Merate, un lettore segnala: in centro città c'è amianto. Il vademecum redatto dall'Ats

Buonasera
Questo è in centro Merate!!!!!!! Nessuno dice nulla? Nessuno fa niente?
Sofia

La lettera della lettrice che ci segnala la presenza di una copertura in eternit in centro Merate, ci dà l'occasione di riprendere nuovamente la questione con l'ausilio dell'ATS di Monza e Brianza cui abbiamo chiesto un report sulla situazione del censimento avviato qualche anno fa e sulle procedure, che è bene "rispolverare", per capire quando e come sia necessario, in base all'indice di degrado, intervenire.

L'immagine scattata dalla lettrice


I dati attualmente in possesso e reperibili sul sito preposto sono fermi al 2016 e, al netto di una serie di criticità che potrebbero sottostimare i risultati, si parla di 9mila siti censiti per una superficie complessiva di circa 1.554.567 metri quadrati.

In riferimento alla problematica amianto, nel 1992, è stata emanata  la L. 257/92, che vieta “l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto, di prodotti di amianto o di prodotti contenenti amianto”.
Partendo da questa legge-quadro,  negli anni successivi  sono stati  emessi vari decreti attuativi che  costituiscono le linee guida per procedere alla valutazione, al contenimento e all’eliminazione del rischio definendo anche le modalità di ricerca per la  presenza di materiali contenenti amianto,  le metodologie di campionamento e di  analisi.
Sono inoltre state descritte le modalità di valutazione dello stato di conservazione , i  differenti sistemi da utilizzare per la bonifica .
Alla norma nazionale  prevede che anche a livello  regionale vengano emessi  piani per il contenimento e la eliminazione del rischio; in regione Lombardia tale piano è stato denominato PRAL – Piano Regionale Amianto Lombardia, caratterizzato dal  censimento dei siti con materiali contenenti amianto, i dal censimento delle imprese che si occupano della sua bonifica, dalla formazione degli operatori addetti alla bonifica, e dalla individuazione dei siti dove smaltire il materiale bonificato.

Un aspetto particolarmente importante, per quanto riguarda la problematica amianto,  è il censimento dei siti dove questo materiale è presente, il compito di tale censimento è assegnato alle ATS, presso le quali è istituito un registro in cui è indicata la localizzazione dell’amianto floccato o in matrice friabile presente negli edifici.
I proprietari degli immobili devono comunicare alle unità sanitarie locali i dati relativi alla presenza dei materiali contenenti amianto (mca). Le ATS comunicano  poi alle Regioni e alle Province i dati registrati.
In Regione Lombardia, con la Legge Regionale 29 settembre 2003 n. 17 ha esteso tale obbligo anche all’amianto in matrice compatta: cemento-amianto (eternit), vinil-amianto (linoleum), oltre all’amianto floccato o in matrice friabile”.
Le ATS (ex ASL) hanno  inoltre il compito di tutelare la salute dei cittadini/lavoratori mediante la sensibilizzazione sulla pericolosità dell’inquinante, anche al fine di implementare le registrazioni dell’anagrafe dei siti dei mca (coadiuvate da Comuni e Province).
Regione Lombardia per rendere più evidente l’importanza della notifica per il censimento, ha previsto per la mancata segnalazione il pagamento di una sanzione, variabile in base alla estensione e alla entità del degrado.
Nel sito dell’ATS Brianza è pubblicato un data base su cui sono state inserite le 18.760 notifiche pervenute nel corso degli anni; l’accesso è possibile mediante il seguente link:
https://www.ats-brianza.it/it/amianto/banca-dati-censimento-amianto.html
Ogni cittadino può accedere a tale anagrafe e, selezionando il Comune, tramite l’indirizzo può ricercare la struttura che interessa.
Tuttavia, è necessario evidenziare  alcune criticità  relative alla tenuta del registro:
 mancata comunicazione da parte di alcuni proprietari
difficoltà nell’incrocio dei dati relativi alle bonifiche con quelli presenti nel registro
 duplicazione di inserimento di alcuni siti  (es. perché cambiato il proprietario, o perché il responsabile non ricordava se aveva già inviato la comunicazione).

Per la Provincia di Lecco ad oggi sono stati inseriti oltre 9000 siti, per una superficie complessiva di circa 1.554.567 metri quadrati ma il dato  risulta probabilmente sottostimato per le criticità elencate in precedenza .
 
Alcuni siti censiti appartengono alla categoria dei siti industriali dismessi: in passato il cemento-amianto era stato ampiamente utilizzato per le coperture dei capannoni oltre che, in matrice friabile, specialmente come isolante per il calore, in impianti industriali siderurgici, metalmeccanici, nell’industria alimentare, ecc. o semplicemente nell’impianto di riscaldamento. Attualmente le Amministrazioni Comunali si possono ritrovare a dover gestire importanti criticità in cui sono in conflitto interessi collettivi (la salute dei cittadini) e interessi privati (i costi per le proprietà delle aree: la bonifica di questi materiali è solitamente molto onerosa).
In questo contesto i servizi del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria forniscono il loro supporto nelle valutazioni e nella ricerca di possibili soluzioni, nell’ambito delle loro competenze.

Per agevolare le  valutazioni relative allo stato di degrado di manufatti in amianto, Regione Lombardia ha previsto uno strumento empirico denominato “Indice di degrado – I.D.”, che, partendo dalla osservazione di una serie di elementi facilmente ottenibili dalla ispezione della copertura, elabora un algoritmo, il cui numero finale suggerirà il comportamento da seguire.
Se il danneggiamento è superiore al 10% si deve comunque procedere alla bonifica: si provvederà a una valutazione più specifica (indice di degrado) se il materiale è danneggiato per meno del 10%.
Se il numero ottenuto dall’algoritmo è particolarmente basso (inferiore o uguale a 25) si dovrà continuare a sorvegliare il manufatto periodicamente, senza obbligo di bonifica.
Se l’indice è maggiore di 25 e inferiore a 44, entro tre anni si dovrà provvedere alla sua bonifica (rimozione o sovracopertura/incapsulamento).
Per indice di degrado uguale o maggiore di 45, il comportamento da tenere è la rimozione entro un anno.

In casi particolari, e qualora espressamente richiesto dal Sindaco, l’ATS interverrà effettuando un sopralluogo e proponendo al Sindaco stesso i provvedimenti necessari. Eventuali provvedimenti (ordinanza di trattamento e/o rimozione della copertura) saranno infatti assunti dal Sindaco sulla scorta delle valutazioni fornite dal proprietario o amministratore dello stabile e, nei casi particolari, dalle valutazioni tecnico sanitarie formulate dall’ATS.

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