Beverate: festeggiato il 25° di ordinazione per don Carlo Leo, dove è cominciato tutto

Memorie, emozioni e l’invito a non perdere la fede sono stati gli ingredienti di una domenica speciale per la comunità religiosa di Beverate, che ha invitato don Carlo Leo per festeggiare insieme il suo 25° di ordinazione sacerdotale. A Beverate è nato, è stato battezzato, ha avviato il suo percorso spirituale.

È tornato a celebrare messa nella stessa “chiesina” – l’oratorio Santa Margherita – dove ha officiato la sua prima liturgia da prete nel 1994. Un luogo a cui don Carlo è particolarmente affezionato. La nonna Carlotta, infatti, accudiva la chiesina. Nel giorno della sua prima messa, una processione partita dalla casa di famiglia lo aveva accompagnato attraversando la frazione e giungendo nella cappella. Una volta entrato ha potuto contemplare la pala posta dinanzi all’altare, scelta come immaginetta per rappresentare il suo ingresso nel mondo sacerdotale. Attribuita alla scuola del Pittoni, la tela rappresenta i due patroni Santa Margherita e San Simpliciano che venerano la Vergine con il bambin Gesù tra le braccia. In quell’occasione l’allora parroco don Luigi Oggioni, che quest’anno ha raggiunto il traguardo del 65° anniversario di ordinazione, rivolse un pensiero augurale a don Carlo auspicandogli che anche dopo molto tempo la comunità parrocchiale di Beverate avrebbe parlato bene di lui. “E così è stato, qui tutti lo pensano con affetto e stima” ha detto don Luigi poco prima della messa domenicale, che è tornato ancora una volta a celebrare affianco a don Carlo.

Don Luigi, don Carlo, don Emilio

“Io ho raccolto quanto il mio predecessore don Giovanni Tagliabue aveva seminato. Io ho seguito solo gli ultimi tre anni del percorso vocazionale di don Carlo” ha ammesso don Luigi. Un periodo sì breve, ma sufficiente per creare un forte legame con lui. Ieri nei doni all’altare, la sorpresa di un regalo speciale per don Carlo: il camice indossato da don Luigi per la sua prima messa e ricamato dalla zia suora. Da quando è prete don Carlo è stato vicario a Uboldo, mentre ora è parroco dell’Unità pastorale di Lambrugo e Lurago d’Erba che – per coincidenza – è il paese nativo del primo parroco di Beverate don Carlo Viganò.

Il parroco don Emilio Colombo

“Ringrazio con gioia tutti coloro che mi hanno voluto con loro quest’oggi. Per me è un tornare agli inizi – ha esordito don Carlo – Il mio augurio è che ci sia un nuovo giovane di Beverate che intraprenda il cammino a fianco a Dio. Dopo di me, nessuno di Beverate è stato ordinato prete. È un vuoto che va colmato”.

Don Carlo Leo

“Nei vasti vigneti della Terra Santa veniva eretta al centro una torre di vigilanza. Quella torre sta a simboleggiare quei maestri, quei pastori, di cui abbiamo bisogno per renderci veramente sereni. Ognuno di noi ha bisogno di qualcuno di cui fidarsi e a cui affidarsi. Ringrazio tutti i padri e i maestri che mi hanno sostenuto” ha detto don Carlo durante l’omelia. Quindi una confidenza, pronunciata con prudenza e intensità al contempo. “Dopo qualche anno di sacerdozio a Uboldo, mi trovavo in ritiro spirituale. Era un periodo intenso, anche di lavoro fisico. In un momento del genere chiesi al Signore di ricevere un segnale. Così ho fatto un sogno. Rividi don Giovanni seduto alla sua scrivania con il breviario in mano e in dialetto mi diceva: ‘Dì il tuo breviario che poi il Signore pensa’. Tutti abbiamo bisogno di un appoggio, di una torre di vigilanza. Che il Signore ce la conceda”.

La giornata di festa è proseguita con il pranzo della comunità. Poi nel pomeriggio è stato mostrato un video realizzato e dedicato al compaesano don Carlo Leo, contenente anche un’intervista a don Luigi, che proprio 28 anni fa come ieri – 8 settembre – faceva il suo ingresso a parroco a Beverate. La sera, per finire, si è svolta la processione per la festa di San Simpliciano.
M.P.
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