Carnate celebra Gino Bartali tra i ''giusti'', alla cerimonia presente anche la nipote

Un altro "giusto" celebrato a Carnate. Indimenticato campione di ciclismo e non solo per rinomati e indiscussi meriti sportivi, Gino Bartali è stato ricordato sabato pomeriggio con una cerimonia ad hoc dall'Amministrazione carnatese, in occasione della II Giornata Italiana dei Giusti.



A rendergli omaggio sono stati, in apertura di evento, il gruppo di danza dell'associazione Iridanza, con una vivace coreografia inscenata nel giardino della biblioteca; quindi i saluti istituzionali del sindaco Daniele Nava, che in aula Deledda ha rammentato l'importanza dell'esercizio della memoria per ricordare le figure sagge della storia, che ci sollecitano a non incappare negli errori del passato. Proprio come Bartali, che ha rischiato la propria vita per salvare quella degli altri, aiutando oltre 700 ebrei ad uscire dall'Italia durante le persecuzioni razziali nella seconda guerra mondiale.



A prendere la parola, poi, nel vero momento clou dell'incontro, è stata la nipote del ciclista fiorentino, Gioia Bartali, che ha passato in rassegna piccoli aneddoti che evidenziano ancora meglio la grandezza smisurata del campione della vita. "Quando nel '43 mio nonno entrò nell'organizzazione clandestina DELASEM per salvare gli ebrei era già famoso, aveva infatti già vinto due Giri d'Italia e un Tour - ha raccontato la nipote - ma ha messo lo stesso le sue qualità non solo nello sport, ma anche a servizio delle persone bisognose ed è sempre rimasto molto umile. Oggi infatti non sarebbe qui a ritirare nessun tipo di onorificenza. Lo faccio io perchè ritengo che sia un grande onore per me come nipote, e poi perchè continuando a fare quest'attività io possa lasciare qualcosa di buono. Lui voleva essere un esempio e io non mi posso tirare indietro in questo".


Dopo il momento atteso e toccante della testimonianza, la cerimonia è proseguita con le parole di Carlo Sala dell'associazione Gariwo, che ha fatto un cenno alle preziose attività di sensibilizzazione che il gruppo porta avanti nelle scuole, per non trascurare la pratica di non dimenticare i giusti della storia.


Nell'organizzazione si è inserito anche l'impegno delle classi IV dell'Istituto Comprensivo, che si è esibito in una canzone dal titolo eloquente, "Combattente", dedicata all'illustre corridore.


In chiusura, la cerimonia ha riservato la "tappa" finale al Giardino del Canatori per la dedica del secondo ciliegio al ciclista fiorentino lungo il viale delle Giuste e dei Giusti, seguita alla piantumazione del primo albero, lo scorso anno, intitolato alla memoria di Lea Garofalo, giovane vittima della mafia. Tanti i carnatesi che hanno fatto da piacevole contorno a tutta la manifestazione, che ha raccolto un diffuso consenso.
M.L.
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