Imbersago celebra il 25 aprile e la sua storia ricordando il sindaco Lamperti e l'impiegata arrivata in paese su un carro

Se l'inizio del Comune di Imbersago fosse l'inizio di un film allora si vedrebbero sullo schermo come prima cosa gli zoccoli di un cavallo che calpestano l'asfalto sterrato di una strada. L'inquadratura salirebbe poi fino alla criniera dell'animale e se lo farebbe sfilare davanti, seguendo il suo passaggio, inquadrando il carro trainato con quello che vi è dentro: materiale di cancelleria, uno schedario dell'anagrafe, un armadio, qualche sedia, una scrivania e una macchina da scrivere. Subito dopo si vedrebbe una giovane donna seguire il tutto a piedi.


Poi qualche passo indietro nel tempo. Decine e decine di cittadini imbersaghesi che, due anni prima, affollavano il Municipio per sottoscrivere la richiesta di autonomia del paese dal Comune di Paderno e Robbiate, iniziativa del quale si è fatto principale promotore il commendator Primo Lamperti, imprenditore e padre di famiglia che si era preso particolarmente a cuore la sua gente.


Chiunque volesse provare a girare un film sulla storia della ricostituzione di Imbersago potrà certo sbizzarrirsi sul modo in cui disporre le riprese, ma non potrà fare a meno di partire da questi due elementi: la prima impiegata comunale che il 22 aprile del 1948 accompagna il carro degli stradini da Robbiate fino ad Imbersago e il successo della richiesta popolare che Lamperti e i suoi concittadini decisero di formalizzare davanti al Prefetto di Como il 9 dicembre di due anni prima. Vicende, immagini e personaggi che gli imbersaghesi ''moderni'' hanno scelto di rievocare durante la Festa della Liberazione, mercoledì 25 aprile, proprio perché quest'anno ricorrono i primi 70 anni dalla ricostituzione del Comune.

Gli alpini con la corona d’alloro adagiata davanti al Monumento durante la solenne cerimonia

Una storia con parecchie tracce che hanno a che fare con la seconda guerra mondiale, del cui epilogo si è commemorato anche ad Imbersago, poco prima dell'incontro pubblico in cui è stata approfondita la sua rinascita. Il corteo composto dalle autorità, dagli alpini e dai cittadini è partito intorno alle 10.30 dal Municipio di via Castelbarco per raggiungere in breve tempo il Monumento ai Caduti posto in piazza Garibaldi.

VIDEO


Qui il sindaco Giovanni Ghislandi e il vicesindaco Fabio Vergani hanno osservato gli alpini riporre davanti al Monumento la simbolica corona d'alloro, in omaggio a tutti i caduti imbersaghesi. Poco più tardi, invece, tutti si sono spostati nella sala consigliare per partecipare all'incontro pubblico, e qui la storia di Imbersago come paese indipendente ha preso forma attraverso le testimonianze di chi è venuto dopo ma tuttavia ha avuto la curiosità di documentarsi e condividere con i propri concittadini la storia della loro provenienza. E' stato un incontro principalmente dedicato al primo sindaco dal 1948, Lamperti, iniziato con l'intervento di Ghislandi il quale ha brevemente ricordato che, oltre al 70esimo del Comune, il 2018 è anche l'80esimo anniversario ''della nefasta emanazione delle leggi razziali e il 40esimo dell'uccisione di Aldo Moro e della sua scorta''.

Luigia Mandelli, prima impiegata del Comune di Imbersago ricostituito nel 1948,
accanto a Giovanni Villa, sindaco imbersaghese dal 1970 al 1995


Il borgomastro ha poi ringraziato per la loro presenza Marinella Lamperti, figlia del commendatore che negli scorsi giorni ha donato parecchio materiale fotografico e documentale riguardante il papà, gli ex sindaci Giovanni Villa (in carica dal 1970 al 1995) e Filippo Panzeri (dal '95 al 2004) e la signora Luigia Mandelli, prima impiegata del Comune di Imbersago ricostituito dopo il fascismo.

Primo Lamperti


Prima che il consigliere con delega alla cultura Ambrogio Valtolina incominciasse a delineare i passaggi che determinarono l'indipendenza di Imbersago, Marinella Lamperti e il sindaco Ghislandi hanno speso entrambi delle parole per raccontare chi era Lamperti.

Galleria fotografica (vedi tutte le 38 immagini)

''Avere un sogno in comune e concorrere per poterlo realizzare creano legami fortissimi
- ha commentato la signora Lamperti - Erano questi i lacci che in quegli anni univano la popolazione, il sindaco e tutta l'amministrazione comunale. Accantonate le antiche controversie tutti insieme ci credettero e con entusiasmo lavorarono per far nascere e prosperare questo Comune. Se fossero qui con noi sono certa che sarebbero orgogliosi della guida amorevole e ammirevole degli amministratori che si sono succeduti. Mio padre ha avuto il privilegio e la grande responsabilità di guidare la prima cordata, che chiamo così perché si trattò veramente di una difficile scalata. Com'egli diceva spesso, però, fu fattibile per merito dei suoi concittadini imbersaghesi''.

Marinella Lamperti, figlia del commendator Primo Lamperti, insieme al sindaco Giovanni Ghislandi


Ghislandi ha letto invece uno scritto lasciato da Lamperti per far capire che persona e soprattutto che amministratore fosse. ''Io non sono un professionista della politica, delle leggi statali, provinciali o comunali: sono semplicemente un povero diavolo che non ha potuto fare a meno di assumersi l'impegno di interessarsi ai fastidi degli altri - scriveva Lamperti - Sono guidato solo dal concetto di servire gli altri. Le amministrazioni comunali dovrebbero tutte essere elette in base al valore singolo degli uomini, in base a quello che hanno saputo fare di concreto in proprio, possibilmente con successo. Io ero incompetente e ignoravo quali potessero essere le responsabilità di un'amministrazione comunale, per poi scoprire che avere un ruolo istituzionale implica una responsabilità importantissima in ogni campo di espressione e manifestazione di vita pubblica, finanziaria ed economica che interessa tutta la popolazione''.

Marinella Lamperti accanto a Francesco Casazza, 93 anni (e mezzo) alpino, partigiano e reduce della seconda guerra mondiale


A lui ad Imbersago si devono la scuola dell'infanzia e l'elementare, le prime case popolari e l'impegno verso una serie di iniziative culturali e sportive che hanno contribuito alla crescita di un Comune certamente più virtuoso di altri. E tutto questo Lamperti è riuscito a darlo tra il 1948 e il 1963 partendo, come detto, da un Municipio pieno di imbersaghesi che con lui volevano rendere indipendente il Comune e proseguendo verso la plurima riconferma alla guida di Imbersago con la sua lista ''Bandiera e indipendenza'' che scalzò per anni la sinistra e la Democrazia Cristiana.

Due cittadini in visita alla mostra di foto e documenti dedicati a Primo Lamperti, primo sindaco di Imbersago


E niente di questo si sarebbe potuto fare se Luigia Mandelli non avesse seguito quel carro degli stradini trainato da un cavallo. ''Era appena finita la guerra ed i piccoli comuni desideravano riavere la propria autonomia, per Imbersago ciò avvenne nella primavera del 1948 - ha letto la giovane Marta, durante l'incontro, da una memoria scritta della signora Mandelli - Io lavoravo a Robbiate e quando fui convocata per dirmi che sarei passata ad Imbersago ho avuto tanta paura. Mi sono permessa di far loro presente che io avevo sempre solo lavorato all'ufficio annonario, allora decisero di mandarmi per una quindicina di giorni a Paderno, che si era da poco staccato da Robbiate ed aveva un solo impiegato. In quel breve periodo mi resi conto di ciò che mi aspettava. Il giorno dell'apertura del Comune, da Robbiate partii sul carro trainato dal cavallo che usavano gli stradini. Io seguivo a piedi, poi arrivarono registri, stampanti, timbri, cancelleria e quanto necessario per iniziare''. Lamperti fu nei suoi anni un sindaco parecchio apprezzato, con un consenso tanto diffuso da mettere d'accordo persino i suoi avversari politici che sì, era giusto che fosse lui a guidare il paese nella sua ricostruzione dopo il fascismo. Quel fascismo che aveva fondato la sua immagine anche sulla realizzazione di opere pubbliche ma che si era dimenticato di Imbersago, dove le scuole a quei tempi cadevano a pezzi. Valtolina, Ghislandi e tutte le persone intervenute mercoledì mattina hanno contribuito a descrivere una figura determinante nella costruzione del Comune così come è oggi. Perciò l'auspicio dell'attuale primo cittadino, come ha espresso durante l'incontro, non poteva che essere che ''i futuri sindaci sappiano essere i degni successori di Lamperti''.

A.S.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.