Cornate: il canto degli alpini incanta ed emoziona la platea
E' stata una serata emozionate all'insegna del ricordo: un coro spontaneo e nostalgico si è levato dal pubblico all'ascolto di "Dove sei stato mio bell'alpino". Così si è conclusa la serata organizzata dal Centro Culturale Benedetto XVI di Cornate d'Adda nel centenario della fine della Grande Guerra, "Il canto degli Alpini". Un omaggio al corpo militare che impiegò 240.000 uomini nella salvaguardia dei confini settentrionali, e che sacrificò quasi 40.000 giovani vite tra caduti e dispersi e le cui radici sono ancora ben salde nelle nostre comunità. Relatore d'eccezione è stato il Maestro Lorenzo Lucchini, diplomato in Organo e Composizione organistica al Conservatorio "B. Marcello" di Venezia sotto la guida di Maurizio Ricci, organista al Tempio dell'Incoronata di Lodi e organizzatore della rassegna decennale "Vox Organi", che ogni anno dà vita a concerti fra Lodi e Crema.
Giovanni Scotti e il maestro Lorenzo Lucchini
Affascinato dai canti delle penne nere fin dalla tenera età -quando raggiungeva i parenti nelle località montane della bergamasca- il Maestro ha avuto modo nel suo percorso accademico e professionale di studiarne più attentamente il repertorio. Dopo alcuni accenni storici sull'origine e l'evoluzione del "corpo di fanteria più antico ancora attivo nel mondo" -dalla nascita grazie all'intuizione di Giuseppe Domenico Perrucchetti nel 1972, fino ad arrivare alle missioni umanitarie e di pace dei giorni nostri- il Maestro Lucchini si è poi addentrato nell'analisi dei canti.
"Mi sono chiesto: perché gli Alpini hanno sviluppato il canto? La risposta va ricercata nell'aspetto scientifico della musica" ha spiegato l'organista "ogni attività sincronizzata di gruppo -quali il canto corale- aumenta la secrezione di endorfine, delle sostanze che aumentano il senso di buonumore. Così aumenta anche la voglia di cooperare, inoltre il canto corale fa sì che il gruppo respiri in modo sincronizzato: questo crea una sintonia dal punto di vista fisiologico, psicologico ed emotivo". Uno strumento di coesione fra le truppe, quindi, ma non solo: il grande valore degli Alpini sul campo di battaglia, più volte riconosciuto nei racconti e nei rapporti di guerra, potrebbe derivare proprio dall'abitudine di intonare i propri canti in trincea e durante le marce.
"I temi ricorrenti di questi canti sono quelli della nostalgia, del ricordo della famiglia, del ricordo delle battaglie, delle sofferenze dei soldati e della Patria" ha continuato il Maestro "e le parole hanno un significato profondo, toccano il cuore". Ad uno ad uno Lucchini ha raccontato la storia e il significato dei più conosciuti canti Alpini: "Sul cappello", "Ta Pum", "E tu Austria", "Mamma mia vienimi incontro" e molte altre sono state analizzate e riprodotte, facendo riaffiorare memorie e sensazioni palpabili tra i presenti.
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Trascinati dai versi conosciuti da una vita, alcune voci si sollevavano timidamente qua e là, per poi scoppiare in un coro irrefrenabile al via del "Dove sei stato mio bell'Alpino", un classico della tradizione.
Il Maestro Lorenzo Lucchini
A conclusione della serata il Maestro Lucchini ha lanciato un appello al pubblico: "questi canti ci raccontano la storia, rispetto ad una pagina di un libro di storia ci consegnano i sentimenti di chi ha vissuto questi fatti. Il nostro compito è quello di tenerli vivi e di trasmetterlo alle generazioni future, perché sono dei documenti importanti" Giovanni Scotti -membro del CCBXVI- ha inoltre ricordato che settimana prossima, chi vorrà, avrà l'opportunità di ascoltare i canti dal vivo, con le voci del coro "I Rododendri di Casatenovo" presso l'Oratorio di Porto d'Adda.
Federica Frigerio