San Zeno: la terra di missione raccontata da Padre Pierfrancesco del PIME ai giovani in partenza
Una serata per presentare le attività promosse dal PIME, il Pontificio Istituto Missioni Estere, raccontandole alla luce delle numerose storie di ragazzi e ragazze, laici e seminaristi, ma anche Padri, protagonisti di questa avventura. E' così che giovedì 21 giugno la sagra di Porchera ha avuto inizio presso l'Area Nava di Olgiate Molgora, ricordando le tante esperienze di giovani che hanno vissuto in prima linea questa avventura che, come definito dagli stessi, mira alla creazione di ponti tra le persone.
A destra Don Giancarlo e accanto Padre Pierfrancesco
Tra le tante testimonianze, anche quella del missionario nativo di Olginate Padre Pierfrancesco Corti che all'età di 22 anni riscoprì la fede, abbandonando il proprio lavoro da elettricista e vendendo la propria auto per entrare in seminario e dedicarsi alla miseria.
Sono tante le attività del Pime pensate per i più giovani, tra cui esperienze estive, ma anche il cammino biblico per i ragazzi dai 18 ai 20 anni, che si svolge a Monza con giornate di lavoro Villa Grugana e a Busto Arsizio, con lo scopo di raccogliere fondi per le missioni.
Quest'anno alcuni ragazzi affronteranno un pellegrinaggio a piedi a Roma, mentre durante l'estate saranno organizzate esperienze per gli adolescenti in alcuni quartieri di Napoli, dove i ragazzi saranno chiamati a coinvolgere i bambini che giocano in strada, ideando per loro degli spettacoli. Vi sarà un coinvolgimento estivo degli oratori a Sotto il Monte e saranno realizzati dei progetti nelle scuole con gli studenti e insegnanti per vivere dei momenti di intercultura, favorendo l'incontro del diverso.
Padre Pierfrancesco durante una Missione
"Ciò che mi ha fatto scegliere il PIME come famiglia è il fatto di essermi sentito accolto sin da subito, trovando una semplicità che è propria di chi vuole bene" ha commentato Alessandro, giovane seminarista.Le missioni PIME operano all'estero anche in realtà molto ricche, quale ad esempio Hong Kong, dove vi è una forte povertà spirituale e dunque vi è la necessità per i missionari di essere testimoni del Vangelo. "Aver conosciuto il PIME mi ha permesso di costruire una profonda relazione con Gesù, conoscendolo meglio. Ciò che mi ha colpito è l'essermi sentito a casa sin dalla prima volta, poiché ciò che si ricerca è la relazione con la persona" ha aggiunto Fabio, 23enne che da due anni fa parte di questa immensa famiglia.
"Al PIME si respira aria di casa, abbiamo quell'energia pulita che consente di vivere la quotidianità. Ci piace dire che il PIME ti libera, perché dà quella carica che permette di costruire un ponte con la quotidianità" ha concluso Marta. Al termine della serata, i ragazzi si sono cimentati in alcune danze.
Giulia Melotti Garibaldi