Paderno: 30 anni fa le celebrazioni del centenario del Ponte. Il tempo passa ma le questioni aperte sono ancora le stesse

I lavori in corso, con l'attesa per la prima apertura ai pedoni ed ora quella imminente alle automobili, che arriverà il prossimo 8 novembre come annunciato dal commissario straordinario Maurizio Gentile nel corso della sua ultima visita alla struttura impalcata, ad inizio settembre, hanno quasi fatto passare in secondo piano un importante anniversario che ricorre per il Ponte San Michele quest'anno.

(per tutti i ritagli di giornale è possibile cliccare l'immagine per visualizzarla ingrandita)

Mentre i pendolari giustamente contano i giorni che mancano perchè il cantiere sia finalmente chiuso (e perché i treni tornino a percorrere il viadotto, salvo sorprese, bisognerà aspettare la fine del 2020), stava quasi per sfuggire infatti che 30 anni esatti sono trascorsi da quando Paderno e Calusco, con i rispettivi territori, celebrarono il primo secolo di vita della struttura, eretta nel 1889 (il ché vuole peraltro dire che il Ponte compie quest'anno 130 anni tondi).

La cronaca locale, allora, dedicò al centenario del San Michele decine e decine di articoli, e ancora oggi c'è chi come Duilio Varisco (titolare dell'ex colorificio di via Manzoni) ne conserva i ritagli con cura dentro ad un faldone e possiede oltre un centinaio di diapositive di fotografie da lui stesso scattate in quei giorni di festa.

Ed è sfogliando quegli articoli che ci si rende conto di come trent'anni non sono bastati perchè i dibattiti attorno alla stabilità del Ponte, alla necessità di una sua riqualificazione, finissero. Oggi invece sono più aperti che mai, nonostante la struttura sia attualmente sotto i ferri. In futuro il San Michele, come ribadito più volte dal commissario straordinario per il suo ripristino, l'amministratore delegato di RFI Maurizio Gentile, non sarà più che un monumento.

Un incredibile monumento certo, probabilmente patrimonio Unesco, ma non più il collegamento principale tra due Provincie. E allora ecco che tornano di attualità i ponti alternativi che già nel  giugno 1989 riempivano i giornali. Quello che è cambiato da quei tempi, semmai, è l'entusiasmo. Le celebrazioni per il centenario del Ponte furono infatti un tripudio di iniziative a partire già da alcuni mesi prima dall'anniversario effettivo (che si festeggiò appunto in giugno in corrispondenza con il mese in cui venne inaugurato). Già il 9 aprile 1989, come riporta uno dei trafiletti custoditi da Varisco, il Centro sportivo di via Airoldi aveva ospitato la premiazione del manifesto vincitore che aveva poi riempito ogni angolo del meratese per annunciare le celebrazioni di giugno, per il centenario.

La giuria era composta da Bruno Munari, Bruno Bozzetto, Maurizio d'Adda, Patrizia Pataccini e Giampiero Vigorelli, tutti esperti d'arte coinvolti dal comitato che organizzò i festeggiamenti. Tra questi, oltre al sindaco di allora che era Arturo Villa, anche Duilio Varisco e Renzo Rotta, primo cittadino dal 2014 al 2019 oltre che assessore e consigliere comunale a lungo nell'ultima parte dello scorso secolo.

Domenica 4 giugno alle 11 il Ponte ospitò al suo ingresso, sponda padernese, una messa come avvenne esattamente 100 anni prima in occasione della sua inaugurazione. Il fine settimana successivo la festa entro veramente nel vivo. Venerdì 9 giugno l'esposizione dei bozzetti dei manifesti, la mostra storico fotografica e le proiezioni dei film dove compariva il Ponte (uno lo segnalammo anche noi un po' di tempo fa), la fecero da padrona.

L'indomani sfilarono in paese le carrozze d'epoca, grandi mongolfiere sorvolarono l'Adda e ci furono le esibizioni del gruppo folcloristico ''Arlecchino'' e di alcune bande. Domenica il gruppo ''Le Nottole'' organizzò un'arrampicata sulle aste del ponte centenario, dove nel corso della giornata passò anche un convoglio ferroviario d'epoca con a bordo le autorità. Ci fu infine una scenografica manifestazione di aerei acrobatici e un gran finale con i fuochi d'artificio.

Insomma, nulla a che vedere con il record del salame al cioccolato più lungo mai realizzato al mondo organizzato lo scorso 30 marzo in via Airoldi per festeggiare la riapertura del ponte a pedoni e ciclisti dopo i lavori alle carreggiate superiori (e se non fosse stato per Andrea Gaspari non si sarebbe fatto nemmeno quello). Trent'anni dopo se qualcosa è andato smarrito è dunque quello spirito di iniziativa che spinse il comitato ad organizzare tante iniziative tutte insieme. Quello che di sicuro è rimasto, si diceva, è invece il ''ponte malato'', come i giornali locali lo chiamavano già allora.

''Il presidente dell'Amministrazione provinciale ha scritto al presidente della Giunta regionale chiedendo un 'vertice' per accertare le effettive condizioni di integrità del viadotto sul fiume Adda. In sostanza si torna a parlare del nuovo ponte dopo le proteste degli amministratori locali e degli utenti''.

Era il 18 aprile 1989. Le celebrazioni per il centenario si apprestavano ad entrare nel vivo, con libri pubblicati e mostre già organizzate tra gennaio e marzo, ma a tenere banco erano i dibattiti sull'ammaloramento della struttura. E se ne parlara per di più come se fosse già allora un fatto arcinoto e come se in molti attendessero da tempo interventi. Inutile rimarcare il fatto che per i trent'anni successivi non ne sono stati messi in campo.

''Non c'erano. E se c'erano dormivano... i politici che contano si sono finalmente accorti che il centenario del Ponte San Michele rischia di trasformarsi in una commemorazione'' esordiva il cronista che scriveva delle richieste avanzate dalla Provincia di Lecco alla Regione. Due mesi più tardi, dopo la ''seconda inaugurazione'' del San Michele, l'allora sindaco Arturo Villa dichiarò che avrebbe voluto dall'allora ministro ai trasporti Giorgio Santuz (presente alle celebrazioni del centenario con il senatore Cesare Golfari) una promessa per la realizzazione del secondo ponte.

L'unico impegno preso fu quello di Ferrovie dello Stato per la manutenzione straordinaria della struttura con lo stanziamento di 4 miliardi di lire, notizia che venne annunciata durante un vertice che ebbe luogo nella palestra del centro sportivo dall'allora assessore ai trasporti della Regione Adamoli.

Ma il ministro Santuz, si scriveva fece ''uno slalom abile alle sollecitazioni del sindaco Arturo Villa, il quale ha ricordato senza troppi peli sulla lingua che il centenario del San Michele avrebbe dovuto coincidere, stando alle promesse degli amministratori regionali, con l'inaugurazione del nuovo viadotto, progettato ormai più di un decennio prima''. L'ipotesi al vaglio in quei tempi era la stessa di cui si discute ancora oggi, ovvero la Pedemontana.

''Secondo l'assessore Adamoli - veniva scritto - la costruzione del nuovo ponte si collega alla realizzazione dell'autostrada Pedemontana per cui sono allo studio quattro alternative: una di esse prevede l'attraversamento più a sud dell'attuale ponte''. Trent'anni dopo, quei discorsi risultano parole al vento, mai effettivamente diventate fatti. E trent'anni dopo il punto di partenza è ancora lo stesso e di quale sarà l'opera che sostituirà il San Michele, concretamente, neppure l'ombra.

Fotografie e ritagli di giornale ci sono stati gentilmente concessi da Duilio Varisco.
Alberto Secci
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.