I fondamentali del Tai Chi per rilassare il corpo costretto dalla malattia a continui irrigidimenti, sforzi e tensioni. Una pratica che secondo chi ha la sclerosi multipla oramai non ha più bisogno di essere sperimentata. Le arte marziali, e in particolare i surrogati del Taijiquan (come per l'appunto il Tai Chi). A dimostrazione di ciò, la sezione meratese di AISM (associazione italiana sclerosi multipla) da un paio di settimane ha dato il via al suo primo corso rivolto a coloro che hanno contratto la malattia e sono in cerca di un sollievo.


Il componente direttivo AISM Milano Pierangelo Perego, e l'istruttrice Loretta Comi
Durerà fino al prossimo giugno, per un totale di venti lezioni che si svolgono il venerdì dalle 19, ed è reso possibile grazie a due importanti collaborazioni avviate per l'iniziativa dall'AISM meratese, ultimamente sempre più attivo sotto la direzione membro del direttivo milanese dell'associazione Pierangelo Perego (di Paderno). La prima con i gestori del luogo che fino al termine della primavera ospiteranno il corso di Tai Chi per chi ha la sclerosi, ovvero la Palestra Vita di via Bergamo, a Merate.
L'altra è invece quella con l'allenatore Massimo Zoia, anch'egli portatore della stessa malattia dei suoi allievi. Il suo è un amore, quello nei confronti del Tai Chi, nato nel 2013 quando iniziò a praticarlo scoprendone i grossi benefici che il suo corpo ne traeva.


L'allenatore Massimo Zoia
''Ho la sclerosi dal 2007, ma solo dopo sei anni ho iniziato a praticare Tai Chi'' ha raccontato Zoia, residente ad Usmate.
''Iniziai con gli sport che consigliava l'AISM, alla quale mi iscrissi subito, come piscina e yoga. Un giorno un ragazzo che lavorava con me mi invitò a provare come lui il Kung Fu. Da lì ho poi scoperto il Tai Chi e da subito mi sono accorto dei grossi benefici che riuscivo a trarne sia livello fisico che psicofisico''.
Pochi anni dopo, Zoia è passato da ''praticante'' ad allenatore, gestendo corsi sia alla Palestra Vita di Merate che alla ''Ronin'' di Monza.

''Insegno sempre sotto la direzione del Maestro Alessandro Lenzini'' ha quindi precisato.
''Ho iniziato nel 2017. Dopo averlo praticato per un periodo solo per me, sono arrivato al punto di decidere che avrei dovuto provare a diffondere questa pratica, per far provare anche ad altre persone gli stessi benefici che sentivo io. Perciò ho iniziato con i primi piccoli corsi ed oggi insegno in due palestre''.


Le sue lezioni non sono rivolte solo ai malati di sclerosi, ha spiegato, ma a tutta una serie di patologie legate - in parole molto semplici - al malfunzionamento sistema nervoso.
''Ho avuto ad esempio a che fare con persone con la fibromialgia, ma possono prendere parte al corso persone con problemi strutturali e altre patologie fisiche importanti, diciamo. Il Tai Chi è ovviamente da abbinare ad un percorso ben preciso. Il mio ad esempio prevede della fisioterapia una volta al mese e una cura medica ogni settimana. L'arte marziale che insegno serve poi a cercare di migliorare la qualità della vita di noi malati, per riportare il corpo nello stato più naturale possibile. La sclerosi, ad esempio, fa comparire una serie di deficit nel corpo, che a livello psicologico si trasformano in insicurezze. Con l'irrigidimento della muscolatura un piccolo problema diventa un grosso problema, e si finisce per spendere tantissima energia. Il Tai Chi aiuta a rilassare la muscolatura e si migliora a vista d'occhio''.
A.S.