Verderio: Elena Mutinelli a Firenze in mostra con Sgarbi

Medioevo, Signorie, Umanesimo e Rinascimento, ovvero memorie e personaggi della storia che nelle nuove sculture di Elena Mutinelli diventano un modo per rileggere il presente. Questa in sintesi "Noi, neanche dannati", mostra a cura di Vittorio Sgarbi, che l'artista milanese, da dieci anni in Brianza, propone da domani, 9 gennaio nella galleria Etra Studio Tommasi di Firenze. La mostra, direzione artistica di Francesca Sacchi Tommasi, verrà inaugurata alle 18.30 al 57 di via Della Pergola, nello studio di scultura che fu di Benvenuto Cellini, palazzo che, in seguito, apparterrà alla famiglia di Giacomo Leopardi.

Le sculture di Elena Mutinelli potranno essere viste fino al 31 gennaio 2020. "Nei volti di queste opere, una sorta di convito di personaggi di quei secoli lontani - sottolinea l'artista - ho ritrovato il grottesco e la grandezza dei nostri padri. Li ho riletti in chiave ironica. Attraverso la forza espressiva e caricaturale, trasfigurano le proprie identità storica, nonché contemporanea. La scultura più recente, "Al guerriero non piace il dettaglio", work in progress del 2019, potrebbe essere il vicino di casa, il volto che incrociamo in viaggio e non rivedremo più. L'anonimo diventa allora personaggio nei panni di chi fu: presenze quali le cortigiane, i bosini, i dotti, o chi ci consiglia". Nelle sculture che Francesca Sacchi Tommasi ha scelto, si ritrova l'Italia delle Signorie, fucina di idee: "Il colore della smorfia - dice Mutinelli - che in tutte le forme d'arte ci rende persino belli, narcisisti ora più che mai imbevuti di immagini". Il coraggio di essere gallerista è ben espresso nella proposta che Francesca Sacchi Tommasi ha condiviso con l'artista, presentando al pubblico il lato nascosto di Elena Mutinelli, e lo fa attraverso un percorso che si identifica coniugando le opere recentissime alle prime inedite. La mostra propone anche le tappe iconografiche dell'artista, dal mistero della nascita a quello della morte. "Noi neanche dannati" - conclude Mutinelli - presenta un corpo di sculture che affondano a piene mani nella fragilità della figura umana, come a denunciare un desiderio di umanesimo moderno".

"Così la sua ricerca non ha inizio, ma è dentro una storia che non finisce" scrive Vittorio Sgarbi nella presentazione in catalogo.
S.P.
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