Merate: il 16 l'esecuzione dell'ordine di liberazione degli immobili dei ''Pioppi''. I residenti: giusto che chi non ha pagato vada via

Sta diventando sempre più paradossale il caso che nelle ultime settimane ha coinvolto il complesso condominiale ''I pioppi'' di via Degli Alpini a Merate, e con esso almeno una decina di famiglie che ci abitano.
Entro lunedì prossimo, 16 aprile, dovranno lasciare gli appartamenti secondo l'ordinanza di liberazione emessa dal giudice dell'esecuzione immobiliare del Tribunale di Lecco lo scorso ottobre. Alcune di queste, peraltro, hanno ricevuto l'avviso da parte del custode giudiziario che, qualora entro quella data non avranno liberato le loro case, sarà costretto a passare alle maniere forti, proprio come accade a chi occupa abusivamente, oppure senza pagare, una casa.

Il complesso residenziale di via degli Alpini

Eppure, ed è qui il paradosso, nessuna di queste famiglie al momento di firmare il contratto di locazione sapeva che Banca Intesa, tra il 2014 ed il 2015, aveva ottenuto dalla proprietà degli immobili, la società ''Gerfri'', il pignoramento di una ventina di questi appartamenti, tra i quali le case delle persone che verranno presto sgomberate. Una beffa che rischia di lasciare con l'amaro in bocca persone come Giuseppe Passarelli, paraplegico, residente in via Degli Alpini dal marzo 2015.

''Mi fidavo delle persone che avevo di fronte quando firmai il contratto di affitto - ha commentato - Parlai con uno che diceva di essere socio della 'Gerfri', in realtà era una persona che abitava in questo appartamento e me lo subaffittò. Per me non c'erano grossi problemi, pagare per pagare. Iniziai però a insospettirmi che ci fosse qualcosa di strano quando non arrivavano le spese condominiali da pagare. Fu poi che si scoprì che cosa era successo''. Cioè, in sostanza, che la 'Gerfri' affittò diversi immobili seppure erano pignorati, ad insaputa dei locatari che furono persino convinti dalla società di concludere a loro spese (salvo poi beneficiare di una decurtazione di alcune mensilità di affitto) i lavori di quegli appartamenti, che allora erano ancora a rustico. Questo significa che Passarelli e altri vicini di casa spesero parecchie migliaia di euro per intonacare, pitturare e arredare una casa che era già pignorata e di lì a poco, all'incirca due anni, avrebbero perso.

Giuseppe Passarelli

''Non ho fatto chissà che lavori, ne ha fatti molti di più il mio vicino di casa, che ha speso quasi 20mila euro - ha proseguito Passarelli - La beffa è che ho preso tutti i mobili su misura. Io posso anche smontare tutto, ma poi dove li metto. Nel mio caso lo sgombero avverrà il prossimo novembre, perché concordai con il giudice un contratto di anno in anno, e non più di quattro anni come avevo firmato con il mio subaffittario. Ma andarsene significherebbe dare ragione a chi mi ha inserito nella lista degli insolventi, anche se non devo un centesimo a nessuno''. Tra i residenti che non hanno a che fare con questo caos, cioè chi tempo fa acquistò direttamente la casa, tiene molto più banco la questione delle spese condominiali non pagate. Risulta che la stessa società non avrebbe versato negli anni almeno 60mila euro di questo canone, ma altrettanto non avrebbero fatto alcuni affittuari.
''E' giusto che chi non ha pagato se ne vada''
, è il commento di parecchi residenti riguardo alla vicenda, scocciati peraltro dal fatto che le spese non fanno che aumentare ogni anno, proprio per questi motivi.
''Chi non ha pagato se ne sta scappando di notte'' ha invece spiegato Passarelli. C'è infatti chi ha già abbandonato il proprio appartamento (tra cui pare anche i morosi), oppure i propri uffici, come una agenzia immobiliare e lo studio legale di Alfredo Casaletto, consigliere provinciale e comunale di Merate. ''La situazione è molto complicata - ha spiegato l'avvocato - specialmente perché coinvolge famiglie con diverse situazioni, alcune con bambini piccoli ad esempio. Dal mio punto di vista, dato che ho difeso in giudizio gli interessi di alcune famiglie interessate alla liberazione degli appartamenti, forse sarebbe stato il caso di optare per la permanenza dei nuclei familiari e di altri, che avrebbero garantito il pagamento dei canoni di locazione e delle spese condominiali, quantomeno fino alla fissazione degli incanti relativi alla vendita degli immobili, ancora aldilà da venire, valutando caso per caso la permanenza all'interno degli appartamenti. Situazione che avrebbe consentito alla procedura esecutiva di introitare diverse somme da destinare anche alla gestione, sia ordinaria che straordinaria, del condominio. È vero che il Giudice ha applicato la legge e le decisioni vanno rispettate, tuttavia, la critica che ho fatto anche in giudizio con gli strumenti processuali dati è che sarebbe bastato un pizzico di "coraggio" in più contemperando gli interessi dei creditori con quelli altrettanto meritevoli di tutela delle persone come il diritto all'integrità e dignità familiare e all'abitazione tutelati dalla Costituzione".
Tra chi il 16 dovrà lasciare casa c'è anche chi aveva proposto di acquistare l'immobile in cui abitava, ma il giudice non ha accettato. Così come non era stata accettata un'altra proposta che prevedeva il pagamento da parte degli affittuari di 400 euro al mese come affitto, fino al giorno dell'asta. E allo stesso modo sono stati respinti dal Tribunale i ricorsi presentati dai legali, tra cui il già citato Casaletto, ingaggiati dal Condominio "I Pioppi" e da altri residenti che, come accennato, chiedevano l'annullamento dell'ordinanza dal momento che la presenza degli affittuari non pregiudicava in nessun modo la vendita all'asta. Che, peraltro, non è ancora stata programmata. Non sapendo a chi rivolgersi, alcuni di questi residenti hanno persino contattato ''Striscia la notizia'', ''Le Iene'' e scritto sui social al leader della Lega Matteo Salvini. ''Stiamo provando di tutto, non è giusto che chi ha sempre pagato debba andarsene - ha continuato Passarelli - Io mi chiedo, inoltre, come sia possibile che il Comune non si sia accorto di nulla. Il mio primo contratto di affitto non era valido, ma è stato comunque registrato dall'Agenzia delle Entrate. E quando mi sono rivolto ai servizi sociali, la responsabile mi ha risposto che sono autonomo e che quindi non possono aiutarmi''.
A.S.
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