Un imbersaghese e un lecchese alla conquista del Camino di Santiago
Per Mario Stoppini di Imbersago e Claudio Santoro di Lecco il Cammino di Santiago non costituisce una novità, considerato che negli anni scorsi hanno già percorso in Spagna il Cammino Francese, il Cammino Aragonese e il Cammino del Nord, che pur partendo da località diverse, convergono tutti sulla città di Santiago de Compostela, dove riposano i resti dell'apostolo San Giacomo.
Nel loro carnet mancava il Cammino Primitivo, quello percorso per primo dal re asturiano Alfonso II, detto "Il Casto" che nel lontano 829 decise di mettersi in viaggio da Oviedo per rendere omaggio alle spoglie mortali del santo. Si tratta di un cammino di 325 chilometri che parte dal capoluogo asturiano e che prendendo di traverso alcune montagne giunge fino al capoluogo galiziano. I due, entrambi soci del GEO (Gruppo Età d'Oro) che organizza i Seniores del CAI di Lecco, sono partiti il 13 maggio scorso e in tredici tappe, confortati da condizioni meteo tutto sommato clementi, hanno percorso l'itinerario che comprende un primo tratto abbastanza impegnativo con tappe in paesi molto piccoli e poco abitati delle Asturie e della Galizia. Oltre a Oviedo, l'unica città importante che s'incontra sul tracciato, è Lugo, con la sua bella cattedrale e la meravigliosa e intatta cinta della Muraglia romana. Sempre emozionante l'arrivo nella splendida Praza Obraidoro di Santiago de Compostela dove i lavori di restauro del tetto della Cattedrale, pur privandola della possibilità di operare come luogo di culto, consentono lo stesso di abbracciare la statua dell'apostolo e di rendere omaggio alla tomba che ospita i suoi resti umani.
Il percorso è stato arricchito dall'incontro con pellegrini giunti da tutto il mondo, in particolare nelle ultime due tappe che a Melide vanno a ricongiungersi con il ben più battuto Cammino Francese, mentre il Primitivo conserva un tratto più selvatico e meno frequentato. La chicca finale è stata la visita all'incantevole Muxia con la sua chiesa della Virgen a pochi metri dall'Oceano Atlantico. Oltre alla componente escursionistica non sono mancati i momenti di spiritualità, come gli incontri con don Miguel, il sacerdote che a Fonsagrada segue ben sedici parrocchie del territorio, oppure con il guanelliano padre Fabio Pallotta che ad Arzua e ad Arca coordina incontri di catechesi con i pellegrini italiani.
