Arlate: il violino di Auschwitz, concerto dei Barabàn. Al ''polo'' viene ricordata la Shoah

La musica non era certo estranea ai campi di sterminio nazisti. Succedeva che agli ebrei, a chi di loro fosse in grado di suonare uno strumento oppure cantare, venisse chiesto di allestire dei teatrini ed esibirsi per i generali delle SS. Altre volte, la musica era il rimedio più semplice per trovare un minimo di consolazione.

Gli artisti che, una volta messa la parola ''fine'' sull’olocausto, scrissero e composero canzoni dedicate a quelle drammatiche pagine della storia furono tantissimi, e da alcuni di questi hanno tratto ispirazione i ''Barabàn'', l’ensemble che si è esibita presso il Polo Culturale di Arlate nella serata di sabato 2 febbraio nel concerto organizzato dal Comune di Calco in occasione della Giornata della Memoria 2019.

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In ''Il violino di Auschwitz. Musiche e immagini per non dimenticare'', hanno trovato spazio le composizioni più rappresentative della Shoah e della seconda guerra mondiale, tra cui le musiche yiddish composte dai musicisti ebrei a Terezìn e Mauthausen, la canzone Asma Asmaton scritta dal poeta e drammaturgo greco Iakovos Kambanellis e musicata da Mikis Theodorakis, insieme a brani del moderno repertorio ebraico.

Una grande risposta di pubblico, che ha riempito fino all’ultimo posto il locale al secondo piano dell’edificio in via San Gottardo in cui a salire sul palco sono stati Vincenzo Caglioti (organetti diatonici), Aurelio Citelli (voce solista, tastiere e basso elettrico), Giuliano Grasso (violino), Maddalena Soler (voce solista e violino), Paolo Ronzio (chitarra) e Jacopo Soler (flauto traverso).
A.S.
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