Il procuratore capo Zanetti: encomio alla GdF. Tali reati minano la stabilità del paese
115 militari della Guardia di Finanza di Monza, Milano, Sesto San Giovanni, Seregno, Seveso, Bologna, Reggio Calabria, Gioia Tauro, Asti e Imperia hanno operato all'alba di oggi su 43 distinti obiettivi per portare a termine l'operazione coordinata dalla procura di Monza, denominata Domus Aurea.
Indagini complesse durate quasi 4 anni, partite dall'esposto della minoranza consigliare di Correzzana, per operazioni immobiliari e presunte modifiche ai piani regolatori, giudicate poco chiare. Fatti risalenti al 2010, segnalati in procura nel 2014, dunque ormai prescritti ma che hanno sollevato il coperchio su una situazione di reati tributari e fiscali che nemmeno gli inquirenti si immaginavano. Ore e ore di pedinamenti, intercettazioni ambientali e telefoniche, studio di documenti e ricostruzioni di operazioni complesse e studiate a tavolino da professionisti di cui si era circondato il dominus di tutto il sistema, l'imprenditore finito in manette Giuseppe Malaspina. E proprio per i militari della Guardia di Finanza e per la loro professionalità il procuratore capo della repubblica Zanetti ha speso parole di elogio prima ancora di iniziare la conferenza stampa. "Voglio ringraziare quelli che io chiamo ragazzi" ha esordito "si sono dedicati a questa indagine tanto complessa, laboriosa e difficile, con una dedizione che non ha eguali. Una indagine ampissima per intrecci, numero di utenze intercettate e di ambienti microfonati, di conversazioni da decifrare e interpretare, di soggetti e società da controllare di incartamenti da analizzare. Senza questa passione e sacrificio per indagini che apparentemente sembrano aride, non si sarebbe arrivati a questo risultato. Le condotte illecite disvelate, fatte di patrimoni immobiliari e societari sottratti al fisco con false fatture, minano la stabilità del paese e mettono in crisi la sua economia, disincentivando l'imprenditorialità quella vera. Tali illeciti contribuiscono all'impoverimento del paese e al decadimento dei servizi che solo con il contributo fiscale di tutti possono funzionare. La ricchezza di un paese e la giustizia sociale dipendono anche dal rispetto delle regole tributarie".
Il Comandante del Gruppo della Guardia di Finanza di Monza, Col. Massimo Gallo, il sostituto procuratore Dr.ssa
Giulia Rizzo, il Procuratore Capo di Monza, Dr.ssa Luisa Zanetti, il Sostituto Procuratore Dr. Salvatore Bellomo,
il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Milano, Gen. B. Paolo Kalenda
Indagini complesse durate quasi 4 anni, partite dall'esposto della minoranza consigliare di Correzzana, per operazioni immobiliari e presunte modifiche ai piani regolatori, giudicate poco chiare. Fatti risalenti al 2010, segnalati in procura nel 2014, dunque ormai prescritti ma che hanno sollevato il coperchio su una situazione di reati tributari e fiscali che nemmeno gli inquirenti si immaginavano. Ore e ore di pedinamenti, intercettazioni ambientali e telefoniche, studio di documenti e ricostruzioni di operazioni complesse e studiate a tavolino da professionisti di cui si era circondato il dominus di tutto il sistema, l'imprenditore finito in manette Giuseppe Malaspina. E proprio per i militari della Guardia di Finanza e per la loro professionalità il procuratore capo della repubblica Zanetti ha speso parole di elogio prima ancora di iniziare la conferenza stampa. "Voglio ringraziare quelli che io chiamo ragazzi" ha esordito "si sono dedicati a questa indagine tanto complessa, laboriosa e difficile, con una dedizione che non ha eguali. Una indagine ampissima per intrecci, numero di utenze intercettate e di ambienti microfonati, di conversazioni da decifrare e interpretare, di soggetti e società da controllare di incartamenti da analizzare. Senza questa passione e sacrificio per indagini che apparentemente sembrano aride, non si sarebbe arrivati a questo risultato. Le condotte illecite disvelate, fatte di patrimoni immobiliari e societari sottratti al fisco con false fatture, minano la stabilità del paese e mettono in crisi la sua economia, disincentivando l'imprenditorialità quella vera. Tali illeciti contribuiscono all'impoverimento del paese e al decadimento dei servizi che solo con il contributo fiscale di tutti possono funzionare. La ricchezza di un paese e la giustizia sociale dipendono anche dal rispetto delle regole tributarie".
S.V.