Ma io difendo Massimo Panzeri
Sfogliando l'ultima rassegna stampa dell'anno appena passato, tre notizie mi hanno riportato alla mente gli echi dell'ultima recente polemica che ha toccato il nostro Borgomastro. Si tratta della possibile ripresa dei lavori della "Lecco Bergamo", la rinascita della "variante di Zogno" e l'apertura a Bologna, presso il Fico Eatitaly World, del più grande parco italiano a tema ed al coperto. E così sollevando lo sguardo dai quotidiani ho pensato: ma allora io lo difendo, Massimo Panzeri.
Inutile ribadirlo gli echi di ritorno sono quelli sulla "caduta di stile" del Sindaco (così fu definita) sul prolungamento della Tangenziale est. Un progetto che con molto ottimismo si vorrebbe inserire nel novero di quelle opere pubbliche, definite strategiche, per l'olimpiade Milano-Cortina 2026. La kermesse già in fase di progettazione e che prevede uno dei cluster in Valtellina, e quindi con possibili ricadute anche sul nostro territorio. Nessuno qui mette in dubbio la bontà del progetto una volta realizzato (si parla di una tempistica non inferiore ai dieci anni) e dell'incidenza positiva in termini di impatto per lo snellimento del traffico dalle nostre strade e la sua maggiore fluidità verso il capoluogo provinciale. Quello che io difendo del nostro primo cittadino e la pragmatica visione "da Sindaco". Visione che "individua" come prioritarie alcune carenze da affrontare in città, oggi, e per la cui soluzione sarebbero necessarie somme di gran lunga inferiore (parliamo di qualche decina di milioni di euro), rispetto ai circa due miliardi di euro stimati per difetto - necessari per quel prolungamento stradale. E non voglio nemmeno tornare alla valutazione espressa da Regione Lombardia, che nel 2014 bocciò l'opera dal punto di vita tecnico e della sostenibilità economica. Vieppiù che la bocciatura, era anche determinata dal suo interramento: se tangenziale deve essere fatta, disse il Pirellone, che sia a cielo aperto. (Fonte merateonline11/06/2014) https://www.leccoonline.com/articolo.php?idd=912&origine=1&t=La+regione+%27%27boccia%27%27+il+prolungamento+della+tangenziale+est+da+Usmate+fino+a+Olginate).
Altri tempi altri uomini, e forse progetto diverso, mi si dirà. Può darsi, ma quelle valutazioni restano ed il Consigliere Piazza, di cui comunque riconosco pacatezza e linguaggio istituzionale nelle sue parole verso il Sindaco Panzeri, faceva già parte di quel Consesso Regionale. Ed anche dall'incontro dei sindaci del territorio, in quel di Villa Locatelli, non è emerso altro che il via libera allo Studio di fattibilità. Qualcuno l'ha definita una linea tracciata su una cartina, qualcun altro un nastro d'asfalto, il nostro assessore Robbiani, più concretamente, ha affermato che meglio sarebbe pensare al qui ed ora. Altri invece, in effetti, la valutarono positivamente. (Fonte Lecco Notizie del 09/10/2019). Ed ancora. Le tempistiche di realizzo, almeno dieci anni. Sono credibili, alla luce dei due casi eclatanti e altrettanto "imbarazzanti", ed uso un eufemismo, di cui accennavo in apertura di questo mio contributo? Il primo, la cosiddetta "variante di Zogno" un'opera di 4,5 Km che dal 2009 (data di inizio lavori), langue inspiegabilmente chiusa (nel 2014 sono finiti i soldi per il suo completamento, mentre il suo costo, intanto, era lievitato fino a 68 milioni di euro, dai 43 iniziali) e che solo nel novembre dello scorso anno sembra abbia rivisto segni di vita attorno alle sue gallerie.
E la "Lecco Bergamo" che solo adesso, dopo due anni di fermo, sembra vedrà la ripresa dei lavori per il suo complemento. Arteria, quest'ultima ritenuta fondamentale, per il "nostro" prolungamento "per non lasciarlo sfociare in una frazione di Calolzio". E' stato detto. Insomma le parole del nostro Borgomastro non erano poi "fole da fine anno". Saldi verbali. Erano valutazioni che nulla toglievano all'auspicabile progetto, ma che volevano solo ancorare i piedi ben fermi sulla realtà cittadina e sulle possibilità che quei finanziamenti, da lui immaginati, potrebbero dare alla città. Io invece, che resto un sognatore, con quei denari, magari nell'Area ex Betonvilla, lo immagino già un Parco divertimenti a tema (e siamo alla terza notizia). Sul modello di quello realizzato al Fico Eataly World di Bologna: il Luna Farm, il primo parco divertimenti realizzato in Italia. Con un investimento di soli 11 milioni di euro. Per un colosso (la nostra italianissima Zamperla) che realizza, però, all'estero il 95% del suo fatturato.https://www.vicenzapiu.com/leggi/zamperla-apre-il-parco-luna-farm-a-bologna-il-giostraio-vicentino-del-mondo-e-finalmente-in-italia/ E nella "provincia manzoniana" non potrebbe esserci discussione sui temi su cui incentrare il Parco. Le immaginate le ricadute per il territorio ed il commercio locale? Ed anche se "spesso i sogni (in questo Paese nds) vengono considerati follie di visionari pericolosi". Parola di Alberto Zamperla, quale viatico migliore di un sogno folle per questo primo giorno, di questo nuovo e speriamo "folle e visionario 2020"? Felice anno a tutti.
G.C.