Aicurzio: suggestiva visita alla Villa Paravicini con il sindaco
Un tuffo nel nobile passato di Aicurzio con la visita guidata del sindaco Giammarino Colnago a Villa Paravicini, per una domenica di full immersion tra le meraviglie del borgo vimercatese, in collaborazione con il Parco Agricolo Nord Est (P.A.N.E.). Un ricettacolo di cultura, usi e tradizioni dimenticate, riscoperti attraverso il racconto accattivante del borgomastro, che, come immaginabile, ha incantato i visitatori per due orette, sfoggiando un sapere che va ben oltre il bagaglio ordinario del sindaco. Una narrazione a tutto tondo, quella riguardante la seicentesca villa, che ha innanzitutto toccato le tappe salienti della sua destinazione. Prima adibita a dimora estiva dei parenti dell'omonima famiglia. Quindi passata a stabile conduzione familiare.
Il tour in villa al primo piano
Gli ultimi passaggi importanti per la fruizione pubblica del bene, come biblioteca (inserita nel Sistema Bibliotecario Vimercatese), per gli eventi del paese (giugno aicurziese), e come Museo degli Usi e Costumi (allestito al secondo piano della villa), riguardano l'acquisizione della proprietà da parte del comune, avvenuta a metà anni "70, per mano (e lungimiranza) dell'indimenticato sindaco Abele Biffi; e l'apertura al pubblico con le successive amministrazioni, fino alla più recente inaugurazione del Museo degli Usi e Costumi della gente, nell'ex piano adibito alla servitù.
L'edificio, soprattutto nelle parti interne, presenta molteplici stili, che mostrano segni e caratteri di una trasformazione inevitabile, necessaria in oltre quattro secoli di vita per la sua conservazione. Ma alcuni particolari, come le piastrelle ottocentesche al primo piano, sono rimasti rigorosamente al loro posto, come attesta ancora un'usura, testimone di circa 200 anni di vita.
Il sindaco Giammarino Colnago spiega l'origine dello stemma dei Paravicini
Altri, come le scale che portano ai vari livelli dell'ex dimora, mostrano la sorprendente solidità delle soluzioni dell'epoca, a dispetto del tempo. Mobili, quadri e oggettistica varia sono stati inveci per la maggior parte "importati" da altre ville, e riempiono di senso le mura dell'ex dimora, che altrimenti sarebbe pressoché spoglia, visto che gli ultimi proprietari hanno lasciato ben poco negli ambienti. Alcune delle opere presenti hanno poi portato il nome di Aicurzio in alto nel mondo, come un'affascinante scultura in ceramica finemente opacizzata, che balza all'occhio al primo piano, tra le prime al mondo ad essere eseguite con questa tecnica. Sempre al primo piano, un grande mobile di gusto ottocentesco contenente un corpus di documenti catalogati, un vero e proprio archivio con le notizie utili per ricostruire le vicende della famiglia Paravicini, è rimasto al suo posto, nella sistemazione originaria. Il vero tema della visita era però il secondo livello della villa, con le sue sale tematiche dedicate alla bachicoltura, all'artigianato, ai reperti bellici e alla tecnologia.Quest'ultima richiamata da un'incredibile macchina fotografica, che al confronto con i nostri strumenti 2.0, fa decisamente sorridere.
Gli utensili utilizzati per le mansioni della terra nel l secolo a.C.
Uno degli ultimi "reperti" della collezione è una motocicletta Gilera 250 del 1957, donata da un viaggiatore che ha toccato diverse tappe del pianeta, paesi europei, arabi e africani. Tanti gli aneddoti spolverati da un Colnago decisamente coinvolto e coinvolgente nell'esposizione. In una visita che, alla fine, come prevedibile, ha sconfinato l'oggetto previsto in locandina, il Museo degli Usi, includendo la visita a tutto il complesso della villa.Senza tralasciare la sorpresa gentilmente offerta dal sindaco in coda all'iniziativa, al crocchio di visitatori: un salto alla vicina Casa degli Umiliati, capolavoro d'architettura medievale, del XIII secolo, con file di ciottoli lasciati a vista, la piazza di Sant'Andrea, con l'anteprima di una scultura triforme dedicata alle donne, che verrà realizzata prossimamente dal "bernareggino" Pasquale Galbussera, e al gioiello di Villa Malacrida Aceti, elegante sede comunale. Il tutto, racchiuso in poche decine di metri quadri del centro storico. In Brianza, almeno nel vimercatese, è uno spettacolo senz'altro più unico che raro.
M.L.