Merate: la malavita della porta accanto...Gli studenti visitano l'ex bunker dei Coco a Galbiate, oggi centro diurno integrato per anziani

Un conto è trovarsi ne luoghi in cui operano (o hanno operato, negli anni delle stragi) la mafia e le diverse organizzazioni criminali, raggiungendoli dopo un lungo viaggio. Un altro è prendere un pullman, percorrere qualche chilometro ed entrare in un ex quartier generale della malavita.

Gli studenti di 3A dell'indirizzo amministrazione finanza e marketing dell'Istituto Viganò hanno avuto l'opportunità di sperimentare entrambe le prospettive: a febbraio hanno visitato le terre siciliane, accompagnati dall'associazione AddioPizzo, e venerdì mattina sono stati a Galbiate, accompagnati tra gli altri dal prof. Franco Maggioni, nell'ex roccaforte della famiglia 'ndranghetista dei Coco Trovato: una villetta sequestrata negli anni 90 e riconvertita ad uso sociale, in cui oggi è ospitato il centro diurno integrato "Le querce di Mamre", inserita nell'innovativo progetto inaugurato lo scorso mese di marzo "MeMo - Memorie in movimento".

Lo scopo dell'iniziativa galbiatese è la sensibilizzazione di tutta la collettività, ma in particolar modo degli studenti, rispetto ai temi della legalità e della memoria: coordinato dalla cooperativa sociale "L'Arcobaleno" e dalla "Cinemovel Foundation", il progetto è "la storia di un territorio, dei suoi legami con la mafia e del riscatto sociale di una comunità che ha voluto riportare al centro la legalità". I ragazzi della 3A hanno apprezzato ampiamente il percorso svolto a Galbiate ed ci hanno accolto nella loro classe grazie alla professoressa di diritto Lucilla Barassi -che li ha accompagnati sia in Sicilia che a Galbiate- per raccontarci la loro esperienza e le loro impressioni.


"Ci hanno fatto vedere alcuni documentari su Pio La Torre e sulla legge "Rognoni-La Torre" che dispone la gestione dei beni sequestrati per reati di stampo mafioso" hanno raccontato i ragazzi seduti ai banchi, "e abbiamo visto anche la casa, come è stata trovata, e abbiamo letto le dichiarazioni del Sindaco di Galbiate dell'epoca". La villetta infatti, situata in un centro residenziale in via Caduti di via Fani, è stata in uso fino ai primi anni Novanta dalla famiglia Coco Trovato, e qui si svolgevano le riunioni di stampo mafioso, specialmente nel bunker sotterraneo nascosto da cui vi si accedeva unicamente dal box. Una volta sequestrato l'immobile, prima di abbandonarlo, gli ndranghetisti avevano pensato bene di distruggerlo, di prendere la casa letteralmente a "picconate", pur di non renderlo più agibile. La Caritas Ambrosiana, la cooperativa "L'Arcobaleno" e il Comune di Galbiate hanno stanziato dei fondi per rendere usufruibile questo bene a tutta la comunità, decidendo di destinarlo ad ospitare gli anziani del paese e dei comuni limitrofi: è così che dal 2004 la villetta è sede del centro "Le querce di Mamre". "Per ciascuno dei tre video" hanno continuato i ragazzi di terza, "abbiamo dovuto scegliere una carta illustrativa delle varie categorie dell'immaginario collettivo, basate su una polarità semantica; insieme alla carta poi dovevamo indicare una parola che pensavamo si potesse ricollegare alla visione. Il significato dell'iniziativa è quello di farci pensare in un senso più profondo a queste tematiche, per andare oltre a quello che si vede solo di facciata".

Successivamente i ragazzi sono scesi nell'ex bunker, dove hanno incontrato gli ospiti del centro diurno: "erano contenti di vedere tanti giovani, ci hanno riempito di complimenti" hanno confessato i ragazzi, "soprattutto un signore di 91 anni molto attivo, ci ha cantato una serenata, una canzone che parlava della guerra: insieme ai loro educatori infatti stavano cercando di evocare i ricordi di quegli anni, in prospettiva del prossimo anniversario della Liberazione". Nel bunker ai ragazzi sono stati mostrati altri video, ciascuno diverso per gruppo a seconda della carta e della parola scelta nello "step" precedente. "Quel posto è diventato una palestra simbolo di vita rispetto alla morte portata dai mafiosi" hanno dichiarato i giovani.

"Come avete interpretato la presenza della mafia nei posti in cui vivete e siete nati, rispetto all'esperienza che avete svolto poco tempo fa in Sicilia, una regione che viene percepita lontana da noi non solo in senso geografico? Siete stati colpiti nell'apprendere che anche qui opera la malavita?", gli abbiamo domandato. "Non sapevamo che c'era stata anche qui la mafia" hanno risposto, "abbiamo imparato che si è spostata al nord perchè qui circolavano più soldi che venivano reciclati per attività illecite. Ad ogni modo abbiamo capito che le organizzazioni criminali, anche se non si vedono, ci sono".
Beatrice Frigerio
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.