Sartirana: don Maurizio ricorda i 30 anni di ordinazione. ''Si vive solamente per amare''

''Non importa quanto si dà, ma quanto amore si mette nel dare''. E' cominciata con una citazione di Maria Teresa di Calcutta l'omelia di don Maurizio Spreafico, il parroco originario di Sartirana che nella mattinata di domenica 1 luglio ha voluto festeggiare assieme ai fedeli della sua comunità i 30 anni trascorsi da quando è stato ordinato sacerdote.

Don Maurizio con il diacono Davide Canepa

Un percorso che lo ha portato a viaggiare molto, ad incontrare persone di paesi lontani e ad interfacciarsi con loro portando nel cuore queste parole. ''Non importa nella vita cosa e quanto fai, ma conta l'amore che metti in tutto ciò che sei chiamato a fare - ha sottolineato - Sono stato a Bologna due anni, poi sei anni a Milano e sei a Roma. Sono partito alla volta del Medio Oriente dove mi sono fermato nove anni, quindi Egitto, Siria e poi quattro anni in Terra Santa. Sono tornato a casa per stare vicino ai genitori malati. La mia era una presenza semplice, ma c'ero. E in questa prospettiva tutto può essere importante e ogni giorno è possibile vivere intensamente il presente''.

Una messa, quella di domenica mattina, che si è svolta nel ''bel mezzo'' della festa patronale che ha impegnato i fedeli della frazione di Merate lungo tutto il fine settimana appena trascorso. Poco prima che incominciasse, come da tradizione, nella vecchia chiesina è stato bruciato il pallone. I fedeli hanno seguito numerosi la funzione, presenti in prima fila il sindaco Andrea Massironi e l'assessore Maria Silvia Sesana.

Il sindaco Andrea Massironi e l'assessore Maria Silvia Sesana

''Si capisce che non si vive per fare, avere, apparire o contare qualcosa, ma esclusivamente per amare - ha proseguito il sacerdote - Vivere per amare a volte è impegnativo, richiede dedizione, vuol dire morire a se stessi. Eppure porta alla pace in se stessi. Dove c'è amore non c'è fatica e se c'è anch'essa è amata e diventa leggera. È però importante sentirsi amati per diventare capaci di amare. Noi siamo al mondo perché qualcuno ci tiene all'amore e ci tiene a farci sentire la compagnia e il sostegno. Dopo aver incontrato Gesù, Pietro era tornato a fare il pescatore anche se Dio aveva deciso per lui che sarebbe diventato pescatore di uomini. Gesù non gli chiede se è abbastanza intelligente e affidabile per guidare la Chiesa ma chiede se Lo ama. La risposta è 'tu lo sai' perché pur avendolo tradito si sente disponibile di nuovo a continuare la sua missione''.

Accanto a lui, don Adriano Ferrario e il diacono Davide Canepa hanno concelebrato la funzione religiosa. Poco dopo l'eucarestia è intervenuto invece il fratello, Mino Spreafico, il quale ha voluto omaggiare don Maurizio attraverso un discorso molto sentito. ''Ricordo la tua partenza, trent'anni fa - ha spiegato - Mi rendo però conto ora quanto sia necessario ripartire. Non abbiamo messo niente in cascina, nemmeno una cosa sicura. La società non è coesa né tantomeno solidale. Perciò il mio augurio è quello di ripartire, per altri 30 anni. Per quanto riguarda la qualità di questa partenza, prendo in prestito questa frase di Gustav Mahler, il quale diceva che 'la tradizione non è il culto delle ceneri, ma la trasmissione del fuoco'. Possiamo quindi ancora camminare, il fuoco brucia e non tutti lo vogliono. Ma trasmetterlo è quello che ci è richiesto''.

Mino Spreafico

Infine, don Maurizio ha ricevuto dalla comunità un pensiero consegnato da uno dei chierichetti. Don Adriano ha spiegato trattarsi di alcune fotografie delle chiese del territorio meratese, ''per ricordare la tradizione e non perdere le radici''.

Ester Cattaneo
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