Da Milano a Merate, ripercorro la scelta di 20 anni fa e mi interrogo: oggi la rifarei?
Egregio Direttore,
leggendo gli articoli inviati dai Suoi lettori in tema di qualità dell'abitare, ho riflettuto su quanto sia cambiata Merate rispetto a quando mi sono trasferito da Milano a fine anni '90. Cercando di ripercorrere le scelte fatte all'epoca, mi sono interrogato sulla loro eventuale conferma: rifarei oggi la stessa scelta? Una riflessione personale, e tale rimarrà, le cui considerazioni generali mi piacerebbe condividere con il Suo giornale. Con tutta la buona volontà fatico ora a ritrovare le stesse condizioni di allora, di ciò che mi colpì per ambiente (in particolare), dimensione e tradizioni locali, cura dello spazio e iniziative per il tempo libero, marcando una differenza con il contesto e disegnando una propria identità. Non tutto ciò si è perso ovviamente e quando mi capita di ospitare amici e parenti sono molti gli apprezzamenti che sento (da pesare però rispetto alle regole dell'ospitalità e complice una mia maggiore conoscenza del territorio).
Al di là dello stato pietoso di strade, marciapiedi, panchine e parchi e all'ombra di un meticciato nemmeno immaginabile fino a pochi anni fa, da meratese, ancorché acquisito, delle differenze e alcune tendenze mi sembrano purtroppo piuttosto evidenti. Allargando lo sguardo ad una dimensione più ampia rispetto a quella che collega Sartirana con Palazzo Tettamanti, molto si è mosso. Su tutti, il tema della qualità dell'ambiente (nell'accezione ampia di spazio pubblico e non solo necessariamente naturale), che non è più solo prerogativa delle piccole realtà, ma un aspetto centrale nell'agenda delle principali città e filo conduttore tanto delle politiche urbane, quanto degli interventi di riqualificazione e valorizzazione degli spazi pubblici. Ciò che vedo a Merate, al contrario, è un'assenza di strategie politiche ed un attendismo di cui davvero non se ne sente la necessità, a maggior ragione in tema di ambiente e qualità dell'abitare, dove solitamente vince chi guida le scelte e non solo le subisce. Quale offerta hanno saputo costruire in questi anni e su quali basi? Nessun progetto di largo respiro, nessuna sinergia territoriale, nessun finanziamento; un crescendo di assenza politica ed una mancanza di prospettiva culturale, non solo in tema ambientale, ma anche rispetto alla mobilità, ai rifiuti, al commercio, ai migranti, all'ospedale, ecc. Un circolo vizioso, questo, soprattutto se inquadrato in un contesto di territori e sistemi urbani sempre più agguerriti e tra loro in competizione. Ad ormai quattro anni dall'insediamento della "lista civica" orgogliosamente centrata su Merate, è possibile affermare senza correre in errore, che non ha fatto certamente il bene del territorio (ammesso che l'abbia fatto per la stessa Merate). La mancanza di un riferimento politico avrebbe infatti potuto (dovuto?) porre al centro i temi di valore sui quali attuare l'azione amministrativa, costruendo sinergie, presidiando i relativi tavoli territoriali (e non perdendo posizioni, o quote, in quelli attivi!) e soprattutto guidando le scelte. Purtroppo così non è stato. Dove quindi vuole andare Merate (e il meratese senza più un capofila)? Quale futuro si immagina e perché nonostante una viabilità pessima, dei servizi carenti e nel contesto di un'urbanizzazione sempre più da hinterland milanese (Osnago docet), continuare a preferirla rispetto alla moltitudine di anonimi paesini di provincia? Può essere che il mio innamoramento di allora sia finito, oppure che il tutto sia solo una questione di identità che fatico ora a trovare in una realtà sempre più chiusa in se stessa, tale l'azione dei suoi amministratori, che alle sfide del futuro hanno preferito la solidità della gestione dell'ordinario (la scusa del vincolo di cassa! a chi poi serva tutto questo avanzo di cassa non è davvero chiaro, vista l'assenza di ritorno ai contribuenti). Mi piacerebbe davvero molto avere delle risposte; non dai "nostri" ovviamente, ma dalle tante persone che in autonomia si dedicano con amore alla cura e alla crescita del proprio territorio. Ai veri destinatari dei complimenti che indebitamente ancora ricevo quando dico di abitare a Merate. Cordiali saluti
leggendo gli articoli inviati dai Suoi lettori in tema di qualità dell'abitare, ho riflettuto su quanto sia cambiata Merate rispetto a quando mi sono trasferito da Milano a fine anni '90. Cercando di ripercorrere le scelte fatte all'epoca, mi sono interrogato sulla loro eventuale conferma: rifarei oggi la stessa scelta? Una riflessione personale, e tale rimarrà, le cui considerazioni generali mi piacerebbe condividere con il Suo giornale. Con tutta la buona volontà fatico ora a ritrovare le stesse condizioni di allora, di ciò che mi colpì per ambiente (in particolare), dimensione e tradizioni locali, cura dello spazio e iniziative per il tempo libero, marcando una differenza con il contesto e disegnando una propria identità. Non tutto ciò si è perso ovviamente e quando mi capita di ospitare amici e parenti sono molti gli apprezzamenti che sento (da pesare però rispetto alle regole dell'ospitalità e complice una mia maggiore conoscenza del territorio).
Al di là dello stato pietoso di strade, marciapiedi, panchine e parchi e all'ombra di un meticciato nemmeno immaginabile fino a pochi anni fa, da meratese, ancorché acquisito, delle differenze e alcune tendenze mi sembrano purtroppo piuttosto evidenti. Allargando lo sguardo ad una dimensione più ampia rispetto a quella che collega Sartirana con Palazzo Tettamanti, molto si è mosso. Su tutti, il tema della qualità dell'ambiente (nell'accezione ampia di spazio pubblico e non solo necessariamente naturale), che non è più solo prerogativa delle piccole realtà, ma un aspetto centrale nell'agenda delle principali città e filo conduttore tanto delle politiche urbane, quanto degli interventi di riqualificazione e valorizzazione degli spazi pubblici. Ciò che vedo a Merate, al contrario, è un'assenza di strategie politiche ed un attendismo di cui davvero non se ne sente la necessità, a maggior ragione in tema di ambiente e qualità dell'abitare, dove solitamente vince chi guida le scelte e non solo le subisce. Quale offerta hanno saputo costruire in questi anni e su quali basi? Nessun progetto di largo respiro, nessuna sinergia territoriale, nessun finanziamento; un crescendo di assenza politica ed una mancanza di prospettiva culturale, non solo in tema ambientale, ma anche rispetto alla mobilità, ai rifiuti, al commercio, ai migranti, all'ospedale, ecc. Un circolo vizioso, questo, soprattutto se inquadrato in un contesto di territori e sistemi urbani sempre più agguerriti e tra loro in competizione. Ad ormai quattro anni dall'insediamento della "lista civica" orgogliosamente centrata su Merate, è possibile affermare senza correre in errore, che non ha fatto certamente il bene del territorio (ammesso che l'abbia fatto per la stessa Merate). La mancanza di un riferimento politico avrebbe infatti potuto (dovuto?) porre al centro i temi di valore sui quali attuare l'azione amministrativa, costruendo sinergie, presidiando i relativi tavoli territoriali (e non perdendo posizioni, o quote, in quelli attivi!) e soprattutto guidando le scelte. Purtroppo così non è stato. Dove quindi vuole andare Merate (e il meratese senza più un capofila)? Quale futuro si immagina e perché nonostante una viabilità pessima, dei servizi carenti e nel contesto di un'urbanizzazione sempre più da hinterland milanese (Osnago docet), continuare a preferirla rispetto alla moltitudine di anonimi paesini di provincia? Può essere che il mio innamoramento di allora sia finito, oppure che il tutto sia solo una questione di identità che fatico ora a trovare in una realtà sempre più chiusa in se stessa, tale l'azione dei suoi amministratori, che alle sfide del futuro hanno preferito la solidità della gestione dell'ordinario (la scusa del vincolo di cassa! a chi poi serva tutto questo avanzo di cassa non è davvero chiaro, vista l'assenza di ritorno ai contribuenti). Mi piacerebbe davvero molto avere delle risposte; non dai "nostri" ovviamente, ma dalle tante persone che in autonomia si dedicano con amore alla cura e alla crescita del proprio territorio. Ai veri destinatari dei complimenti che indebitamente ancora ricevo quando dico di abitare a Merate. Cordiali saluti
A.