Merate: il genio di Leonardo rivive nelle opere di allievi e prof della scuola d'arte

Si è tenuta sabato pomeriggio nell'atrio del Municipio di Merate l'inaugurazione della mostra dell'associazione Arte Pura e Applicata, interamente dedicata al genio di Leonardo Da Vinci. Sono un centinaio le opere esposte, tutte realizzate dagli allievi della scuola, che ha consacrato questo intero anno accademico proprio all'artista in occasione del cinquecentesimo anniversario della sua morte, avvenuta nel 1519. Si tratta della prima di una serie di esposizioni, come ha spiegato il presidente dell'associazione Ernesto Passoni, che in futuro vedrà le opere raggiungere i luoghi del cuore di Leonardo, come lo Stallazzo di Paderno d'Adda. 

Maria Trivulzio, Ernesto Passoni e Cristina Cereda


Nel pomeriggio, allievi, maestri e semplici appassionati si sono riuniti nell'atrio del Municipio di Piazza degli Eroi ad ammirare il frutto del lavoro svolto nel corso di un lungo anno. La scelta è caduta proprio su questo artista, di cui si è studiato, analizzato e detto tantissimo, poiché lo scopo principale della Scuola è stato quello di mettere in risalto il suo operato: una figura universale, la cui genialità si riconosce soprattutto nella curiosità che egli ha messo nel corso del suo lavoro. Ed è stata proprio questa curiosità che ha spinto gli insegnanti a fare in modo che ognuno degli allievi, dopo aver ascoltato una lezione introduttiva su Da Vinci, sviluppasse un proprio percorso personale. Il coinvolgimento è stato a tutto tondo: la prima a mettersi in gioco, infatti, è stata proprio Maria Trivulzio, Direttrice Artistica di Arte Pura e Applicata, che ha realizzato con la tecnica dell'acquarello la riproduzione dell'unico autoritratto autenticato da Leonardo, uno schizzo eseguito nel 1512.

L'opera di Cristina Cereda

Come ha spiegato l'artista, ha voluto scegliere un'opera che è stata riprodotta migliaia di volte, ma che in ognuna di queste riproduzioni mostrava un'attenzione posta su un dettaglio diverso. Maria Trivulzio, nel suo quadro, ha voluto fortemente raccontare quello che, secondo gli studi, è stato un periodo di grande fragilità per il genio Vinciano. La passione per Leonardo Da Vinci ha origini molto radicate ed antiche nel cuore della Direttrice: il padre, infatti, Vincenzo Trivulzio, già nel 1951 aveva assunto la direzione della scuola, ed ha trasmesso alla figlia e a tutti gli allievi questo amore profondo e questa volontà di ricerca per ciò che ha significato nel corso della storia la levatura di Da Vinci. 

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Durante il discorso inaugurale, il presidente Passoni ha tenuto a sottolineare l'aspetto universale di un uomo a tutto tondo, che ha saputo combinare scienza, arte e tecnologia, arrivando ad incarnare perfettamente l'unione tra discipline scientifiche e umanistiche.  La seconda opera su cui ci si è voluti focalizzare durante il simbolico taglio del nastro della mostra è stata quella realizzata da Cristina Cereda, insegnante di olio, la tecnica del maestri cinquecenteschi.

L'opera di Maria Trivulzio

Se Leonardo definiva la pittura come una scienza, l'artista ha voluto unire astronomia e pittura, riprendendo come soggetto l'angelo della Vergine delle Rocce. La Cereda fa infatti parte di un'associazione americana che si occupa di space art, o "astro arte", ed approfittando del fatto che quest'anno ricorre anche il cinquantesimo anniversario dell'allunaggio, ha realizzato un'opera che racconta alla perfezione lo spazio cosmico, unito alla figura di Leonardo. Usando la tecnica ad olio ottenuta con le velature, ha concepito la sua interpretazione: "Shabda Brahman", un titolo che riprende due termini sanscriti che indicano rispettivamente il suono dell'universo e l'infinito. Un quadro complesso da comprendere, bellissimo da ammirare, in cui è possibile osservare l'angelo incastonato in uno spazio cosmico, intento ad indicare una molecola d'acqua, la culla della vita. 

La mostra, dunque, racconta perfettamente la vastità di tutto ciò che è stato l'operato di Leonardo Da Vinci, e soprattutto l'influenza che ancora oggi l'artista ha su di noi, nel nostro modo di vedere l'arte e nel quotidiano. Tutti gli allievi, dal più giovane al più anziano, hanno interpretato, compreso ed omaggiato l'artista, utilizzando molteplici tecniche e guardando con tanti sguardi diversi il suo operato. Dopo aver ringraziato le altre insegnanti della Scuola, Daniela Angeli ed Elide Castelli, Maria Trivulzio ha infine raccontato agli attenti presenti che, se di Leonardo si è detto tantissimo, se è stato studiato sotto tutti i possibili aspetti, è impossibile da analizzarlo in maniera impersonale, senza restarne profondamente coinvolti.  Questa mostra itinerante, riuscitissimo omaggio di una realtà meratese, è il primo passo di quello che sarà un lungo cammino per raccontare il lascito del genio vinciano. 

G.Co.

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