Cernusco: inaugurata la mostra di Effeotto sul bracconaggio con Roberta Castiglioni

È stato un evento molto apprezzato l'inaugurazione della mostra "L'urlo animale" organizzato a Cernusco Lombardone dal Fotogruppo Effeotto, in collaborazione con il Centro Studi Fauna Vertebrata "Luigi Cagnolaro". Il pubblico, ormai fidelizzato, non ha perso l'occasione sabato 23 marzo di unire all'osservazione degli scatti di otto fotografi anche le riflessioni della zoologa Roberta Castiglioni, socia onoraria del sodalizio cernuschese.

Il presidente del Fotogruppo Effeotto Giuseppe Gironi e la zoologa Roberta Castiglioni



Lorenzo Viscardi, Roberto Ciccardini, Fabrizio Zanzi, Roberta Castiglioni, Franco Dell'Acqua, Mirko Papini, Luca Passoni

Dalla divulgazione sulla biodiversità faunistica alla denuncia del bracconaggio, una pratica diffusa che lascia immune ben poche specie. Ecco quindi che le inquadrature dal potente impatto visivo non erano più fini a se stesse, ai loro valori estetici e tecnici. I soggetti ritratti hanno acquistato una seconda, una terza vita, per soddisfare la curiosità conoscitiva dell'uomo messo alla finestra di un mondo esotico. E per sensibilizzare la popolazione sul rischio di estinzione di molte specie a causa dell'azione dei nostri simili.

Franco Dell'Acqua, Luca Passoni, Lorenzo Viscardi, Roberto Ciccardini, Mirko Papini, Roberta Castiglioni, il cinque volte campione mondiale di fotografia naturalistica Claudio Torresani ed il campione mondiale Fabrizio Zanzi. Appartengono a loro i contributi fotografici frutto di numerosi viaggi su tutti i continenti, per cogliere il fascino di luoghi inesplorati. Ambienti diversi, soggetti diversi, tecniche diverse, ma in comune c'è la passione sconfinata per la natura da parte di chi si trovava con l'occhio dietro all'obiettivo. Ad alcuni loro aneddoti si è aggiunto l'aspetto teorico e anche esperienziale della zoologa Castiglioni. È rimasta affascinata ai primati dopo un viaggio in Africa. Ma anche dopo tanto studio a partire dal carisma di Dian Fossey e la sua difesa dei gorilla. Una specie, questa, vittima del bracconaggio. Le loro uccisioni sono legate al mercato della carne. In base agli usi del posto, le parti del loro corpo vengono utilizzate come trofei e le loro mani, in particolare, diventano dei posaceneri.

«Bisogna avere punti di vista elastici. Non possiamo ragionare esclusivamente secondo la nostra mentalità occidentale, ma dobbiamo calcarci in chi siamo soliti giudicare. Se ci sono la povertà e la fame come possiamo spiegare a loro l'importanza della biodiversità? Quello che ormai sappiamo per certo è che conservare la natura attraverso delle imposizioni non funziona» ha spiegato la dott.ssa Castiglioni, invitando a non giudicare troppo quanto avviene nelle altre parti del mondo. «Abbiamo l'ambizione di fare tramite i divieti nei Paesi africani in via di sviluppo quello che non abbiamo fatto da noi. L'Europa era piena di foreste prima che ci mettesse mano l'uomo».

La soluzione indicata dagli esperti è quella della community conservation, che si basa sul coinvolgimento delle popolazioni locali nello sviluppo di un modello economico-sociale che trae profitto da fonti terze rispetto al bracconaggio. Guardie ecologiche, guide turistiche, studi di ricerca e alloggi: sono queste alcune delle professionalità che sono richieste laddove è stata costituita una community conservation. L'esempio forse meglio riuscito è quello del Belize, in America centrale, per la salvaguardia del babbuino. Grazie al Community baboon Sanctuary gli esemplari sono passati da 400 a 2.000.
Durante la conferenza, Roberta Castiglioni ha sfornato anche diversi numeri. Ogni 15 minuti muore un elefante, ogni 7-8 ore un rinoceronte.

Ogni settimana muoiono due tigri. E se questi calcoli possono sembrare pura astrazione, problemi reputati distanti proporzionalmente ai chilometri che intercorrono dai luoghi in cui vengono perpetrati i crimini ambientali, la zoologa ha osservato: «Il bracconaggio è un problema di tutti perché la guerra terroristica viene finanziata dagli introiti del bracconaggio stesso. A operare sono delle vere e proprie organizzazioni criminali che sfruttano i più moderni sistemi tecnologici: droni e GPS ad esempio. Il prezzo di un corno di rinoceronte è di 100 mila euro e servono per alimentare mafie locali e gruppi terroristici». Ma è un fenomeno che riguarda tutti anche perché avviene ovunque, anche in Italia. Senza spostarsi troppo dalla Brianza, la zona Brescia-Bergamo risulta florida di bracconieri, che intercettano le traiettorie migratorie degli uccelli protetti. Anche il delta del Po registra numerosi episodi simili. Il Sud Italia ha una situazione ancora più incontrollata, nelle isole e sullo stretto di Messina in particolare a discapito dei rapaci. L'esposizione fotografica "L'urlo animale" resterà aperta sabato 30 e domenica 31 marzo dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle ore 15.00 alle 19.00 presso la Sala Mostre di piazza della Vittoria.
M.P.
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