Novate: 25° anniversario della benedizione della chiesa con l’arcivescovo Delpini, che chiede fiducia in Dio contro le difficoltà

Don Eugenio e Mons. Mario Delpini


Hanno dovuto attendere una decina di giorni, i fedeli di Novate, prima di poter celebrare solennemente l'anniversario della consacrazione della chiesa Madonna della Pace. La ricorrenza, infatti, cadeva precisamente lo scorso 29 agosto. Venticinque anni dalla benedizione del nuovo edificio religioso per mano del Cardinale Carlo Maria Martini e venticinque anni e dieci giorni dopo la commemorazione con un altro Arcivescovo di Milano, Mario Delpini.

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A lui insieme ai preti del circondario e a Monsignor Luigi Stucchi, è spettato il compito di celebrare messa in ricordo di quel giorno che oggi appare piuttosto lontano. Eppure, molti dei fedeli che nella giornata di domenica 9 settembre si sono riuniti in chiesa quel 29 agosto 1993 c'erano.

Don Tiziano e Mons. Luigi Stucchi


E Monsignor Delpini, nella sua omelia, li ha come interrogati, chiedendosi che cosa fosse cambiato rispetto ad un quarto di secolo prima. L'omelia dell'Arcivescovo ha ripreso in particolare i primi passi del vangelo, riferiti ad un popolo - i giudei - fedele solo all'occorrenza e troppo scettico per il resto del tempo. ''Gesù fa molte cose in mezzo ai fedeli, ma questo loro ascolto della scrittura non li aiuta a credere. Ed è il primo motivo di crisi per questi giudei, la crisi di fede. Il secondo è che persiste una certa resistenza all'invito, un'esitazione a quella sequela di amore e fiducia, il non decidersi a stare con Gesù e riconoscere che da lui viene la vita''.

Troppo semplice, secondo Mons. Delpini, seguire Gesù solo per essere presenti quando farà il primo miracolo. Ed è così che si è ricollegato all'anniversario della benedizione della chiesa novatese. E' di una fede rinnovata, di nuovi slanci, che ha voluto parlare. ''25 anni di storia sono un tempo in cui si può maturare, in cui si può diventare sapienti - ha commentato - Si possono persino constatare delle difficoltà attraversate, delle crisi. Sono venuto qui proprio per pregare con voi, per dire che anche noi crediamo che il Signore ci aiuti ad andare oltre, ad attraversare queste difficoltà''.

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Serve speranza, ha poi aggiunto il religioso, per superare queste difficoltà. Asperità che, si è auspicato, la comunità novatese abbia potuto comprendere ed utilizzare a proprio favore in questi 25 anni.

Mons. Mario Delpini con Mons. Luigi Stucchi

La messa di domenica 9 settembre, per certi versi, è stata un po' anche la prima messa di don Eugenio Folcio, salutato dalla comunità di Olginate in mattinata, accolto per la verità sabato sera a Novate in occasione della processione per Maria Nascente, poi riabbracciato domenica pomeriggio. Lo aveva oltretutto accolto con affetto anche don Tiziano Sangalli, il parroco uscente, prendendo per primo la parola durante la cerimonia religiosa. ''Che bella giornata intensa - ha commentato verso la fine della funzione don Eugenio - L'Arcivescovo ce l'ha messa tutta per farci riflettere. Ci ha parlato di fede, di speranza e di carità''.

Il saluto di Sindaco e assessori

Quindi ha spiegato, senza nascondere una certa nostalgia, di aver salutato la sua ormai ''ex'' comunità in un ''abbraccio calorosissimo'' sotto lo sguardo della Madonna Addolorata. ''I miei sentimenti sono allora legati allo sguardo della Madonna, alla sua contemplazione, un sentimento profondo di comunione. Ma anche di stupore, perché Dio non smette mai di stupirci''. Al termine della funzione un abbondante "aperi-cena" per tutti ha chiuso la giornata di festa e salutato mons. Delpini diretto al convento di Sabbioncello per un'altra celebrazione.
Alberto Secci
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