Montevecchia: educatori e genitori assieme per parlare di autismo e inclusione sociale
Per cinque notti il Santuario di Montevecchia è stato colorato di blu. Un faro di luce per sensibilizzare sul tema dell'autismo, aderendo alla campagna "Light it up blue" (Illuminalo di blu) che ha fatto accendere centinaia di monumenti in occasione della Giornata mondiale della Consapevolezza sull'Autismo.
Stessa tonalità cromatica per i dipinti della mostra nella sala civica di via del Fontanile, realizzata e curata da Federica Franchini, musico-terapeuta in contatto con bambini affetti da disturbi dello spettro autistico. I disegni rappresentano alcuni comportamenti che tendono a contraddistinguere gli autistici. L'esposizione ha una matrice pedagogica e l'intento è quello di renderla itinerante nelle scuole, anche per non relegare l'argomento a un solo giorno all'anno.
La mostra "Perché blu?"
La curatrice della mostra Federica Franchini
È stato possibile osservare la mostra anche sabato 7 aprile, durante la tavola rotonda organizzata dal Comune di Montevecchia in cui sono intervenuti alcuni esperti, che con declinazioni diverse affrontano quotidianamente il rapporto con gli autistici. L'inquadramento generale è stato delucidato dalla dott.ssa Daniela Galbusera, neuropsichiatra infantile a Merate. Ha analizzato le marcature particolari dello spettro autistico nelle tre sfere linguistica, relazionale e comportamentale. È seguito l'intervento di Chiara Franceschi, psicomotricista e terapista con il metodo ABA. «Non serve sgridarli sulle azioni sbagliate che compiono. Non bisogna lavorare tanto sul comportamento, quanto sugli antecedenti e le conseguenze» ha spiegato Galbusera.
La dott.ssa Daniela Galbusera
La psicomotricista Chiara Franceschi
Ha poi precisato che il metodo ABA può già essere applicato in modo naturale dai genitori, ma conoscerlo serve per prendere coscienza dei nessi logici insiti nel rapporto educativo con il ragazzo. La parola è poi passata agli insegnanti di sostegno. Francesca Ricchetti è docente alla scuola secondaria di primo grado di Cernusco Lombardone. Ha riportato la sua esperienza nell'affiancamento a un ragazzo autistico, la complicità creatasi grazie all'osservazione e all'ascolto, e il conseguente entusiasmo per i progressi compiuti in un anno.
L'insegnante di sostegno Francesca Ricchetti
L'insegnante di sostegno Paola Viteritti
Paola Viteritti, che lavora alla primaria, ha fatto immedesimare i genitori nei panni dei propri figli con esempi concreti. L'educatore Simone Sala si è concentrato sull'aspetto dell'autonomia. Per ultima è intervenuta la curatrice della mostra Federica Franchini, che ha mostrato gli effetti benefici della musicoterapia. Concluso il giro di interventi, la parola è passata ai genitori di ragazzi con disturbi dello spettro autistico. Hanno esternato le proprie preoccupazioni, le proprie difficoltà e soprattutto quelle dei loro figli. «Ci alziamo la mattina, ci rimbocchiamo le maniche e facciamo tutto quello che non dovremmo fare».
L'educatore Simone Sala
Con scarse misure efficaci di intervento statali o regionali, i genitori si sobbarcano tutte le responsabilità, si organizzano con tenacia in associazioni, costruiscono reti attraverso gruppi WhatsApp, per ricevere o fornire quelle informazioni che gli apparati pubblici non rilasciano. Come se i pensieri sulla quotidianità e sul futuro dei propri figli non fossero già abbastanza. Qualche segnale di speranza, un lento cambiamento in atto. «Mio figlio ha 16 anni. Fino alle scuole medie ha avuto solo esperienze brutte. Quest'anno invece, con l'inizio delle superiori e la fortuna di aver incontrato dei docenti sensibili e attenti, è stupendo. Mi preoccupo per lui perché ancora non ha un amico» ha testimoniato un'altra madre.
Marco Pessina