Merate: i sindacati proclamano lo stato di agitazione per tre dipendenti della cucina del convento di Sabbioncello. La cooperativa: contratto applicato. Incontro col Prefetto
La prossima settimana davanti a Sua Eccellenza il Prefetto di Lecco compariranno le parti interessate. Le rappresentanze sindacali indipendenti della confederazione USAE, il direttore del gruppo Finisterre e Padre Emilio del convento di Sabbioncello Merate. Il massimo organo del Governo in provincia ascolterà le ragioni e tenterà una conciliazione tra le rispettive posizioni per evitare che lo stato di agitazione indetto dalla sigla sindacale possa sfociare in una protesta più marcata come uno sciopero.
Oggetto della "contesa" il rapporto di lavoro e la sua applicazione per i dipendenti della cooperativa cui i frati hanno affidato il servizio di cucina e di infermeria.
Due posizioni diametralmente opposte.
Cinque le contestazioni che Gianfranco Bignamini, in nome e per conto della FSI-USAE (Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Usae), muove alla cooperativa Finisterre cui il convento ha affidato l'appalto. Ci sarebbero a suo dire (il condizionale è d'obbligo perchè saranno gli enti preposti a stabilire eventuali mancanze) violazioni del contratto collettivo di categoria, dell'orario dei dipendenti della cucina, dei compiti e dei ruoli del personale, una incapacità di coordinamento e imposizioni non dovute nei confronti del personale.
"Andremo dal prefetto per mostrare gli accordi sindacali sottoscritti e per spiegare cosa sta succedendo" ha spiegato Bignamini "ai lavoratori della cucina viene chiesto di fare del lavoro in più, mentre il salario viene tagliato. Nel contratto è stata messa un'ora e mezza in più per pulire il refettorio, mansione che prima veniva svolta da un'altra dipendente. Ora quest'ora e mezza è stata tagliata e i cuochi sono obbligati a svolgere comunque questo lavoro, ma non ci riescono perchè fanno in tempo a malapena a cucinare. Abbiamo cercato il dialogo ma le cose stanno solamente peggiorando. Le oss dovrebbero accudire i pazienti, mentre si chiede loro di fare altro. Se davanti al Prefetto non riusciremo a trovare una conciliazione, i lavoratori sono pronti a scioperare e a rivolgersi al tribunale competente".
Di tutt'altro avviso la cooperativa "Finisterre Società Consortile Arl" che ha rilevato la gestione di ASA (Ausiliari Socio Assistenziali), OSS (Operatori Socio Sanitari), servizio infermeria e cucina. "In questo appalto che avrà durata un anno, dopo il quale il convento potrà decidere se rinnovare o meno" hanno spiegato "il servizio di pulizia non è contemplato perchè la persona che se ne occupava doveva fare riferimento non alla cooperativa ma direttamente ai frati, che hanno deciso diversamente. Quando c'è stato il cambio di appalto abbiamo fatto un incontro con la vecchia cooperativa e il sindacalista che ha firmato l'accordo che prevedeva una serie di garanzie per i lavoratori. A loro tutela abbiamo chiesto che venissero pagati tutti i trattamenti arretrati poi abbiamo proceduto col sottoscrivere i contratti per ASA e OSS riconoscendo loro un inquadramento superiore".
12 le persone coinvolte, di cui tre (quelle interessate dalla contestazione) in cucina con 21 ore medie settimanali annue che prevedono la preparazione dei pasti, la pulizia del refettorio e dei locali dove viene preparato il cibo. 8 le ore al giorno di lavoro per il pranzo e la cena di 19 religiosi.
"Noi non facciamo banca ore" hanno spiegato dalla cooperativa "ma se a fine anno c'è un cumulo di ore in più le paghiamo come straordinario. Abbiamo assegnato 24 ore settimanali di coordinamento, lo stipendio viene puntualmente pagato il 10 di ogni mese e il 16 c'è il versamento dei contributi, è applicato alla lettera il contratto per le cooperative sociali in campo sanitario e quando abbiamo saputo c'erano delle recriminazioni li abbiamo subito convocati presso la nostra sede ma non si sono presentati. Allora siamo venuti noi a Merate ma non siamo riusciti a capire quali siano i problemi. Hanno firmato il contratto e poi sono iniziate le contestazioni. Siamo davvero senza parole. Oltretutto trattandosi di un settore che riguarda la cura della persona, ci teniamo che venga tutelata la qualità e per questo stiamo cercando di elevare il livello del cibo che viene somministrato. Offriamo ai lavoratori dei corsi di formazione e di aggiornamento che resteranno un loro patrimonio, anche se noi magari l'anno prossimo non avremo il rinnovo dell'appalto. Ma noi lavoriamo così, a tutela del cliente e dello stesso operatore".
Le due posizioni saranno ora esposte a Sua Eccellenza, dottoressa Liliana Baccari, e solo allora si sarà se dallo stato di agitazione si passerà allo sciopero. Con tutte le conseguenze del caso che non si esclude possano avere strascichi legali.
Il chiostro del convento di Santa Maria Nascente in Sabbioncello
Oggetto della "contesa" il rapporto di lavoro e la sua applicazione per i dipendenti della cooperativa cui i frati hanno affidato il servizio di cucina e di infermeria.
Due posizioni diametralmente opposte.
Cinque le contestazioni che Gianfranco Bignamini, in nome e per conto della FSI-USAE (Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Usae), muove alla cooperativa Finisterre cui il convento ha affidato l'appalto. Ci sarebbero a suo dire (il condizionale è d'obbligo perchè saranno gli enti preposti a stabilire eventuali mancanze) violazioni del contratto collettivo di categoria, dell'orario dei dipendenti della cucina, dei compiti e dei ruoli del personale, una incapacità di coordinamento e imposizioni non dovute nei confronti del personale.
"Andremo dal prefetto per mostrare gli accordi sindacali sottoscritti e per spiegare cosa sta succedendo" ha spiegato Bignamini "ai lavoratori della cucina viene chiesto di fare del lavoro in più, mentre il salario viene tagliato. Nel contratto è stata messa un'ora e mezza in più per pulire il refettorio, mansione che prima veniva svolta da un'altra dipendente. Ora quest'ora e mezza è stata tagliata e i cuochi sono obbligati a svolgere comunque questo lavoro, ma non ci riescono perchè fanno in tempo a malapena a cucinare. Abbiamo cercato il dialogo ma le cose stanno solamente peggiorando. Le oss dovrebbero accudire i pazienti, mentre si chiede loro di fare altro. Se davanti al Prefetto non riusciremo a trovare una conciliazione, i lavoratori sono pronti a scioperare e a rivolgersi al tribunale competente".
Di tutt'altro avviso la cooperativa "Finisterre Società Consortile Arl" che ha rilevato la gestione di ASA (Ausiliari Socio Assistenziali), OSS (Operatori Socio Sanitari), servizio infermeria e cucina. "In questo appalto che avrà durata un anno, dopo il quale il convento potrà decidere se rinnovare o meno" hanno spiegato "il servizio di pulizia non è contemplato perchè la persona che se ne occupava doveva fare riferimento non alla cooperativa ma direttamente ai frati, che hanno deciso diversamente. Quando c'è stato il cambio di appalto abbiamo fatto un incontro con la vecchia cooperativa e il sindacalista che ha firmato l'accordo che prevedeva una serie di garanzie per i lavoratori. A loro tutela abbiamo chiesto che venissero pagati tutti i trattamenti arretrati poi abbiamo proceduto col sottoscrivere i contratti per ASA e OSS riconoscendo loro un inquadramento superiore".
12 le persone coinvolte, di cui tre (quelle interessate dalla contestazione) in cucina con 21 ore medie settimanali annue che prevedono la preparazione dei pasti, la pulizia del refettorio e dei locali dove viene preparato il cibo. 8 le ore al giorno di lavoro per il pranzo e la cena di 19 religiosi.
"Noi non facciamo banca ore" hanno spiegato dalla cooperativa "ma se a fine anno c'è un cumulo di ore in più le paghiamo come straordinario. Abbiamo assegnato 24 ore settimanali di coordinamento, lo stipendio viene puntualmente pagato il 10 di ogni mese e il 16 c'è il versamento dei contributi, è applicato alla lettera il contratto per le cooperative sociali in campo sanitario e quando abbiamo saputo c'erano delle recriminazioni li abbiamo subito convocati presso la nostra sede ma non si sono presentati. Allora siamo venuti noi a Merate ma non siamo riusciti a capire quali siano i problemi. Hanno firmato il contratto e poi sono iniziate le contestazioni. Siamo davvero senza parole. Oltretutto trattandosi di un settore che riguarda la cura della persona, ci teniamo che venga tutelata la qualità e per questo stiamo cercando di elevare il livello del cibo che viene somministrato. Offriamo ai lavoratori dei corsi di formazione e di aggiornamento che resteranno un loro patrimonio, anche se noi magari l'anno prossimo non avremo il rinnovo dell'appalto. Ma noi lavoriamo così, a tutela del cliente e dello stesso operatore".
Le due posizioni saranno ora esposte a Sua Eccellenza, dottoressa Liliana Baccari, e solo allora si sarà se dallo stato di agitazione si passerà allo sciopero. Con tutte le conseguenze del caso che non si esclude possano avere strascichi legali.
S.V.