Merate: l’autore di ''Stupefatto'' incontra i genitori degli studenti per parlare di droghe
Capita di rado che dei giovani di seconda o terza media riescano a seguire un'ora e mezza filata di monologo teatrale. Dopo un po' l'attenzione svanisce, a meno che non sia uno di quegli argomenti che li colpisce veramente. Quello della droga è sicuramente uno di questi, vuoi perché da sempre è un fenomeno che riguarda i giovani soprattutto, o perché ''quelli più grandi già ne fanno uso'', o ancora perché è quella cosa davanti alla quale i genitori tendono a mettere più in guardia i loro figli. Perciò se in un monologo teatrale vengono riassunti gli aneddoti più interessanti della vita di un tossicodipendente, ai giovani interessa.
Enrico Comi
La conferma è arrivata da Enrico Comi, autore dell'autobiografia ''Stupefatto'' dalla quale ne è nato uno spettacolo teatrale che, negli scorsi giorni e dopo aver già girato parecchie scuole in tutta Italia, è stato proposto agli alunni di 2^ e 3^ media dell'Istituto Comprensivo Manzoni di Merate. Lunedì sera, nell'aula magna della scuola, Comi ha incontrato i genitori dei ragazzi che avevano assistito allo spettacolo (interpretato dall'attore Fabrizio De Giovanni). ''Posso assicurarvi che durante la rappresentazione non è volata una mosca'' ha spiegato rivolgendosi alle mamme e ai papà presenti in sala. ''Dai ragazzi di seconda mi sono poi arrivate delle domande davvero pertinenti, che non avrebbero potuto farmi se non avessero seguito per filo e per segno il monologo. Quando sono stato io a porre loro delle domande, si capiva che per loro la droga è ancora qualcosa di molto lontano. Mentre lo stesso non si può dire per i ragazzi di terza. Ci sono risposte che non si possono dare se non si conosce l'argomento''.
L’insegnante Viviana Valagussa
Nell'incontro di lunedì sera, l'ex tossicodipendente, ora alle prese con il suo progetto di sensibilizzazione rivolto soprattutto agli studenti, ha voluto più che altro fornire ai genitori delle informazioni utili per capire se i propri figli abbiano incominciato ad assumere sostanze stupefacenti e come, eventualmente, arginare il problema prima che sia troppo tardi. Il pubblico ha sin da subito fatto molte domande all'ospite della serata partendo proprio dall'incontro avuto con i ragazzi di terza che gli aveva fatto capire che la droga non è proprio una perfetta sconosciuta. ''E' molto semplice - ha spiegato Comi - Basta chiedere: se qualcuno più grande di voi, tipo vostro cugino, fuma una canna e voi gli chiedete un tiro, lui cosa vi risponde? I ragazzi di seconda hanno fatto scena muta. Quelli di terza, subito, hanno risposto che il cugino non ti fa fumare, anzi ti dice che se ti becca farlo te le suona. Ed è vero che se insisti si arrabbia? Per i ragazzi di terza è un 'sì' praticamente immediato''.
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Lo aveva detto sin da subito, Enrico Comi, che lunedì sera non avrebbe portato con sé notizie troppo positive. Giusto qualche accenno alla sua personale esperienza con le droghe, e poi tanti consigli ai genitori perché, come ha spiegato l'autore di ''Stupefatto'', ''se presi in tempo, è più facile farli smettere''. ''Io sono un ex tossicodipendente degli anni '80. Dalle canne sono passato all'eroina e mi sono successe varie vicissitudini non molto piacevoli. Ma alla fine ho trovato il modo di raccontarlo e mettermi a fare prevenzione. E lo faccio da quando mi sono reso conto che in Italia ci sono ben poche persone impegnate in questo ambito''. Eppure servirebbe visto che al giorno d'oggi le droghe consumate dai giovani, oltre ad essere profondamente cambiate, si possono reperire anche in farmacia. Comi ha citato i casi di giovani che sniffano l'Oki, ''ma lo fanno soltanto per farsi vedere, perché non provoca particolari effetti'', fino a quelli che si recano in Svizzera dove la codeina, contenuta soprattutto negli sciroppi per la tosse, è molto più reperibile che in Italia e altro non è che, in buona sostanza, una riproduzione sintetica degli oppiacei.
''Io ho incominciato come si fa spesso'' ha proseguito Enrico Comi. ''Nella mia compagnia ce n'era uno un po' più adulto di me che un giorno iniziò a rollare una canna. E cosa ho fatto io che fino ad allora avevo sempre sentito dire che la droga fa male? Mi sono preoccupato. Hanno iniziato a riaffiorarmi alla mente tutte le cose che avevo sentito. Ovviamente ero certo che non avrei fumato anche io, ma temevo che lui sarebbe stato male. E invece come stava dopo aver fatto qualche tiro? Benissimo. Anzi era diventato più simpatico ed estroverso. Le droghe allora non facevano male. Perciò mi sono reso conto che non sapevo veramente che cosa volesse dire fumarsi una canna. Così gli ho fatto qualche domanda e mi ha detto tutto il contrario di quello che mi dicevano i miei genitori, che non creano dipendenza e che sono naturali''. I problemi veri, per Comi sono iniziati quando la dosa ha continuato ad aumentare. Più si è assuefatti e più l'effetto della droga scende, e di conseguenza la dose aumenta. Buona parte della serata è stata quindi dedicata a sfatare alcuni miti e convinzioni che spesso spingono i giovani a prendere sottogamba la cosa. Per esempio, non è possibile affermare che le canne facciano meno male delle sigarette. Nella maggior parte di casi si ''rollano'' proprio con quelle. ''Il consiglio che vi do, se vostro figlio è solito ritrovarsi con i suoi amici sempre nello stesso posto, è quello di andare a controllare se per terra ci sono sigarette spezzate, con il filtro non fumato. Quello significa chiaramente che qualcuno ha rollato una canna''.
E' errato anche sostenere che la cannabis si possa fumare dal momento che viene utilizzata anche in campo medico, perché in medicina è tutta un'altra cosa. Attenzione, poi, a fraintendere i pericoli che possono derivare dalla frequentazione di determinate discoteche. I pusher non metteranno mai della droga nel bicchiere dei giovani, altrimenti non potrebbero guadagnare con la loro attività. Eppure ci sono parecchi locali dove di sostanze per lo più sintetiche ne girano parecchie. Comi ha consigliato ai genitori perciò di munirsi di alcuni semplici test della droga, evitando di utilizzarli in modo ossessivo, che si trovano anche in farmacia e non costano troppo. Infine, di controllare negli angoli della casa dove potrebbero nascondere della marijuana o dell'hashish e fare molta attenzione alle loro reazioni quando per un motivo o per l'altro l'argomento droga esce allo scoperto. ''Se si dichiarano a favore della legalizzazione, quello è un campanello d'allarme molto grosso'' ha spiegato Comi, secondo il quale il miglior modo per parlare ad un figlio che ha fatto uso di sostanze non è mai dirgli che ha sbagliato, ''a nessuno piace sentirselo dire'', piuttosto capire come mai è arrivato a farlo e convincerlo che non è affatto la strada giusta da seguire.
A.S.