Merate: in un appassionante monologo teatrale il ritratto di Padre Pino Puglisi che sfidò la mafia con la forza del sorriso
"Quelli che pensano troppo prima di muovere un passo, trascorrono la loro vita su un piede solo" diceva Padre Pino Puglisi ai suoi ragazzi diventati poi uomini, per spronarli a vivere, ad agire, a non restare spettatori della vita e nemmeno delle ingiustizie.
(L'iniziativa è svolta dall'Istituto Tecnico Viganò in collaborazione con il Liceo Agnesi e nell'ambito delle attività previste dal Centro di Promozione della Legalità CPL di cui è scuola capofila l'Istituto Bertacchi di Lecco. Referente dell'iniziativa è stata la Prof.ssa Elisabetta Cammisa del Liceo Agnesi)
Christian Di Domenico
E in 9 mesi di lavoro e 46 pagine è condensata una delle testimonianze più belle e appassionate sulla vita di Don Puglisi, il sacerdote ucciso con un colpo alla nuca da Cosa Nostra, che lui aveva osato "sfidare" gridando dal pulpito che "chi usa la violenza non è un uomo, è un animale e perde la dignità di uomo". Con quelle parole si era firmato la sua condanna a morte. Una figura che è stata tratteggiata con un monologo ascoltato tutto d'un fiato dagli studenti del Viganò e dell'Agnesi di Merate e del Bertacchi di Lecco che, approfonditi i temi della legalità nel corso dell'anno, si sono trovati ad assistere a uno "spettacolo" o meglio a un racconto di vita profondo, vero e coinvolgente.VIDEO
Eppure non una mosca è volata in sala durante il racconto tutto d'un fiato dell'attore e l'applauso sincero alla fine dello spettacolo così come il fiume di domande che lo hanno travolto sono stati la prova più bella del suo successo. L'incontro di Cristian e del fratello con Padre Puglisi avviene un anno quando i due ragazzi dalla Brianza vengono mandati in Sicilia in un campo estivo. Che quell'incontro avrebbe cambiato le loro vite lo hanno scoperto solo dopo, quando il destino aveva già fatto i suoi giochi ma che quel prete un po' particolare lo era, questo lo avevano capito subito notando alla parete della cucina del suo appartamento un orologio senza lancette. "Io sono per Cristo a tempo pieno" gli aveva risposto con naturalezza il sacerdote.
La prof.ssa Elisabetta Cammisa, Christian Di Domenico e la professoressa Rosa Bisanti
Don Pino parte da lì, dal basso, dai più piccoli e inizia la sua rivoluzione offrendo alternative a Cosa nostra che fino a quel momento era stata l'unico orizzonte e l'unica spiaggia per quella gente. Apre le porte dell'oratorio al teatro per raccontare la religione, fonda i cenacoli con le famiglie per inculcare l'idea del perdono e appianare le faide che da sempre hanno macchiato di sangue i marciapiedi del quartiere.
Christian mentre interpreta uno dei due sicari durante la confessione e il racconto dell'uccisione di "U parrinu"
"E' chiedere perdono che ti fa diventare uomo" amava ripetere il sacerdote primo morto ammazzato della Chiesa da parte della mafia "perchè significa che sei forte dentro e sei capace di amare". E lo sanno bene, hanno ricordato al momento della loro confessione e del loro pentimento, i suoi sicari Salvatore Grigoli e Gaspare Spatuzza che gli tesero l'agguato sotto casa, il giorno del suo compleanno, sparandogli un colpo di rivoltella alla nuca. Lui, don Pino disse solo "Me lo aspettavo" e poi sorrise. Un sorriso che i suoi assassini non dimenticheranno mai.(L'iniziativa è svolta dall'Istituto Tecnico Viganò in collaborazione con il Liceo Agnesi e nell'ambito delle attività previste dal Centro di Promozione della Legalità CPL di cui è scuola capofila l'Istituto Bertacchi di Lecco. Referente dell'iniziativa è stata la Prof.ssa Elisabetta Cammisa del Liceo Agnesi)
Saba Viscardi