca del pesce, che viene così tutelato e rimesso in acqua senza alcun tipo di danno. Il pescato non viene nemmeno toccato con le mani, per prevenire "bruciature" causate dalla grande differenza di temperatura tra le mani umane e le squame".

In ogni gara i pescatori hanno a disposizione dai 200 ai 400 metri di torrente dove poter scegliere la posizione migliore per insidiare le trote, solitamente del tipo Fario. Prima di ogni gara l'organizzazione provvede all'attività di ripopolamento del tratto di fiume gettando nuovi esemplari nelle acque, che rimangono quindi a popolare il "campo di gara" anche al termine della competizione.

La premiazione per il secondo posto ottenuto al campionato nazionale
"Ultimamente sempre più spesso si sente dire che si pesca di meno rispetto a qualche decina di anni fa - ha proseguito Gilberto Colombo - ed è vero, si pesca di meno perchè in generale c'è meno rispetto delle regole. E' necessario cambiare la mentalità: se un pesce mi fa divertire nel pescarlo io gli regalo la libertà, non lo uccido né lo porto a casa. Anni fa pescai uno storione da un metro e mezzo per 30 chili nell'Adda: una volta tirato fuori dall'acqua lo rilasciai immediatamente. Venti giorni dopo lo stesso esemplare fu fiocinato. Bisogna saper essere generosi, non bisogna sempre e soltanto togliere alle acque dei nostri fiumi".

Una vita, quella del pescatore, vissuta diversamente a seconda delle emozioni e delle esigenze provate da chi pratica questo affascinante sport, dal "macinatore di vittorie" al semplice amante della natura e della vita all'aria aperta. "C'è chi gareggia per vincere a tutti i costi, chi lo fa soprattutto per divertirsi. Nel mio caso non c'è tutta questa foga di voler vincere sempre e comunque, voglio innanzitutto divertirmi e pescare indipendentemente dal risultato finale. Preferisco in questi casi pescare 40 trote e perdere piuttosto di vincere con soli 5 esemplari pescati. Per questo motivo il divertimento resta la componente fondamentale di questo sport".
Roberto Bonfatti























