Merate: Piazza Prinetti anni Settanta con edicola e gelateria. Ora spogliata di tutto
La Piazza da tre giorni è un po' più vuota e se da qualche settimana i frequentatori del centro si erano abituati a sostare ai tavoli che avevano preso il posto del gazebo, ora dovranno fare a meno anche di quelli. Perchè la storica gelateria, come annunciato, ha chiuso definitivamente i battenti. Sulla pesante porta a vetri, bordata di rosso, infatti l'ormai ex storico gestore Ambrogio Spini ha incollato pagine di giornale quasi a segnare un confine tra quello che è stato e mai più sarà.
Il soffitto in mattoni rossi a vista che caratterizzava lo stretto corridoio della caffetteria sarà solo un ricordo di chi, per tanti anni, ha varcato la soglia del bar, addentrandosi in uno dei locali che hanno fatto la storia di Merate, non fosse altro per le sue origini indietro nel tempo.
Ambrogio Spini, infatti, aveva rilevato l'attività che già il padre portava avanti, nel 1991, prendendo in affitto i locali della famiglia Panciera che vi aveva trasferito l'attività di famiglia (sempre una gelateria) nel 1945 dopo aver abbandonato la prima locazione in Piazza degli Eroi.
La Piazza negli anni ha mutato tantissimo.
Prima era transitabile con i parcheggi a “L” dove ora ci sono le aiuole incolte e mal curate, spazio per i bisogni dei quattrozampe o posaceneri per le sigarette. Nel centro storico c'era anche l'edicola. Inizialmente si trovava all'imbocco di Via Baslini ed era un chiosco ottagonale, frontalmente c'era una sorta di finestrella da cui il giornalaio si affacciava per porgere riviste ed eventuale resto.
Alla fine degli anni Cinquanta l'edicola viene rilevata da Sante Delle Vaglie, che la sposta a una cinquantina di metri, in Piazza Prinetti a poca distanza appunto da Spini. La gestione passò nel 1971 a Mario Lambro, ex gestore dell'albergo Valsecchi per traslocare infine in Piazza degli Eroi.
Ora c'è il progetto di riportare l'edicola all'ombra del Castello e sono in tanti quelli che vorrebbero far tornare le auto in piazza, ripristinando il collegamento veicolare lungo Via Carlo Baslini.
Adesso però c'è da riempire uno spazio lasciato vuoto. Non si potrà probabilmente calcare le stesse orme, dato che il centro è tappezzato da bar e la coperta è sempre più corta, ma forse qualche altra attività potrebbe trovare una giusta allocazione e dare il suo contributo ad arricchire l'offerta della città.
Il soffitto in mattoni rossi a vista che caratterizzava lo stretto corridoio della caffetteria sarà solo un ricordo di chi, per tanti anni, ha varcato la soglia del bar, addentrandosi in uno dei locali che hanno fatto la storia di Merate, non fosse altro per le sue origini indietro nel tempo.
Piazza Prinetti negli anni Settanta/Ottanta prima e adesso
Ambrogio Spini, infatti, aveva rilevato l'attività che già il padre portava avanti, nel 1991, prendendo in affitto i locali della famiglia Panciera che vi aveva trasferito l'attività di famiglia (sempre una gelateria) nel 1945 dopo aver abbandonato la prima locazione in Piazza degli Eroi.
La Piazza negli anni ha mutato tantissimo.
Prima era transitabile con i parcheggi a “L” dove ora ci sono le aiuole incolte e mal curate, spazio per i bisogni dei quattrozampe o posaceneri per le sigarette. Nel centro storico c'era anche l'edicola. Inizialmente si trovava all'imbocco di Via Baslini ed era un chiosco ottagonale, frontalmente c'era una sorta di finestrella da cui il giornalaio si affacciava per porgere riviste ed eventuale resto.
Il chiosco di Via Baslini
L'edicola di Sante Delle Vaglie
Alla fine degli anni Cinquanta l'edicola viene rilevata da Sante Delle Vaglie, che la sposta a una cinquantina di metri, in Piazza Prinetti a poca distanza appunto da Spini. La gestione passò nel 1971 a Mario Lambro, ex gestore dell'albergo Valsecchi per traslocare infine in Piazza degli Eroi.
Ora c'è il progetto di riportare l'edicola all'ombra del Castello e sono in tanti quelli che vorrebbero far tornare le auto in piazza, ripristinando il collegamento veicolare lungo Via Carlo Baslini.
Adesso però c'è da riempire uno spazio lasciato vuoto. Non si potrà probabilmente calcare le stesse orme, dato che il centro è tappezzato da bar e la coperta è sempre più corta, ma forse qualche altra attività potrebbe trovare una giusta allocazione e dare il suo contributo ad arricchire l'offerta della città.
S.V.