Osnago: il 2° romanzo di Elena Rausa che ripercorre una vita parlando degli anni '70

Osnago sempre più patria di artisti. Tra scrittori e videomaker, presentando il nuovo libro di un'osnaghese di adozione ma che in paese si sente ormai di casa, Elena Rausa, il sindaco Paolo Brivio ha ricordato che tra i suoi concittadini vi sono, tra gli altri, un noto editore, Alberto Casiraghy, che è più definibile un artigiano della stampa, dato che utilizza ancora i metodi di un tempo per imprimere parole su carta, e un giovanissimo che ha appena partecipato con un suo cortometraggio ad un importante concorso cinematografico italiano dedicato alle culture straniere.
C'è poi chi si affida ad altre case editrici, essendo le parole riportate nei suoi romanzi un po' troppe per essere stampate in quel modo, come appunto la professoressa Rausa, docente di lettere al liceo, protagonista dell'incontro culturale che ha avuto luogo nella serata di venerdì 26 ottobre nella sala civica di viale Rimembranze dove ha presentato la sua seconda fatica letteraria, il romanzo ''Ognuno riconosce i suoi'', cinque anni dopo il debutto con ''Marta nella corrente''.

Milva Caglio, presidente commissione biblioteca di Osnago e Elena Rausa, autrice del romanzo ''Ognuno riconosce i suoi''

''Il titolo, magari qualcuno lo ha riconosciuto, è tratto da un verso di Montale'' ha spiegato l'autrice, che per tutta la durata dell'incontro ha risposto alle domande di Milva Caglio, presidente della commissione biblioteca di Osnago.
''Si trova nell'opera 'Piccolo testamento'. Montale non lo scrisse diciamo al termine della sua carriera, ma quando era piuttosto giovane. E' rivolto alla persona che forse ha amato più in tutta la sua vita, ma sta al di là dell'oceano''.

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Ognuno riconosce i suoi, ha proseguito Rausa, è allo stesso tempo una frase molto bella, una frase che spiega quanto ad ognuno di noi piaccia riconoscersi nelle persone che abbiamo intorno, con quello che abbiamo in comune, ma è anche una frase che vuole metterci in guardia sul fatto che non si possa vivere veramente una città, una polis, chiudendosi solamente in ciò che si riconosce. La protagonista del libro è Caterina, una ragazza di Milano poco più che ventenne, ancora poco consapevole di molte situazioni della vita.



''Caterina aspetta un bambino'' ha spiegato l'autrice. ''La storia si sviluppa attorno al suo rapporto con il cugino Michele. Sono cresciuti insieme ed ora che lui è in coma, Caterina decide di scrivere per lui un quaderno, in modo che abbia una storia a cui tornare un domani, qualora dovesse svegliarsi. Il suo quaderno diventa perciò un po' come i sassi di pollicino. Una strada verso casa''. Il rapporto tra i due cugini, tra gli altri personaggi del romanzo, non è altro che un'occasione per la protagonista di indagare sulla propria vita, tornare indietro con la memoria nei luoghi e nelle situazioni dell'infanzia e adolescenza. E' di riflesso ciò che sembra aver fatto la stessa autrice nella stesura del suo secondo romanzo, ambientando i ricordi tra gli anni '70 e gli anni '80, nel subbuglio politico e giovanile che viveva a quei tempi l'Italia. ''Caterina è figlia di genitori milanesi acquisiti, ed è ciò che sono anche io'' ha commentato.

''In questo libro c'è un po' di storia di quegli anni che ho conosciuto anche io personalmente, da milanese figlia di non milanesi. Caterina vive quel periodo nella sua infanzia, ed è un periodo molto particolare. Oggi parliamo molto del tema della sicurezza, ma abbiamo dimenticato che cosa c'era allora. Parliamo di guerriglia urbana''. Nella stesura del suo libro, Rausa ha raccontato di aver dovuto scavare all'indietro, coinvolgendo amici e conoscenti.
''E' stata un'ossessione, ma è stato anche bello rompere le scatole a diversi amici chiedendo se ricordavano quell'episodio, piuttosto che quella canzone'' ha spiegato l'autrice. ''Sono arrivata a ricordare, ad esempio, che allora c'erano giochi da tavolo come 'Corteo', dove il bello stava proprio nell'organizzare una sommossa. Oppure che qualcuno giocava a 'processo proletario'. Ma questo processo a ritroso che ho fatto è composto anche di vicende dolorose''. Erano gli anni '70, e a Milano trovare sagome umane disegnate col gesso sui marciapiedi, ha commentato Rausa, era all'ordine del giorno.
Ester Cattaneo
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