Santa Maria: 200 famiglie rischiano di finire sul lastrico, la Bessel Candy ha annunciato la chiusura entro 60 giorni
Uno sciopero di 8 ore e un corteo che per oltre un’ora ha paralizzato il traffico lungo la Strada Provinciale 342 nel tratto fra Olgiate Molgora e Santa Maria Hoè, composto da sigle sindacali e dai lavoratori della Bessel Candy che potrebbero perdere il posto di lavoro dopo la fine di luglio.
A seguito dell’ annuncio della direzione aziendale di voler trasferire la produzione di lavastoviglie (e un modello di lavatrice) dalla sede di Via Giovanni XXIII allo stabilimenti in Cina, giunto nella giornata di martedì 17 maggio in un incontro tra rappresentanze sindacali e proprietà aziendale, i 202 dipendenti dello stabilimento di Santa Maria Hoè (unico del gruppo rimasto in Italia insieme a quello di Brugherio), hanno voluto far sentire la propria voce e, a seguito di un’assemblea con le rappresentanze sindacali nelle prime ore della mattina di mercoledì 18 maggio in azienda, hanno marciato uniti lungo Via Giovanni XXIII fino a Via Como, muniti di striscioni e bandiere, bloccando le vetture lungo la trafficata Sp 342 e dirigendosi al comune di Santa Maria Hoè per incontrare il neo eletto sindaco Carmelo La Mancusa.
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Proprio sul coinvolgimento delle istituzioni puntano le sigle sindacali per trovare una possibile alternativa alla chiusura dell’azienda, fonte di sostentamento per 202 famiglie e storico baluardo della produttività per il comune e per l’intero territorio.
“La Bessel Candy a Santa Maria è nata negli anni Quaranta ed è sempre stata una ‘azienda – laboratorio’, dove si sono sperimentate diverse produzioni nel corso degli anni” ha spiegato il segretario generale Fim – Cisl Lecco Enrico Civillini. “La diversificazione della produzione potrebbe essere una soluzione per la sede di Santa Maria, ma i 60 giorni annunciati prima della chiusura dall’ azienda sono troppo pochi per poter discutere di un’alternativa, ci serve più tempo e lo chiederemo. Il nostro obiettivo è quello di non far chiudere lo stabilimento, e per farlo coinvolgeremo i sindaci. Oggi i lavoratori mandano un segnale forte all’azienda, che vorrebbe operare qui come ha già fatto per altre unità operative in Italia, portando la produzione dove costa 1 euro all’ora contro i 20/22 del nostro territorio”.
Tra gli scioperanti in corteo nella mattinata di mercoledì 18 maggio tante le donne (un’ottantina quelle presenti nello stabilimento di Via Giovanni XXIII), che hanno urlato slogan e portato striscioni per far valere il proprio diritto a mantenere un posto di lavoro.
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“È una vergogna, gli abbiamo fatto guadagnare miliardi e ora ci lasciano in mezzo alla strada” è stato uno dei commenti raccolti durante il corteo. “200 famiglie vivono su questa azienda, in alcuni casi marito e moglie rischiano di perdere lo stipendio”.
“Ci sentiamo traditi, ho dato l’anima per questa ditta e ora ci buttano via” ha commentato la Rsu Federico Lupis. “Da tempo giravano brutte voci in azienda, abbiamo sempre preso lo stipendio ma abbiamo seguito le vicende della proprietà che, su azione dell’ amministratore delegato Aldo Fumagalli, ha chiuso uno stabilimento italiano in media ogni 2 anni”.
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Delle 7 sedi italiane del gruppo ne sono rimaste infatti solo due, il resto è stato trasferito in Cina, Turchia, Repubblica Ceca. La Bessel Candy è parte integrante della storia della Brianza meratese.
“I lavoratori di oggi sono gli eredi di nonni, padri, intere famiglie che hanno lavorato qui, l’azienda deve tener conto del radicamento sul territorio e dell’ aspetto sociale che sta dietro una ditta di questo tipo, non si può chiudere in base a mere logiche economiche” ha spiegato il segretario generale Fiom - Cgil Lecco Diego Riva. “Perego, Rovagnate, Santa Maria, Olgiate, Calco, Brivio e Colle Brianza hanno sempre fatto riferimento a questa ditta, nei prossimi giorni coinvolgeremo i sindaci perché si mobilitino contro la chiusura della Bessel Candy”.
Lunghe code si sono create nella tarda mattinata su Via Como in entrambe le direzioni, e nelle vie secondarie in direzione di Olgiate e Merate. L’intervento dei Carabinieri delle stazioni di Merate e Brivio e della Polizia locale di Santa Maria e Olgiate ha consentito che il corteo procedesse verso il comune di Santa Maria ripristinando il flusso del traffico.
“È normale che ci sia uno sfogo da parte dei lavoratori, 200 famiglie rischiano di rimanere in ginocchio” ha spiegato il segretario Fiom – Cgil del meratese Luigi Panzeri. “Cercheremo qualsiasi appiglio per garantire la continuità dell’azienda e farla tornare alla produzione. La Bessel Candy rappresenta una ricchezza per l’intera zona, che dobbiamo salvare”. Il tavolo delle trattative è aperto e nelle prossime settimane i dipendenti sapranno se il loro futuro dopo la fine di luglio sarà alla Bessel Candy o in mobilità.
Lo striscione appeso fuori dalla sede aziendale
A seguito dell’ annuncio della direzione aziendale di voler trasferire la produzione di lavastoviglie (e un modello di lavatrice) dalla sede di Via Giovanni XXIII allo stabilimenti in Cina, giunto nella giornata di martedì 17 maggio in un incontro tra rappresentanze sindacali e proprietà aziendale, i 202 dipendenti dello stabilimento di Santa Maria Hoè (unico del gruppo rimasto in Italia insieme a quello di Brugherio), hanno voluto far sentire la propria voce e, a seguito di un’assemblea con le rappresentanze sindacali nelle prime ore della mattina di mercoledì 18 maggio in azienda, hanno marciato uniti lungo Via Giovanni XXIII fino a Via Como, muniti di striscioni e bandiere, bloccando le vetture lungo la trafficata Sp 342 e dirigendosi al comune di Santa Maria Hoè per incontrare il neo eletto sindaco Carmelo La Mancusa.
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Proprio sul coinvolgimento delle istituzioni puntano le sigle sindacali per trovare una possibile alternativa alla chiusura dell’azienda, fonte di sostentamento per 202 famiglie e storico baluardo della produttività per il comune e per l’intero territorio.
“La Bessel Candy a Santa Maria è nata negli anni Quaranta ed è sempre stata una ‘azienda – laboratorio’, dove si sono sperimentate diverse produzioni nel corso degli anni” ha spiegato il segretario generale Fim – Cisl Lecco Enrico Civillini. “La diversificazione della produzione potrebbe essere una soluzione per la sede di Santa Maria, ma i 60 giorni annunciati prima della chiusura dall’ azienda sono troppo pochi per poter discutere di un’alternativa, ci serve più tempo e lo chiederemo. Il nostro obiettivo è quello di non far chiudere lo stabilimento, e per farlo coinvolgeremo i sindaci. Oggi i lavoratori mandano un segnale forte all’azienda, che vorrebbe operare qui come ha già fatto per altre unità operative in Italia, portando la produzione dove costa 1 euro all’ora contro i 20/22 del nostro territorio”.
Il corteo lungo Via Giovanni XXIII
Tra gli scioperanti in corteo nella mattinata di mercoledì 18 maggio tante le donne (un’ottantina quelle presenti nello stabilimento di Via Giovanni XXIII), che hanno urlato slogan e portato striscioni per far valere il proprio diritto a mantenere un posto di lavoro.
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“È una vergogna, gli abbiamo fatto guadagnare miliardi e ora ci lasciano in mezzo alla strada” è stato uno dei commenti raccolti durante il corteo. “200 famiglie vivono su questa azienda, in alcuni casi marito e moglie rischiano di perdere lo stipendio”.
Il blocco del traffico a "Scarpone"
“Ci sentiamo traditi, ho dato l’anima per questa ditta e ora ci buttano via” ha commentato la Rsu Federico Lupis. “Da tempo giravano brutte voci in azienda, abbiamo sempre preso lo stipendio ma abbiamo seguito le vicende della proprietà che, su azione dell’ amministratore delegato Aldo Fumagalli, ha chiuso uno stabilimento italiano in media ogni 2 anni”.
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Delle 7 sedi italiane del gruppo ne sono rimaste infatti solo due, il resto è stato trasferito in Cina, Turchia, Repubblica Ceca. La Bessel Candy è parte integrante della storia della Brianza meratese.
“I lavoratori di oggi sono gli eredi di nonni, padri, intere famiglie che hanno lavorato qui, l’azienda deve tener conto del radicamento sul territorio e dell’ aspetto sociale che sta dietro una ditta di questo tipo, non si può chiudere in base a mere logiche economiche” ha spiegato il segretario generale Fiom - Cgil Lecco Diego Riva. “Perego, Rovagnate, Santa Maria, Olgiate, Calco, Brivio e Colle Brianza hanno sempre fatto riferimento a questa ditta, nei prossimi giorni coinvolgeremo i sindaci perché si mobilitino contro la chiusura della Bessel Candy”.
Il maresciallo dei Carabinieri Christian Cucciniello cerca una mediazione con i sindacati
Lunghe code si sono create nella tarda mattinata su Via Como in entrambe le direzioni, e nelle vie secondarie in direzione di Olgiate e Merate. L’intervento dei Carabinieri delle stazioni di Merate e Brivio e della Polizia locale di Santa Maria e Olgiate ha consentito che il corteo procedesse verso il comune di Santa Maria ripristinando il flusso del traffico.
“È normale che ci sia uno sfogo da parte dei lavoratori, 200 famiglie rischiano di rimanere in ginocchio” ha spiegato il segretario Fiom – Cgil del meratese Luigi Panzeri. “Cercheremo qualsiasi appiglio per garantire la continuità dell’azienda e farla tornare alla produzione. La Bessel Candy rappresenta una ricchezza per l’intera zona, che dobbiamo salvare”. Il tavolo delle trattative è aperto e nelle prossime settimane i dipendenti sapranno se il loro futuro dopo la fine di luglio sarà alla Bessel Candy o in mobilità.
Il corteo lungo Via Como