Verderio: la scultrice Mutinelli espone insieme ai più grandi

Elena Mutinelli tra i grandissimi della scultura. Dal 16 novembre le opere dell’artista di Verderio saranno in mostra al Palazzo del Monte di Pietà di Padova, accanto alle opere di Augusto Rodin, Igor Mitoraj, Pablo Picasso, Marcel Duchamp, Giorgio De Chirico, Arturo Martini e Salvador Dalì, ovvero a 130 “nomi” che hanno fatto la storia della scultura moderna. La Mutinelli proporrà “Centauri in libertà”, “scultura del 2018 dove la forza emotiva dell’incontro e dell’abbraccio è accresciuta dal richiamo mitologico ai centauri”, e “Intorno alla madre terra”, “empatia nel dialogo col prossimo”.  “Attraverso una vasta rassegna che arriva alle tendenze iconiche di fine secolo – spiegano Beatrice Autizi e Alfonso Pluchinotta, curatori di “Incontro e abbraccio nella scultura del Novecento, da Rodin a Mitoraj”  – vengono esplorate le molteplici singolarità della condizione umana. La scelta delle opere abbraccia un insieme di temi in dialogo tra loro: il cammino della vita. L’incontro, la relazione, la lontananza, l’attesa, l’empatia e la compassione. Qui l’opera d’arte si fa sollecitazione e ricerca”.

Elena Mutinelli ha esposto in mezzo mondo. Ancora bambina comincia a giocare con gli attrezzi del nonno, Silvio Monfrini, scultore, autore del monumento milanese a Francesco Baracca. Dopo il liceo artistico e l’Accademia di Brera, si trasferisce a Pietrasanta, tempio della scultura italiana. “Ci sono le botteghe artigiane che risalgono al nostro Rinascimento – dice la Mutinelli – lì trovavo anche il materiale che cercavo. Un marmo color panna, più caldo del bianco di Carrara. In quell’antico borgo avevano scolpito bottega Michelangelo e gli artisti del Cinnquecento. Come loro, volevo lavorare sul marmo grezzo solo con mazzetta, scalpello, punta e scapezzatore”. Ancora giovanissima frequenta lo studio di Gino Cosentino, allievo di Arturo Martini. Nel 1995 comincia a collaborare con le grandi gallerie milanesi, la Mareschi o la Compagnia del Disegno di Giovanni Testori. “La mia seconda scuola – ricorda – è stata la Veneranda Fabbrica del Duomo. Entrare non è stato facile e, allora, ero l’unica donna. Dovevo copiare fiocchi e pinnacoli ornamentali. Per la Fabbrica del Duomo ho raggiunto la carica di direttore di cantiere nel carcere di Opera”. Nel 2015 insegna i segreti della scultura italiana ad Aubur, in Alabama, ma espone anche, con Expo, a Villa Borromeo di Vedano nella mostra organizzata da Vittorio Sgarbi. Le sue opere si trovano anche all’Hotel Madison Towers di New York. Nel 2017 è alla Fabbrica del Vapore di Milano. L’anno scorso era a Carate per una mostra alla Fineco e a Palazzo Reale di Milano, tra gli scultori selezionati da Mondadori-Arte. Il 3 dicembre sarà a Milano, nelle sede della Confommercio. Nel 2020 esporrà a Firenze, con una mostra curata da Vittorio Sgarbi, alla galleria Etra Studio di Francesca Sacchi Tommasi, ovvero in quella che fu la bottega di Benvenuto Cellini. 
S.P.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.